Università Cattolica del Sacro Cuore

L’utilizzo delle risorse stanziate per investimenti pubblici non ha conseguenze sullo Stato delle finanze pubbliche?

di Andrea Gorga

23 aprile 2019

“...la difficoltà di mettere insieme vari obiettivi: mantenere basso il debito, mantenere basso il deficit e avere più investimenti pubblici. Per fortuna in Italia, in questa fase, questo dilemma è meno forte e stringente di altri dilemmi perché abbiamo abbastanza fondi, come noto. Per investimenti pubblici ci sono stanziamenti non spesi notevoli in Italia nel bilancio pubblico, dobbiamo metterli in moto”.[1] Tria 01/04/2019

Questa dichiarazione suggerisce che nel momento in cui fondi già stanziati vengono effettivamente spesi, non abbiano alcun impatto né sul deficit né sul debito. Non è così. I fondi stanziati incidono sul deficit e sul debito quando effettivamente spesi.

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Durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto dell’OCSE “Economic Survey of Italy 2019”, il ministro Tria ha dichiarato che l’Italia ha molte risorse già stanziate per investimenti pubblici e che un efficiente utilizzo di queste risorse non avrebbe importanti ricadute sulle finanze pubbliche. In effetti la scarsa efficienza dei processi di spesa italiani è nota: i tempi di realizzazione delle opere sono molto lunghi e, a causa di lentezze burocratiche e altri impedimenti, non si riesce spesso a spendere risorse già stanziate.

 

La tesi avanzata dal Ministro e spesso sostenuta da altri esponenti del governo è che un efficientamento dei processi di spesa potrebbe sostenere l’economia senza impattare sullo stato delle finanze pubbliche, visto che i fondi sono già stati stanziati. Questa visione suggerisce che, nel momento in cui i fondi vengono stanziati, questi finiscano direttamente nelle spese del bilancio dello stato e che, quindi, nel momento in cui i fondi vengono effettivamente spesi, non abbiano alcun impatto né sul deficit né sul debito. Non è così. I fondi stanziati, fintanto che non sono utilizzati, non incidono sul deficit e sul debito.

 

Infatti, sulla base delle regole Eurostat, la spesa per investimenti viene contabilizzata come spesa che influisce sul deficit sostanzialmente quando avviene il pagamento dell’opera.[2] Ovviamente poi il debito pubblico aumenta solo quando si emettono titoli pubblici per finanziare la spesa effettivamente fatta.

 

In conclusione, se, come auspichiamo, il governo dovesse riuscire a sbloccare le risorse già stanziate e dare avvio ad un programma di investimenti pubblici, questo inciderebbero sui livelli di deficit e di debito pubblico. Un aumento della spesa per investimenti è stato già previsto nella legge di bilancio per il 2019 per cui se tale maggior spesa, rispetto all’anno scorso, si verificasse questo non causerebbe uno sforamento rispetto a quanto previsto in legge di bilancio. Ma questo non ha nulla a che fare con l’esistenza di un’ampia consistenza di stanziamenti fatti in anni passati e che mai sono stati contabilizzati come deficit o come debito.

 


[1] Per riascoltare la dichiarazione del Ministro, è qui disponibile (minuti da 00:38:00 a 00:38:39): https://www.radioradicale.it/scheda/569844/presentazione-del-rapporto-ocse-economic-survey-of-italy-2019

[2] La contabilità dei conti pubblici europei è basata sul criterio della “competenza”. Tuttavia per gli investimenti la convenzione è quella di usare il momento del pagamento per approssimare il criterio della competenza.

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