Materie prime
Il piano europeo per l’energia
La Commissione ha presentato un primo intervento strutturato per fronteggiare il caro energia e la spinta inflazionistica legata alla crisi ucraina.
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29 aprile 2022
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Con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, i prezzi delle materie prime hanno subito un ulteriore aumento. Tuttavia, l’inflazione dovuta alla guerra è minoritaria rispetto a quella che si è realizzata prima dell’inizio delle ostilità, ovvero durante la ripresa nel 2021.
La nota è stata ripresa da Repubblica in questo articolo del 30 aprile 2022.
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Con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina i prezzi delle materie prime hanno subito un ulteriore rialzo. La volatilità che ha caratterizzato i primi giorni del conflitto si è progressivamente ridotta, facendo stabilizzare i prezzi ad un livello generalmente superiore rispetto al periodo pre-guerra. Questi nuovi incrementi si sommano agli aumenti che si erano realizzati durante la ripresa economica nel corso del 2021. Ma quanto è stato intenso l’aumento dei prezzi dopo l’inizio delle ostilità rispetto a quello verificatosi durante la ripresa post-pandemia?
Per una selezione delle principali materie prime, l’aumento dei prezzi dopo l’inizio delle ostilità è solo una frazione di quello verificatosi durante tutto il periodo (Tav. 1 e figure seguenti):[1]
L’implicazione di questa analisi è che, se anche la fine delle ostilità portasse a un ritorno dei prezzi delle materie prime a livelli pre-guerra, questi prezzi resterebbero molto più alti di quelli osservati un paio di anni fa.
[1] Nella tavola il punto di partenza dell’analisi è il 2019, vista l’anomalia del periodo 2020-21. Se si prendessero periodi più recenti, le percentuali riportate sarebbero anche più alte, poiché nel 2020 i prezzi erano scesi rispetto al 2019, aumentando quindi il tasso di inflazione pre-guerra.