Welfare

I costi e le misure del Decreto Aiuti ter

01 ottobre 2022

Intermedio

I costi e le misure del Decreto Aiuti ter

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Il Decreto Aiuti ter ha stanziato 14,9 miliardi per gli ultimi mesi del 2022, senza effettuare alcuno scostamento di bilancio. Le risorse vanno principalmente a sostegno delle imprese e del terzo settore (67 per cento). Alle famiglie sono destinati circa 3,4 miliardi, di cui quasi l’85 per cento è mirato a quelle più bisognose. Per quanto riguarda le imprese, lo stanziamento aumenta da 1 miliardo nel Decreto Aiuti bis a 3,2 miliardi per coprire l’aumento del credito d’imposta. Inoltre, l’abbassamento della potenza del contatore (da 16,5 a 4,5 kW) consente di aumentare la platea dei beneficiari per comprendere un numero di piccole imprese stimabile in circa 200 mila unità. Cresce il contributo per le medie e grandi imprese, incluse le energivore.

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Le risorse stanziate dal decreto

Il 16 settembre il governo ha approvato il nuovo Decreto Aiuti ter al fine di aiutare famiglie e imprese ad affrontare i problemi generati dalla crisi energetica e dall’inflazione. L’importo del provvedimento è di 14,9 miliardi, che si aggiungono ai 52 già stanziati dai precedenti decreti a sostegno dell’economia a partire da settembre 2021, per un totale di ben 66,9 miliardi.

Il nuovo decreto contiene misure concentrate soprattutto sugli ultimi mesi del 2022 e gli stanziamenti sono stati interamente coperti. Le coperture impiegate derivano sia dalle maggiori entrate fiscali legate all’inflazione sia dalla crescita - migliore delle aspettative - del 2022. Non c’è stata dunque la necessità di nuovi scostamenti di bilancio e non si lasciano oneri a carico del futuro governo. Per questo, la NADEF ha potuto disegnare un quadro tendenziale a legislazione vigente con una rilevante riduzione del deficit (al 5,1 per cento del Pil, dal 5,6 per cento prevedibile per quest’anno); ciò consente al nuovo governo di varare una legge di bilancio leggermente espansiva e di rimodulare come meglio ritiene le misure di sostegno a imprese e famiglie.

Le principali misure del decreto

Le principali voci di spesa del Decreto Aiuti ter sono: a) misure per il contenimento della spesa per energia elettrica e gas a favore delle imprese (9,6 miliardi); b) indennità anti-inflazione (bonus 150 euro e bonus trasporti) a favore di famiglie e individui (2,9 miliardi); c) misure per contrastare il rincaro dei carburanti (0,5 miliardi). Seguono una serie di interventi quali: l’inasprimento delle sanzioni per le imprese che delocalizzano e le modalità attraverso le quali gli extra profitti, ottenuti dalla produzione di energia da fonti rinnovabili, vengono destinati a famiglie e imprese più colpite dal rincaro energetico.[1] Infine, si trovano indicazioni precise per accelerare l’attuazione delle riforme strutturali del PNRR e per raggiungere il maggiore numero possibile di obiettivi.

La Tav. 1 riassume gli interventi che comportano oneri finanziari per il bilancio pubblico del 2022.

Misure per il contenimento della spesa per energia elettrica

  • Per le imprese energivore (ossia quelle con un forte consumo di energia elettrica) viene innalzato a 2,4 miliardi il fondo per coprire l’aumento del credito d’imposta dal 25 al 40 per cento sui maggiori oneri sostenuti nei mesi di ottobre e novembre 2022. Per le imprese con contatore di potenza minima pari a 4,5 kW, diverse da quelle energivore, il credito d’imposta viene aumentato dal 15 al 30 per cento (risorse stanziate: 3,2 miliardi). Nel precedente Decreto Aiuti bis, la potenza minima richiesta del contatore era di 16,5 kW;

