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Quali famiglie hanno beneficiato maggiormente dei sussidi contro i rincari?

08 luglio 2022

Intermedio

Quali famiglie hanno beneficiato maggiormente dei sussidi contro i rincari?

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Con l’ultimo decreto, il Governo ha stanziato circa 19 miliardi di euro per aiutare le famiglie italiane a contrastare il caro-prezzi. I sussidi ricevuti dalle famiglie in rapporto alla spesa totale per consumi decrescono mano a mano che cresce la classe di spesa (e presumibilmente di reddito) in cui si trovano. I sussidi in euro, invece, decrescono al crescere del consumo (e del reddito) ma di molto meno e tornano a crescere, anche se solo leggermente, per le classi con consumi (e presumibilmente redditi) più elevati. Questo è dovuto al fatto che chi ha consumi più elevati beneficia in modo maggiore dei sussidi aperti a tutti i consumatori.

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Il Governo ha stanziato circa 19 miliardi di euro per aiutare le famiglie italiane a fronte degli aumenti dei prezzi (soprattutto) energetici, tenendo conto di tutte le misure approvate da fine settembre 2021 al 30 giugno 2022.[1] In termini di stanziamento complessivo, la misura più consistente è l’abolizione degli oneri di sistema per l’elettricità da ottobre 2021 per un valore di 7,25 miliardi di euro (Fig. 1). Il Bonus 200 euro contro l’inflazione stanziato a maggio assorbe circa terzo degli stanziamenti (6,8 miliardi). Infine, il Bonus sociale luce e gas, la riduzione delle accise sui carburanti e la riduzione di oneri di sistema e IVA sul gas assorbono complessivamente un quarto dello stanziamento totale.

Con quali criteri vengono assegnati?

Poco meno della metà di questi stanziamenti è assegnato sulla base della condizione socio-economica dei beneficiari, mentre la maggior parte è destinata a tutte le famiglie. Sono due le misure erogate che impongono delle condizionalità sulla situazione economica:

  • Il bonus 200 euro anti inflazione (una tantum) è destinato ai percettori di redditi da lavoro dipendente o da pensione con una retribuzione annua lorda (RAL) inferiore a 35mila euro. Anche i possessori di partita IVA ne beneficeranno, ma l’importo e i criteri di assegnazione non sono stati ancora stabiliti. Il bonus verrà erogato a partire da luglio.
  • Il Bonus luce e gas (potenziato dal quarto trimestre 2021 al terzo trimestre 2022) costituisce un sostegno alla spesa sostenuta dalle famiglie in condizioni di disagio fisico o economico. L’importo del beneficio dipende dall’ISEE della famiglia, dalla numerosità del nucleo familiare e dal periodo considerato. Per il gas, inoltre, si tengono in considerazione anche l’uso finale e la fascia climatica in cui si trova l’abitazione.

I restanti sussidi non sono condizionati al reddito e vanno in pratica a tutte le famiglie (o quasi):

  • L’abolizione degli oneri di sistema per l’elettricità (dal quarto trimestre 2021 al terzo trimestre 2022) riguarda tutte le famiglie che hanno un contatore con potenza inferiore a 16,5 kW. Al di sotto di questi limiti rientrano praticamente tutte le utenze domestiche, dunque questo sussidio è erogato a tutte le famiglie.[2] I maggiori beneficiari sono coloro che utilizzano più elettricità, dato che lo sconto in bolletta è proporzionale all’energia elettrica consumata.[3]
  • Anche l’eliminazione degli oneri di sistema e la riduzione dell’IVA sul gas (dal quarto trimestre 2021 al terzo trimestre 2022) non seguono alcun criterio per selezionare la platea delle famiglie beneficiarie, perciò chi ha consumi maggiori ne trae un maggior beneficio in termini assoluti.
  • La riduzione delle accise sui carburanti (dal 22 marzo al 2 agosto 2022) è pari a 0,25 centesimi su ogni litro di carburante. Lo sconto totale, tenendo anche conto dell’effetto sull’IVA, è però pari a 30,5 centesimi al litro. Questo implica che maggiore è la quantità di carburante acquistata e maggiore sarà il risparmio in termini assoluti.

Quali famiglie traggono un vantaggio maggiore?

Il valore dei sussidi ricevuti in percentuale alla spesa totale equivalente delle famiglie (misurata nel 2020) decresce quando ci si sposta nei quinti di spesa più elevati (Fig. 2).[4] Il primo quinto (il 20 per cento dei consumatori con minori consumi) riceve sussidi per circa il 6 per cento della spesa complessiva. Questo valore si dimezza per il quinto centrale e diventa quattro volte più piccolo per le famiglie nel quinto più alto. Dato che, presumibilmente, i consumi sono largamente proporzionali al reddito, la Fig. 2 suggerisce che i sussidi, in percentuale al reddito, abbiano supportato in modo maggiore i meno abbienti rispetto a chi ha un reddito elevato.

