Materie prime
Il piano europeo per l’energia
La Commissione ha presentato un primo intervento strutturato per fronteggiare il caro energia e la spinta inflazionistica legata alla crisi ucraina.
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Intermedio
08 aprile 2022
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I paesi europei hanno dovuto fronteggiare di recente un brusco aumento dei prezzi del gas naturale e di altre materie prime energetiche. Questa nota aggiorna le misure attualmente adottate dai governi per limitare l’impatto dei rincari sui prezzi pagati da imprese e famiglie. Dal quarto trimestre del 2021 ad oggi i sussidi maggiori (rispetto al Pil) sono stati erogati da Spagna e Italia mentre il Regno Unito si attesta su livelli più bassi.
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In un precedente lavoro avevamo trattato gli interventi dei paesi europei per mitigare il caro energia, focalizzandoci sulle misure attuate sino a fine febbraio 2022.[1] Molti governi sono intervenuti ulteriormente per attenuare questi effetti. Questa nota riassume le nuove misure, aggiornando i dati della precedente versione.
La Tav.1 riassume le misure adottate per contenere il rincaro energetico nell’ultimo trimestre 2021 e nel 2022.[2] Il sussidio maggiore rispetto al Pil è stato erogato, ad oggi, dalla Spagna (1,6 per cento del Pil). Italia e Francia seguono con una quota di sussidi sul Pil rispettivamente dell’1,1 e dello 0,8 per cento. A livelli più bassi vi sono Germania e Paesi Bassi (0,7 per cento del Pil) e infine il Regno Unito (0,4 percento del Pil).
In seguito si descrivono i nuovi interventi introdotti rispetto alla precedente nota.
L’Italia, stanziando ulteriori 4,4 miliardi con il decreto-legge del 21 marzo 2022 ha portato la cifra impiegata per mitigare l’aumento dei costi dell’energia a circa 19 miliardi complessivi.[3] Tra i principali provvedimenti del decreto:
Inoltre, il recente Documento di Economia e Finanza annuncia nuovi interventi per 5 miliardi entro fine aprile, di cui una parte verrà usata per contenere i costi di carburante e il costo dell’energia.
La Spagna ha stanziato contro il rincaro energetico ulteriori 15 miliardi di euro per il secondo trimestre 2022, portando il totale degli interventi governativi a 20,1 miliardi complessivi.[5] Più precisamente:
La quota stanziata dalla Francia viene rivista a 20,4 miliardi.[6] In particolare:
La Germania ha stanziato ulteriori 16 miliardi per il secondo semestre 2022, aumentando così il totale stanziato a quasi 25 miliardi.[7] Più precisamente, a marzo 2022:
I Paesi Bassi hanno stanziato ulteriori 2,8 miliardi nel marzo 2022 portando così il totale stanziato a 6 miliardi.[8] Nel dettaglio:
[1] Vedi: https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-gli-interventi-governativi-contro-il-rincaro-energetico-in-europa.
[2] Non si considerano gli interventi precedenti l’ottobre 2021 perché più contenuti di quelli successivi. Per esempio, per l’Italia nel terzo trimestre la spesa per sussidi è stata di 1,2 miliardi.
[3] Vedi: Decreto-legge del 21 marzo 2022. Da notare inoltre che la bozza del 18 febbraio 2022 è entrata in vigore il 2 marzo 2022 con il Decreto-legge del primo marzo 2022 per complessivi 5,5 miliardi.
[4] Per sostenere le esigenze di liquidità derivanti dai piani di rateizzazione SACE S.p.A. (società pubblica specializzata nel settore assicurativo-finanziario) rilascia garanzie in favore di banche, di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali.
[5] Vedi: Spain approves emergency package to tackle high energy bills, 29 marzo 2022; Intervención de la vicepresidenta primera en rueda de prensa de consejo de ministros, 29 marzo 2022.
[6] Vedi: EDF warns of €26bn hit from output curbs and energy price, 14 marzo 2022.
[7] Vedi: Germany sets out €16bn aid package to counter soaring energy costs, 24 marzo 2022.
[8] Vedi: Package of measures to cushion the impact of rising energy prices and inflation, 21 marzo 2022.