Misure per il contenimento della spesa per gas naturale

  • Per tutte le imprese, sia quelle a forte consumo di gas naturale (c.d. gasivore) e non, viene incrementato il credito d’imposta dal 25 al 40 per cento dei maggiori oneri sostenuti nei mesi di ottobre e novembre 2022 (4 miliardi);

Indennità anti-inflazione

  • Riconoscimento di un’indennità una tantum di 150 euro a lavoratori dipendenti e autonomi, pensionati e altri soggetti (es. lavoratori domestici, percettori del Reddito di Cittadinanza, lavoratori stagionali), con reddito, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, inferiore a 20 mila euro per sostenere il loro potere d’acquisto (2,9 miliardi per l’anno 2022 e 370 milioni per l’anno 2023);[2]

Altre misure di spesa

  • Contenimento della spesa per carburanti per l’esercizio dell’attività agricola e della pesca tramite riconoscimento di un credito di imposta pari al 20 per cento dei maggiori oneri sostenuti (200 milioni);[3]
  • Misure di sostegno economico al settore dei trasporti: bonus trasporti (usufruibile per redditi lordi inferiori a 35 mila euro), proroga riduzione accise e IVA sui carburanti dal 18 al 31 ottobre, aiuti alle aziende di autotrasporto e del trasporto pubblico locale e regionale (700 milioni);
  • Aiuti alle regioni e agli enti locali (600 milioni);
  • Misure per il sostegno economico al settore dei servizi: scuole paritarie, luoghi di cultura e di intrattenimento e terzo settore (240 milioni);
  • Partecipazione al programma europeo di Assistenza Macro Finanziaria (AMF) per aiutare l’Ucraina a far fronte al suo fabbisogno finanziario a seguito dell’aggressione russa (700 milioni);
  • Installazione di nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ricorrendo, per la copertura degli oneri non ancora specificati, anche alle risorse del PNRR;
  • Introduzione di misure temporanee di sostegno alla liquidità delle imprese e garanzie prestate da SACE S.p.A. a titolo gratuito per esigenze di capitale d’esercizio e finanziamenti di un importo massimo non superiore a 25 milioni.[4]

La distribuzione delle risorse

Gli interventi del Decreto Aiuti ter possono essere suddivisi in quattro categorie: a) misure destinate agli individui legate al reddito (20 per cento); b) interventi a sostegno delle imprese e del terzo settore (67 per cento); c) aiuti universali (3 per cento); d) altri aiuti (10 per cento) (Fig.1).  

È da rilevare come le misure universali, quindi slegate dal reddito, avvantaggino relativamente di più gli individui benestanti, data la loro maggiore capacità di spesa. Al contrario, le misure correlate al reddito, riescono a fornire aiuti mirati alle persone con maggiori difficoltà economiche. La classe media risulta quella più penalizzata, in quanto tende a consumare meno, in valore assoluto, degli individui più abbienti e, al contempo, è esclusa da tutte quelle misure parametrate al reddito come il bonus trasporti e l’indennità anti-inflazione se il proprio reddito fosse superiore a 35 mila euro.

a) Misure destinate agli individui legate al reddito

Gli interventi del Decreto Aiuti ter che richiedono, per poter essere fruiti, un reddito inferiore ad una certa soglia sono il bonus per l’acquisto di abbonamenti per i trasporti pubblici e l’indennità anti-inflazione.

Il Ministero dei trasporti ha stanziato 240 milioni per il bonus trasporti, garantendo una copertura massima di 4 milioni di beneficiari (nel caso in cui ogni potenziale beneficiario fruisca di un importo pari al massimo previsto dal decreto, 60 euro).

