Lavoro

Le retribuzioni e i profitti in Italia e nell’Eurozona

01 luglio 2022

Intermedio

Le retribuzioni e i profitti in Italia e nell’Eurozona

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Nelle scorse settimane ha fatto molto discutere la pubblicazione dei dati OCSE che mostrano come l’Italia sia all’ultimo posto nell’Eurozona per crescita dei salari medi reali (cioè al netto dell’inflazione dei prezzi al consumo) negli ultimi decenni. La causa principale di questo cattivo andamento non è però l’aumento dei profitti: infatti, sempre negli ultimi decenni, l’Italia è al penultimo posto nella classifica dei profitti delle imprese per dipendente, sempre in termini reali. Queste due dinamiche negative sono legate a un più generale problema dell’economia italiana: l’incapacità di crescere per effetto di una produttività del lavoro stagnante. Al contrario, in Francia e Germania, dove la produttività è cresciuta, sono aumentati sia le retribuzioni sia i profitti delle imprese. In Spagna, invece, la ripresa della produttività dopo la crisi finanziaria sembra aver avvantaggiato solo le imprese.

La nota è stata ripresa da Repubblica in questo articolo del 2 luglio 2022.

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Nelle scorse settimane ha fatto molto discutere la pubblicazione di dati OCSE che mostrano come l’Italia sia all’ultimo posto nell’Eurozona per crescita dei salari medi reali (cioè al netto dell’inflazione dei prezzi al consumo) dal 1990 al 2020.[1] In questa nota estendiamo l’analisi ai profitti delle imprese, confrontando: (i) la retribuzione (lorda) dei dipendenti e (ii) il Reddito Operativo Lordo (ROL) delle imprese, che utilizziamo come misura dei profitti (questo è dato dalla differenza tra i ricavi e i costi operativi, incluso il personale).

Entrambe le variabili sono considerate in termini reali (utilizzando l’indice dei prezzi al consumo). Inoltre, per avere una valutazione in termine di andamento pro capite, le dividiamo per il numero di lavoratori dipendenti. Infine, a causa dei dati mancanti (nel 2021 e prima del 1997 per alcuni paesi) e per escludere l’effetto della crisi pandemica, consideriamo il periodo 1997-2019.[2]

In questo periodo, in Italia la retribuzione reale media è diminuita del 6 per cento, posizionandosi al penultimo posto nella classifica dei paesi dell’Eurozona davanti alla Grecia (-18 per cento) e dietro alla Spagna (-2 per cento) (Fig.1). I paesi con la crescita più elevata sono i paesi baltici (Lituania, Lettonia ed Estonia) e la Slovacchia, che però partivano da un livello molto più basso di quelli dell’Europa occidentale. Tuttavia, le retribuzioni sono cresciute anche in grandi economie dell’Europa occidentale come Francia (+17 per cento) e Germania (+10 per cento).

Nello stesso periodo, i profitti (per dipendente in termini reali) in Italia presentano una crescita nulla (Fig. 2). La classifica dei profitti dell’Eurozona rispecchia quella delle retribuzioni, con le principali eccezioni di Portogallo, Irlanda e Spagna dove i profitti sono cresciuti molto di più delle retribuzioni (Fig. 3).

 

Cosa ci dice il confronto tra i principali paesi europei?

Le retribuzioni e i profitti delle imprese, in rapporto ai dipendenti, sono aumentati in Francia e Germania, dove la produttività del lavoro (Pil per lavoratore dipendente) è cresciuta nel tempo (Fig. 4). La differenza è che mentre in Francia entrambe le variabili si muovono in linea con la produttività, in Germania i profitti delle imprese crescono più delle retribuzioni. Al contrario, le retribuzioni sono diminuite (e i profitti sono stagnanti) in Italia dove la produttività è stagnante.

La Spagna rappresenta un caso particolare a partire dal 2008-09: la produttività è aumentata, seppur in maniera lieve, dalla crisi finanziaria, ma nello stesso periodo i profitti delle imprese sono aumentati in maniera sostenuta, mentre le retribuzioni sono calate.[3]

In sostanza, dal 1997 al 2019, al contrario di Germania e Francia, in Italia non si è creata ricchezza da distribuire tra imprese e dei lavoratori. In Spagna invece l’aumento della produttività sembra aver avvantaggiato soltanto le imprese, tramite maggiori profitti.

Tuttavia, bisogna considerare che quelli considerati sono valori medi, perciò in Italia possono esserci settori dove la produttività e le retribuzioni sono aumentate maggiormente, oppure settori dove le imprese hanno aumentato i profitti a scapito delle retribuzioni.


[2] I dati riportati dai media italiani per le retribuzioni (vedi nota precedente) non erano omogenei per periodo di tempo considerato. Per esempio, i dati per i tre paesi baltici partivano dal 1995.

[3] L’aumento dei profitti delle imprese in Spagna è però meno accentuato rispetto a quanto mostrato in Fig. 3 se come anno base viene preso il 1996 anziché il 1997, in quanto il ROL per dipendente è diminuito del 7,4 per cento nel 1997. Anche cambiando anno base, tuttavia, vi è un forte aumento dei profitti dal 2007: ciò è spiegato sia da un sostenuto aumento dei profitti, sia da un effetto “denominatore” in quanto il numero dei lavoratori dipendenti scende con la crisi finanziaria. Lo stesso non vale per gli altri paesi considerati.

Un articolo di

Salvatore Liaci e Francesco Scinetti

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