La riforma della pubblica amministrazione è un elemento fondamentale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il PNRR contiene tante buone cose , ma è debole in un aspetto cruciale: la gestione delle risorse disponibili.
Per sfruttare la finestra di opportunità a disposizione del nostro paese occorrono una gestione ordinata della fase di uscita dalla crisi e, soprattutto, un’accelerazione delle riforme. In entrambi i casi il ruolo di Draghi è fondamentale.
Si torna a parlare della riforma del fisco. Potrà un governo così eterogeneo come quello attuale realizzare quella riforma della nostra tassazione che sarebbe così necessaria nel nostro paese? Credo di no. A meno che...
A forza di aumentare la spesa pubblica in deficit e a forza di finanziare questi deficit col credito delle banche centrali (cioè stampando moneta), l’inflazione è ripartita nei principali paesi avanzati.
I soldi dell'Europa spingeranno la ripresa del Pil. Mancano dettagli importanti. L'incognita del dopo Draghi.
Esistono marcate differenze tra paesi nel numero di decessi causati dal Covid. Perché? Composizione demografica, inquinamento e ordine in cui gli stati sono stati colpiti sembrano fattori rilevanti per spiegare il fenomeno, almeno nei paesi avanzati.
L'ultimo DEF non si discosta molto da quanto abbiamo visto in passato. Il deficit è rivisto al rialzo, la spesa pubblica aumenta, il debito, si dice, sarà ridotto attraverso la crescita. Questa strategia resta comunque esposta a rischi significativi.
La ripresa è possibile, ma servono aiuti e vaccinazioni rapide.
L'ultimo Fiscal Monitor del FMI presenta un quadro aggiornato e completo dell’andamento dei conti pubblici del mondo. Il divario crescente tra il debito nel Nord e nel Sud Europa potrebbe causare in futuro tensioni da non sottovalutare nell'area euro.
La competizione fiscale fra i Paesi non è sostenibile e danneggia la globalizzazione. Janet Yellen, a capo del Tesoro americano, ha proposto una tassa minima globale sui profitti delle società. L'Italia farebbe bene a sostenerne l'introduzione.
Se è vero che la crescita la fanno le imprese, è vero anche il contrario. Se non c’è crescita, vuol dire che le imprese non funzionano. Tante piccole imprese italiane ci sembrano dei miracoli e forse lo sono. Ma così non si può andare avanti a lungo.
E’ difficile dire che con Draghi non sia cambiato nulla. Lo si è visto alla conferenza stampa di venerdì: non eravamo più abituati a risposte precise, rapide, secche; ossia a un linguaggio di chi sa di cosa parla e sa ben calibrare le parole.
Conti pubblici, aiuti a persone e imprese per superare l'emergenza Covid e cancellazione delle cartelle esattoriali: ecco i tre punti del piano del governo Draghi.
Le accuse all’Europa sulla questione dei vaccini si sono intensificate nelle ultime settimane. Tuttavia, molte delle decisioni prese sono in mano ai singoli paesi membri. L'Europa è quindi, ancora una volta, un parafulmine per quando le cose vanno male.
Il discorso del Presidente Draghi in Senato ha chiarito che il Governo rafforzerà il PNRR precedente alla luce dei commenti ricevuti durante la discussione parlamentare in corso. Si tratterà di rafforzarlo in termini di obiettivi strategici e di riforme.
Questo governo potrà piacere o non piacere. Si è mosso lentamente e io stesso l’ho più volte criticata per la sua inerzia. In ogni caso, se una spaccatura deve esserci, dovrà essere sui temi sostanziali, non sui personalismi che sembrano oggi prevalere.
Le risorse, politiche e finanziarie, devono essere usate per uscire dalla crisi sanitaria. Il piano di Arcuri non basta, bisogna premere sull’Europa. Il modello è Israele.
I sostenitori della Brexit hanno ottenuto quello che volevano, ma, guardando alla sostanza economica, molti robusti interessi inglesi sono stati sacrificati sull’altare del feticcio della sovranità.
Il piano del Governo di riduzione del debito pubblico consiste in un mix di politiche di bilancio prudenti e tassi di crescita molto elevati, attraverso i fondi europei del NextGenerationEu. Ma visione di lungo periodo e riforme saranno fondamentali.
Occorre prudenza nelle decisioni di aumento del debito perché rischiamo di lasciare il peso delle scelte di oggi alla prossima generazione che quel debito dovrà ripagarlo.
La fiducia nello Stato è aumentata di 11 punti nell'ultimo anno. L'unione attorno alle istituzioni per via della pandemia è centrale, ma anche le politiche economiche espansive potrebbero aver contribuito a questo aumento. Quanto durerà questo idillio?
La visione che informa il documento del PNRR è condivisibile. Per il successo del piano, occorre però che al vertice ci sia un personale politico, tecnico e amministrativo che si identifichi in quella visione e sappia tradurla in progetti.
“Un'idea, un concetto, un'idea, finché resta un'idea è soltanto un'astrazione. Se potessi mangiare un'idea, avrei fatto la mia rivoluzione”. Così cantava Gaber. Mi è venuta in mente questa canzone dopo aver letto la bozza del PNRR.
In cosa consiste la riforma del MES? La riforma dà un po' più di voce in capitolo al MES nel decidere se il debito pubblico di un paese sia “sostenibile” e consente l'utilizzo delle risorse del MES per integrare quelle del Fondo di Risoluzione Unico.
Non sarebbe bello ritrovarsi, finita la pandemia, nella stessa condizione in cui eravamo nel 2019? La soluzione è creare una riserva obbligatoria per congelare la liquidità creata dagli acquisti del debito pubblico da parte della BCE.