Per quanto riguarda il bonus anti-inflazione, dai dati MEF per l’anno di imposta 2020 la platea di beneficiari con reddito inferiore a 20 mila euro è di 19,3 milioni se si considerano le risorse stanziate per il 2022.[5] Di questi beneficiari, 8,1 milioni sono pensionati, 2,9 milioni lavoratori autonomi e i restanti 11,5 milioni ricadono tra i lavoratori dipendenti e le altre categorie previste dal Decreto (es. lavoratori domestici, percettori del Reddito di Cittadinanza e lavoratori stagionali).

b) Interventi a sostegno delle imprese e del terzo settore

Il Decreto Aiuti ter, rispetto al precedente Aiuti bis, a fronte dell’innalzamento della soglia del credito d’imposta (dal 15 al 30 per cento) prevede maggiori risorse (da 1 a 3,2 miliardi) destinate alle imprese non energivore con contatore di potenza superiore a 4,5 kW. La riduzione da 16,5 a 4,5 kW della potenza del contatore comporta un ampliamento (di quasi 10 volte) della platea dei potenziali beneficiari. Infatti, alle medie/grandi imprese, già incluse dal Decreto Aiuti bis, se ne affiancano circa 200 mila di piccole dimensioni (Tav.2). Infine, alle medie/grandi imprese sono destinati contributi pari circa al doppio rispetto a quelli previsti dal precedente Decreto.

c) Aiuti universali

La riduzione delle accise e dell’IVA sui carburanti dal 18 al 31 ottobre, pari a 30,5 centesimi, è l’unico intervento a carattere universale. Poiché il consumo tende ad aumentare al crescere del reddito, questa misura favorirebbe gli individui più benestanti. In particolare, guardando al consumo di carburante per quintili di spesa a famiglia, si può avere una stima del loro risparmio per il solo mezzo mese coperto dal decreto (Tav.3). Nello specifico, le famiglie del primo quintile risparmierebbero 7,5 euro a fronte di un consumo annuo di 587 litri, mentre le famiglie dell’ultimo quintile, 20 euro con un consumo annuo pari a 1.576 litri.


[1] Per affrontare l’aumento dei costi energetici sulle bollette, ARERA ha introdotto un meccanismo di compensazione sul prezzo dell’energia elettrica esclusivamente prodotta da fonti rinnovabili, stabilendo un prezzo che rappresenti la giusta remunerazione dell’energia pari a 60 euro al megawattora. Qualora i produttori dovessero vendere energia sopra questa soglia, saranno tenuti a versare al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) la differenza (c.d. extra profitti). Tale meccanismo sarà in vigore dal 1 febbraio fino al 31 dicembre 2022. Per maggiori informazioni si veda la delibera di ARERA (21/06/22).

[2] L’indennità potrà essere ottenuta con modalità diverse a seconda del tipo di beneficiario. Ai pensionati verrà erogata in via automatica dall’INPS con la pensione di novembre, cosi come ai disoccupati e alle colf che hanno già ricevuto l’indennità dei 200 euro. Ai lavoratori dipendenti verrà erogata dai rispettivi datori di lavoro nella busta paga di novembre, quindi, il datore anticiperà tale somma, sostituendosi all’INPS (la compensazione avverrà nello stesso mese in cui il bonus è erogato, senza causare problemi di cassa alle imprese). Infine, tutti gli altri dovranno fare richiesta tramite il sito dell’INPS.

[3] Per queste imprese sono inoltre resi ammissibili, alla garanzia diretta dell’ISMEA, i finanziamenti concessi da banche e gli altri soggetti abilitati alla concessione di credito per un importo non superiore a 62.000 euro qualora avessero registrato un incremento dei costi energetici nel corso del 2022.

[4] I prestiti saranno erogati al tasso di BTP poliennali di durata pari al finanziamento concesso senza commissioni aggiuntive e avendo la possibilità di rateizzare le bollette energetiche.

[5] Solo per il 2022 sono state stanziate risorse pari a 2,9 miliardi. Aggregando le risorse del biennio 2022-2023 il numero di potenziali beneficiari cresce a 22 milioni.

 

Un articolo di

Leonardo Ciotti, Michela Garlaschi e Francesco Scinetti

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