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Un confronto tra i voti della maturità e i risultati INVALSI prima e dopo la pandemia

26 novembre 2021

Intermedio

Un confronto tra i voti della maturità e i risultati INVALSI prima e dopo la pandemia

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Come è noto, la pandemia ha avuto un costo elevato in termini di apprendimento degli studenti. Ciò è ben testimoniato dai risultati dei test INVALSI che mostrano un netto peggioramento tra il 2019 e il 2021. I risultati negativi sono omogenei in tutto il territorio nazionale; sono quindi rimaste pressoché invariate le posizioni relative delle macro-aree italiane. Tuttavia, a fronte del peggioramento dei testi INVALSI nelle quinte superiori, si è avuto un miglioramento dei voti dell’esame di maturità. Il fenomeno può essere dovuto a vari fattori contingenti, ma suggerisce che i test INVALSI sono relativamente robusti: essi consentono, meglio dei voti scolastici, di effettuare confronti omogenei non solo fra scuole e regioni diverse, ma anche fra diverse coorti di studenti.

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Uno dei settori che ha subito negativamente le conseguenze della pandemia è stato quello dell’istruzione. Nel periodo tra marzo 2020 e gennaio 2021 le attività scolastiche sono state spesso interrotte. La didattica a distanza ha permesso di evitare la paralisi completa del sistema, ma la sua applicazione ha evidenziato numerosi problemi. Inevitabilmente, questo ha avuto delle ripercussioni sull’apprendimento degli studenti. Questo fatto è chiaramente testimoniato dai risultati dei test INVALSI, come è già stato ampiamente segnalato in sede di pubblicazione del rapporto INVALSI[1] e ripreso da gran parte della stampa nazionale.  A fronte di questo peggioramento, si è avuto invece un miglioramento dei voti agli esami di maturità. Nel seguito si documenta il fenomeno e si cerca di individuarne le motivazioni.

Il confronto a livello nazionale

Per quanto riguarda l’esame di maturità, il voto medio in Italia è aumentato del 7 per cento passando da 77 su 100 nel 2019 a 82 su 100 nel 2021.[2] Nello stesso periodo, la frequenza delle lodi è più che raddoppiata, passando dall’ 1,5 del 2019 al 3,2 per cento nel 2021 (con un valore del 2,7 per cento nel 2020).

I risultati delle prove INVALSI si sono mossi nella direzione opposta, facendo registrare un decremento del 3 per cento nei due anni considerati.[3] Nel 2021, il punteggio medio ottenuto è stato pari a 194 punti contro i 200 ottenuti nella prova del 2019. La totalità del decremento tra il 2019 e il 2021 è dovuta al peggioramento dei risultati in italiano (passati da 200 a 190 punti) e in matematica (da 200 a 191 punti). La votazione in inglese è rimasta stabile: la media dei punteggi delle abilità di apprendimento di lettura (reading) e ascolto (listening) è rimasta pari a 200 punti.

Il confronto fra macro-aree

Queste tendenze sono omogenee tra le varie macro-aree del Paese. Per quanto riguarda i voti di maturità, il miglioramento si è registrato indistintamente in tutte le regioni. L’incremento maggiore è stato misurato nel Nord-Ovest (7,8 per cento), mentre i voti sono cresciuti di meno nel Nord-Est (6,4 per cento). Anche il numero di lodi assegnate è aumentato maggiormente nel Nord-Ovest (+141 per cento), mentre l’incremento minore si è registrato nelle isole (+87 per cento). Nonostante questo, il voto medio nel Settentrione rimane comunque più basso rispetto alla media nazionale, la quale è trainata principalmente dalle valutazioni nelle regioni del Sud Italia (Fig. 2).

Per quanto riguarda i test INVALSI, in termini assoluti i punteggi medi di tutte le regioni sono diminuiti. Fa eccezione solamente il Molise, dove si sono registrati risultati migliori in tutte le prove. Nonostante il peggioramento nei punteggi dei test, le performance relative nelle varie macro regioni sono rimaste pressoché invariate (Fig. 3): nel 2019, le regioni settentrionali registravano risultati migliori rispetto alle altre aree, le regioni centrali ottenevano risultati in linea con la media nazionale, mentre nel Meridione e nelle isole si ottenevano risultati più di 5 punti percentuali al di sotto di quest’ultima. Queste osservazioni rimangono valide anche per il 2021, il che significa che le difficoltà del sistema scolastico sono state comuni in tutto il paese. Va registrato un lieve miglioramento nelle isole, le quali si avvicinano alla media nazionale.

Le possibili spiegazioni

Il miglioramento dei voti della maturità può essere in parte dovuto ai cambiamenti che hanno riguardato la struttura dell’esame. Nel 2019 il voto finale in centesimi era determinato dal risultato delle prove scritte di italiano e matematica (massimo 20 punti ognuna), dal colloquio orale (fino a 20 punti) e dai crediti formativi acquisiti nel corso del percorso scolastico (sino a 40 punti).[4] Visto che nel 2020 e nel 2021 le prove scritte sono state abolite, il voto finale è determinato per il 60 per cento dai crediti formativi acquisiti e per il 40 per cento dal colloquio orale. Così facendo, il voto della maturità premia maggiormente la carriera dello studente piuttosto che il risultato dell’esame.

Un’altra possibile spiegazione è che gli insegnanti abbiano dato valutazioni più generose proprio nella consapevolezza delle difficoltà in cui sono incorsi i ragazzi nei periodi delle chiusure. Va precisato che non vi è stata alcuna indicazione in questo senso da parte delle autorità o del Ministero. Se ciò è però avvenuto, deve essersi trattato di un comportamento spontaneo, peraltro del tutto comprensibile, assunto in assenza di un coordinamento da un gran numero di docenti in tutte le aree del paese.

Indipendentemente da ciò che spiega il fenomeno, si evidenzia ancora una volta come i test INVALSI siano relativamente robusti, nel senso che sono meno influenzati dalle valutazioni soggettive degli insegnanti. Essi quindi consentono, meglio dei voti scolastici, di effettuare dei confronti non solo - come ormai noto – nello spazio, ossia fra scuole e regioni del paese, ma anche nel tempo, fra coorti diverse di studenti.

 

[2] Dati MIUR. I valori per il 2021 sono provvisori e non includono la regione Valle d’Aosta e le scuole non in lingua italiana della provincia autonoma di Bolzano. Le medie sono state calcolate partendo da dati suddivisi in classi di voto.

[4] I crediti formativi sono punti addizionali che vengono assegnati agli studenti in base alla media dei voti e alle esperienze formative extrascolastiche (attività sportive, corsi esterni, progetti scolastici, ecc.).

Un articolo di

Edoardo Bella

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