Università Cattolica del Sacro Cuore

Gli stipendi dei dipendenti pubblici sono troppo bassi?

di Giulio Gottardo

5 dicembre 2020

Lo sciopero del 9 dicembre dei dipendenti pubblici è stato indetto, tra le varie ragioni, anche per protestare contro lo stanziamento del governo per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego nel prossimo triennio, considerato inadeguato. A chi ha fatto notare che, in questo momento, sono i lavoratori del settore privato a sostenere il peso della crisi, è stato risposto che gli stipendi pubblici erano stati erosi dai blocchi al rinnovo dei contratti iniziati nel 2010. Tuttavia, nel 2010 gli stipendi pubblici rispetto a quelli privati erano a un massimo storico. Attualmente il rapporto tra stipendi pubblici e privati non appare particolarmente basso, essendo solo di poco inferiore alla media degli ultimi decenni. Anche confrontando i livelli del rapporto tra stipendi pubblici e stipendi privati con gli altri paesi, non sono attualmente rilevabili grosse anomalie: il blocco dei rinnovi ha portato le retribuzioni degli statali italiani in linea con quelle dei dipendenti pubblici degli altri paesi avanzati.

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I principali sindacati hanno indetto per il 9 dicembre uno sciopero dei dipendenti pubblici, anche perché ritengono insufficienti gli stanziamenti previsti dalla legge di bilancio per i rinnovi contrattuali (400 milioni aggiuntivi all’anno fino al 2023, a cui dovrebbero sommarsi gli 1,1 miliardi annui destinati alle retribuzioni di medici e infermieri).[1] Questo sciopero ha attirato molte critiche alla luce della situazione economica di molti lavoratori privati, specialmente nei settori più colpiti dalla pandemia.[2] I sindacati ribattono che il blocco del rinnovo dei contratti tra 2010 e 2017 ha diminuito eccessivamente gli stipendi pubblici e che un aggiustamento è necessario. Cerchiamo di fare chiarezza.

L’evoluzione del rapporto tra retribuzioni pubbliche e private

Effettivamente, il blocco dei contratti pubblici ha portato a una caduta di questi salari rispetto a quelli privati. Tuttavia, il confronto è incompleto se non si considera il punto di partenza. Infatti, nel 2010, prima del blocco contrattuale, il rapporto tra stipendi pubblici e stipendi privati era sui livelli massimi degli ultimi 40 anni, per effetto di forti aumenti di stipendio nella prima metà degli anni Duemila: uno stipendio pubblico era in media del 35 per cento superiore a uno privato, contro una media di 1,28 dal 1980 al 2019 (Fig. 1, linea superiore).[3] Il blocco aveva portato a una caduta rapida del rapporto, che però aveva ripreso a crescere dal 2017. Nel 2019, il rapporto tra stipendi pubblici e privati era solo di 4 punti inferiore alla media di lungo periodo.[4]

Il confronto internazionale

Oltre al confronto nel tempo, è utile confrontare il rapporto tra stipendi pubblici e privati con quello degli altri paesi. In Italia i dipendenti pubblici, in media, sono tuttora pagati circa il 24 per cento in più rispetto a quelli privati (36.350 euro annui per unità di lavoro contro 29.260). In realtà, un divario a favore dei dipendenti pubblici è comune in molti paesi avanzati e riflette differenze nelle caratteristiche dei lavoratori in questione (istruzione, mansioni, esperienza ecc.). La differenza nelle retribuzioni non dovuta a queste caratteristiche è il cosiddetto wage premium dei dipendenti pubblici, ovvero la retribuzione media aggiuntiva che un dipendente riceve per il semplice fatto di lavorare per la PA. Tenendo conto delle differenze nelle caratteristiche di dipendenti pubblici e privati, studi passati avevano evidenziato come, a metà degli anni 2000, il wage premium effettivo degli statali in Italia fosse attorno al 14 per cento, contro una media del 5 per cento negli altri paesi avanzati.[5] Il wage premium si era poi ridotto ed attualmente risulta in linea con la media estera (Fig. 1, linea inferiore). Di conseguenza, nel confronto internazionale, al momento non sembrerebbe che i dipendenti pubblici italiani siano sottopagati rispetto a quelli privati.

Inoltre, la crisi in corso potrebbe (purtroppo) portare ad una caduta delle retribuzioni private, riavvicinando alla sua media storica il rapporto tra retribuzioni. D’altra parte, i dati potrebbero non riuscire a catturare questo fenomeno, in quanto i salari tendono ad essere molto rigidi anche nel settore privato, portando le crisi (ad esempio 2009 e 2012) a manifestarsi sotto forma di minore occupazione piuttosto che di minori retribuzioni.

Conclusione

In conclusione, l’attuale livello delle retribuzioni dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati è di poco inferiore rispetto alla media degli ultimi quarant’anni, mentre il wage premium è in linea con quello degli altri paesi avanzati. Inoltre, è possibile che la crisi porti ad una caduta delle retribuzioni nel settore privato tale da innalzare questo rapporto di più rispetto allo stanziamento previsto dal governo.


[3] I dati della Fig. 1 sono ricavati direttamente dalla Contabilità Nazionale dell’ISTAT per il periodo 1995 – 2019. Per i 15 anni precedenti, si basano su una ricostruzione della Banca d’Italia fatta a partire dalla Contabilità Nazionale passata.

[4] Il rinnovo del dicembre 2017 non ha riguardato tutti i settori, ma ha funzionato da “apripista”: https://www.agi.it/cronaca/contratto_statali-3390538/news/2018-01-20/ .

[5] Vedi Giordano et al., 2011, “The Public Sector Pay Gap in a Selection of Euro Area Countries”, https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpwps/ecbwp1406.pdf .

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