Il PNRR prevedeva inizialmente la creazione di 264.480 nuovi posti in asili nido e scuole per l’infanzia entro dicembre 2025; il Piano rivisto dall’attuale governo prevede invece solo 150.480 posti e la scadenza è stata spostata a giugno 2026. Di conseguenza, la copertura prevista a fine progetto scenderebbe da 46 posti a 39 posti ogni cento bambini di 0-2 anni di età. Gli ultimi dati disponibili (per l’anno scolastico 2021/2022) indicano una copertura del 28 per cento, in aumento tendenziale rispetto al passato ma principalmente per il calo del numero di bambini e non per l’aumento dei posti. L’aumento previsto entro il 2026 sarebbe quindi comunque rilevante, ma la copertura resterebbe ancora molto inferiore a quella di altri paesi come Spagna e Francia (più del 55 per cento).
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Diverse precedenti note dell’Osservatorio hanno evidenziato la bassa disponibilità di posti negli asili nido in Italia.[1] Il numero di posti per 100 bambini di 0-2 anni è salito da 26,6 posti, nell’anno scolastico 2019/2020, a 27,5 nel 2021/2022 (l’ultimo per cui i dati sono disponibili).[2] La situazione è dunque lievemente migliorata, ma solo per effetto del calo del numero dei bambini che è sceso più del numero dei posti disponibili (Tav. 1).
La copertura è comunque inferiore sia rispetto all’obiettivo che l’Unione europea aveva posto per il 2010 (33 per cento), sia rispetto a quella di altri Paesi europei, come la Spagna e la Francia (rispettivamente del 55 e del 57 per cento nel 2021/2022).[3]
La distribuzione dei posti è squilibrata sul territorio nazionale: nel Sud, senza alcun progresso negli ultimi due anni, la copertura nel 2021/2022 è stata del 16 per cento, contro il 33 per cento al Nord e il 37 per cento al Centro.
Vista questa situazione, l’investimento 1.1 della Missione 4, Componente 1 del PNRR prevedeva 4,6 miliardi di euro volti alla costruzione, al rinnovo e alla messa in sicurezza di asili nido e scuole per l’infanzia.[4] L’obiettivo era la creazione di 264.480 nuovi posti in asili nido e scuole per l’infanzia entro dicembre 2025. Il recente aggiornamento del PNRR proposto dal governo Meloni e approvato lo scorso 27 novembre dal Consiglio dell’Unione europea ha ridotto l’obiettivo a 150.480 posti (114 mila in meno). Il motivo principale addotto dal governo è la crescita dei costi delle materie prime, che sarebbe emersa nel processo di aggiudicazione degli appalti conclusosi a giugno del 2023.[5] Inoltre, il nuovo obiettivo della creazione di 150.480 posti è stato spostato a giugno 2026.
Per effetto di questi cambiamenti, il grado di copertura previsto al 2026 è ora stimato al 38,6 per cento, contro il precedente 45,5 per cento (al 2025) (Tav. 2).[6] In termini assoluti, invece di prevedere quasi 194.000 posti di asili nido, ne verrebbero resi disponibili solo poco più di 110.000 (-43 per cento).
Peraltro il calo della copertura è “mitigato” dalla diminuzione delle stime sulla popolazione di 0-2 anni nel 2026 (da 1.220.114 a 1.194.320 bambini; Tav. 2), dovuta al più rapido calo demografico: se usassimo le stime precedenti, l’obiettivo di copertura scenderebbe al 37,7 per cento, un punto in meno.
[1] Si vedano le nostre precedenti note: “Un aggiornamento sulla situazione degli asili nido in Italia”, 7 maggio 2022; “Quanto aumenta la disponibilità degli asili nido con il PNRR”, 5 novembre 2021; “La questione degli asili nido del PNRR”, 14 maggio 2021; “Asili nido: a che punto siamo e quante risorse servirebbero per potenziarli”, 8 luglio 2020.
[2] Gli ultimi dati rilasciati sull’argomento sono quelli del comunicato stampa Istat: “Offerta di nidi e servizi integrativi per la prima infanzia – Anno educativo 2021/2022”, Istat, 23 novembre 2023.
[3] Si veda l’indagine EU-SILC: “Living conditions in Europe – childcare arrangements”, Eurostat.
[4] Si veda la Missione 4, Componente 1, sul “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università”, del PNRR, p. 180.
[5] L’aggiudicazione dei contratti entro giugno 2023 è una “milestone”, ossia un obiettivo intermedio dell’investimento 1.1. Anche qui la scadenza originaria (marzo 2023) è stata posticipata.
[6] Questa stima è basata sull’ipotesi che il taglio di 114.000 posti tra asili nido e scuole dell’infanzia sia ripartito proporzionalmente rispetto all’originale ripartizione dei 264.489 posti tra i due tipi di istituto. Questa ripartizione era stata a sua volta stimata nella precedente nota “Un aggiornamento sulla situazione degli asili nido in Italia”, 7 maggio 2022, in base al costo medio di produzione di un posto di asilo nido (16.000 euro) e della ripartizione della spesa prevista di 4,6 miliardi tra costruzione di asili nido (3,1 miliardi), costruzione di scuole per l’infanzia (800 milioni) e per spese di gestione per entrambe gli istituti (900 milioni); si veda “Asili nido e scuole dell’infanzia”, Ministero dell’Istruzione e del Merito.