Nel medio termine o riusciamo a portare il nostro Pil su livelli di crescita stabilmente sostenuti o l’eredità di debito pubblico che questa crisi lascerà ci esporrà a rischi anche maggiori di quelli che abbiamo affrontato negli ultimi anni.
La manovra attualmente prevista, grazie al sostegno della UE, è di importo significativo. Anche le misure specifiche sembrano andare nella direzione giusta. C'è il rischio però che la seconda ondata la renda già obsoleta nelle prossime settimane.
Domenica sera è stata approvata dal Consiglio dei Ministri la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza: quali sono gli sviluppi di finanza pubblica previsti per il prossimo triennio? Quali i rischi a cui andremo incontro?
La riforma dell'IRPEF è tra i temi che stanno attirando maggiore attenzione nel dibattito politico. Ben venga la riforma, ma occorre coraggio per rendere il nostro sistema davvero più trasparente ed equo. Il sistema tedesco e quel che serve all'Italia.
Il documento del governo sulle "Linee guida per il piano nazionale di ripresa e resilienza" contiene tante parole, ma ci si poteva aspettare qualcosa di più concreto e definito. Ancora non appare una chiara strategia.
Tito Boeri e Sergio Rizzo indagano i mali della macchina pubblica con qualche idea per restituire un futuro all’Italia
Voterò no al referendum perché, approvando riforme della nostra Costituzione che non sono fondamentali, si alimenterebbe la convinzione che i problemi sociali ed economici possono essere risolti con approcci superficiali e approssimativi.
Nell’intervista pubblicata ieri su Repubblica il ministro Gualtieri presenta un quadro equilibrato dell’attuale situazione economica. L’intervista tocca diversi temi, ma vorrei qui commentare un punto specifico: quello relativo alla riforma dell’IRPEF.
Abbiamo anche il decreto Agosto. Quando il governo approvò il decreto Rilancio scrissi che inevitabilmente ne sarebbe seguito un altro prima della fine dell’anno visto che i soldi stanziati non erano sufficienti per arrivare a fine anno.
Il giudizio sul Recovery Fund al momento non può che essere positivo. 209 miliardi per l'Italia a partire dalla seconda metà del 2021. Le incertezze ora riguardano la nostra capacità di presentare un programma di riforma credibile e di realizzarlo.
Ma è davvero un buon accordo per l’interesse pubblico quello raggiunto con Autostrade? Ancora non si può dire, anche se ho qualche serio, ma proprio serio, dubbio in proposito.
Si apre una settimana importante per l’economia italiana e per i nostri rapporti con l’Europa. Il Consiglio Europeo del 17-18 luglio ha in agenda la discussione e l’approvazione del piano di finanziamenti europei per sostenere la ripresa economica.
Il Programma Nazionale di Riforma (PNR), ovvero il documento che chiarisce la strategia economica del governo, dovrebbe essere varato oggi dal Consiglio dei Ministri. Il documento contiene molte idee buone e condivisibili, ma non abbastanza priorità.
Come previsto si sta preparando un’inevitabile terza manovra in deficit. Misure espansive per compensare il crollo della domanda dovrebbero avere tre caratteristiche: essere temporanee, avere un alto "moltiplicatore" ed essere realizzabili in tempi brevi.
Congelare l'eccesso di liquidità aumentando la riserva obbligatoria. L’idea, in sostanza, è di aumentare il coefficiente della riserva obbligatoria, oggi all’1%, al fine di ottenere il grado di restrizione desiderato della politica monetaria.
Forse si può sperare ancora che dagli Stati generali emerga una forza decisionale per rinnovare l’Italia che è finora mancata, ma rendiamoci conto che non si può più perdere neppure un giorno.
L'altra criticità è la mancanza della previsione di costi: così è impossibile valutarne la fattibilità. A livello strategico è importante l'enfasi sulla riforma della macchina pubblica e dell'istruzione.
La principale idea dietro alla nostra proposta di riforma della giustizia civile è che è fondamentale agire su due diversi piani. Il primo comprende il processo e l’organizzazione del lavoro, il secondo è quello degli incentivi.
L’Europa sta affrontando questa crisi in modo ben diverso rispetto al recente passato. Se le proposte della Commissione fossero almeno in buona parte accettate, sarebbe un importante momento nel rafforzamento dei legami tra i membri dell’Unione Europea.
Più di sette milioni di lavoratori italiani hanno chiesto la cassa integrazione. È questo finora il dato più drammatico della recessione da coronavirus. Anche una volta superata l’emergenza sanitaria resterà da superare quella economica. Cosa si può fare?
Se l’Italia, e l’Europa, non escono da questa crisi senza troppe ossa rotte, sarà più difficile, forse impossibile, realizzare le riforme necessarie e l’Italia, e l’Europa, finiranno per perdere inevitabilmente terreno rispetto agli USA e alla Cina.
Il decreto Rilancio prevede quasi interamente misure che aumentano il deficit corrente. Gli stanziamenti per investimenti pubblici sono molto più limitati. Insomma, si spenderà molto, ma poco resterà alle generazioni future.
Le conseguenze economiche e politiche della sentenza della Corte Costituzionale tedesca non sono ancora chiare, ma a questo punto è ancora più urgente che in passato introdurre finanziamenti per combattere la crisi che non coinvolgano la BCE.
The current surge in public debt is risky, of course. However, its de facto monetary financing by the ECB is reducing immediate rollover risks, and giving governments time for a gradual reduction in their debt ratios.
Il declassamento dei titoli di Stato italiani deciso dall’agenzia di rating Fitch non è certo una bella notizia. Nel seguito rispondo a due domande. Primo, quali sono le conseguenze del declassamento? Secondo, il declassamento è giustificato?
