Stipendi pubblici e privati: un aggiornamento[1]
di Giulio Gottardo
19 gennaio 2021
Le ultime due Leggi di Bilancio hanno destinato risorse consistenti agli adeguamenti contrattuali dei dipendenti della PA. Così come nel triennio 2016-2018, anche nel triennio 2019-2021 le retribuzioni dei dipendenti pubblici aumenteranno più del 6 per cento, cioè molto più rapidamente dell’indice dei prezzi di riferimento (+1,8 per cento) e delle retribuzioni del settore privato (+1,5/+3,0 per cento, a seconda delle ipotesi). Questa dinamica invertirà in gran parte gli effetti del blocco contrattuale 2009-2015, portando il rapporto tra retribuzioni pubbliche e private al di sopra della media 1980-2019.
La nota è stata ripresa da Repubblica in questo articolo del 21 gennaio 2021.
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Dalla fine del blocco degli adeguamenti contrattuali (2009-2015), gli stipendi dei dipendenti pubblici hanno beneficiato di due generose tornate di rinnovi.
La prima, 2016-2018, ispirata dalla necessità di compensare la perdita di potere d’acquisto per i dipendenti delle PA dovuta al blocco, ha comportato un aumento del 6,1 per cento delle retribuzioni pubbliche per unità di lavoro, a fronte di un aumento dell’indice prezzi di riferimento (Ipca) dell’1,8 per cento nello stesso periodo. Di contro, le retribuzioni nel settore privato nel triennio in questione sono cresciute del 2,2 per cento, poco al di sopra dell’incremento dei prezzi.
Con l’approvazione della Legge di Bilancio (LdB) 2021, si è chiuso anche il capitolo degli adeguamenti contrattuali per il triennio 2019-2021, all’insegna di aumenti potenzialmente più generosi di quelli del triennio precedente. Infatti, mentre le previsioni ISTAT circa l’indice dei prezzi indicano di nuovo un aumento contenuto dell’1,8 per cento, l’incremento delle retribuzioni per unità di lavoro nel settore pubblico rispetto al 2018 potrebbe raggiungere il 6,5 per cento a fine 2021. Questo aumento si compone di una crescita moderata nel 2019 (+0,2 per cento, fonte ISTAT) e di un rapido aumento negli anni successivi (+2,1 per cento nel 2020 e +4,1 per cento nel 2021), in base alle stime della Relazione Tecnica alla LdB 2020 e degli stanziamenti aggiuntivi della LdB 2021 (Fig. 1).
L’incremento delle retribuzioni pubbliche nel triennio in corso è quindi principalmente dovuto agli stanziamenti delle ultime due Leggi di Bilancio, con cui sono stati stanziati complessivamente quasi 3,8 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti dei dipendenti delle amministrazioni centrali nel 2021 (di cui 400 milioni con l’ultima LdB). In aggiunta a questo stanziamento, sempre per il solo 2021 vanno considerati altri 2,9 miliardi circa, che le amministrazioni locali e simili dovranno recuperare indipendentemente per rinnovare i loro contratti in linea con quelli dello Stato centrale.
Gli stanziamenti appena descritti hanno inevitabilmente invertito il trend recente del rapporto tra retribuzioni private e pubbliche. Infatti, dopo che il blocco aveva portato questo rapporto appena al di sopra di 1,2 (le retribuzioni nella PA erano del 21,3 per cento maggiori rispetto a quelle private nel 2015), il rapporto potrebbe superare 1,3 a fine 2021 (Fig. 2).
L’andamento del rapporto tra retribuzioni dipende inevitabilmente dalla dinamica delle retribuzioni private nel 2020 e nel 2021. Tuttavia, anche assumendo per le retribuzioni private una crescita sostenuta, al di sopra dell’inflazione e in linea con il triennio 2016-2018 nonostante la crisi economica (Scenario “basso” della Fig. 2), nel 2021 le retribuzioni nella PA arriverebbero comunque a essere del 30,2 per cento superiori rispetto a quelle private. Inoltre, se le retribuzioni private dovessero ristagnare nel 2020 e nel 2021, questa differenza potrebbe salire al 32,1 per cento (Scenario “alto” nella Fig. 2), ovvero un livello simile a quello del 2009. In altre parole, gli adeguamenti contrattuali più recenti porterebbero le retribuzioni pubbliche rispetto a quelle private a un livello superiore alla media degli ultimi decenni (1,28 nel periodo 1980-2019) e relativamente vicino a quello raggiunto appena prima del blocco contrattuale (circa 1,35 tra 2008 e 2009).[2]
Anche se la trattativa sindacale riguardante il rinnovo contrattuale del triennio in corso non è ancora conclusa, le risorse destinate sono definitive (la trattativa in corso concerne soltanto i criteri per la distribuzione delle risorse in questione tra i dipendenti pubblici). Di conseguenza, sembrerebbe che le retribuzioni nel settore pubblico si trovino su un sentiero di crescita sostenuta molto al di sopra dell’inflazione, che potrebbe portarle a livelli simili a quelli pre-blocco.
[1] Si ringrazia Gianni Trovati per la disponibilità e per i chiarimenti forniti circa il funzionamento dei rinnovi contrattuali nella PA.