Le cose cambiano, almeno in parte, se guardiamo alla distribuzione di sussidi in termini assoluti, cioè di euro per famiglia (Fig. 3): la cifra ricevuta diminuisce passando dal primo al terzo quinto di spesa, ma torna a risalire per i quinti di spesa più alti. Le famiglie nel primo quinto (con consumi minori e presumibilmente redditi minori) ricevono comunque il valore maggiore di sussidi (860 euro in media), ma anche la famiglia nel quintile che consuma di più (e che probabilmente ha un reddito più elevato) riceve una cifra non molto distante (772 euro in media). Questo accade perché chi consuma di più, pur non avendo accesso a tutti i benefici (per esempio ai 200 euro per chi ha redditi inferiori ai 35.000 euro) avendo probabilmente un reddito più alto, ha un beneficio maggiore, in termini di euro, dai sussidi che sono erogati a tutti i consumatori semplicemente perché ha maggiori consumi.  

Guardiamo le cose in maggior dettaglio. I sussidi che sono erogati in base alla condizione economica decrescono rapidamente al crescere della classe di spesa equivalente delle famiglie. Per quanto riguarda il Bonus sociale luce e gas, stimiamo che la maggior parte delle famiglie beneficiarie si collochi nel primo quinto di spesa e solo una parte minoritaria nel secondo quinto. Una parte consistente di questo aiuto è dovuto agli stanziamenti integrativi (ma temporanei) che sono stati allocati nei trimestri invernali. Il Bonus 200 euro avvantaggia i quinti di spesa più bassi: le famiglie nel primo quinto ricevono in media 356 euro, quindi spesso entrambi i percettori di reddito della famiglia beneficiano del bonus.

I sussidi erogati in base al consumo invece crescono man mano che ci si sposta nelle classi di spesa più elevate. Questo perché le famiglie che consumano maggiormente questi beni nel periodo interessato dai sussidi (e che probabilmente hanno un reddito più alto) sono anche quelle che beneficiano maggiormente di questi aiuti. Le famiglie nel primo quinto ricevono circa 285 euro, mentre quelle nell’ultimo ricevono poco meno di 530 euro. Inoltre, queste misure tendono ad avvantaggiare le famiglie con spese più alte anche in proporzione alla spesa sostenuta: il sussidio sulla spesa per l’acquisto di questi beni è dell’11 per cento per il primo quinto e del 13 per cento per l’ultimo. La causa di ciò è la riduzione dell’IVA al 5 per cento sul gas. La struttura dell’IVA sul gas è infatti a scaglioni: per consumi inferiori a 480 metri cubi l’IVA è pari al 10 per cento, mentre per la parte eccedente l’IVA è pari al 22 per cento. Di conseguenza, chi consuma più gas beneficia in maniera proporzionalmente maggiore del taglio dell’IVA al 5 per cento. I restanti interventi crescono invece linearmente all’aumentare del consumo.

Appendice metodologica

Quest’appendice contiene le metodologie utilizzate per determinare il valore dei sussidi per quinti di spesa.

Bonus 200 euro: poiché l’analisi è basata sulle spese di una famiglia di due componenti, il valore del Bonus assegnato a ogni famiglia va da un massimo di 400 a un minimo di zero euro. La cifra per quinto di spesa è determinata moltiplicando il valore massimo per la probabilità (per quinto di spesa) che entrambi i componenti della famiglia percepiscano il bonus. Questa probabilità è stimata utilizzando il dataset sui Bilanci delle famiglie italiane di Banca d’Italia.[5] Per ogni famiglia si calcola la spesa equivalente e la probabilità che tutti i percettori di reddito siano assegnatari del bonus. Successivamente, si stima una modello dove la probabilità che tutti i componenti percepiscano il bonus è regredita rispetto alla spesa equivalente. Infine, il modello è usato per predire qual è la probabilità che tutti i componenti della famiglia percepiscano il sussidio per quinti di spesa.  Ad esempio, la spesa equivalente media di una famiglia nel primo quinto di spesa è pari circa 14mila euro l’anno.[6] Il modello stima che per questo livello di spesa i redditi di tutti i componenti della famiglia siano inferiori ai 35mila euro nel 90 per cento dei casi circa. Di conseguenza, il valore assegnato al primo quinto è calcolato come 0,9*400.

Bonus sociale luce e gas: il valore del bonus per quinto di spesa è calcolato moltiplicando la cifra corrisposta per ogni famiglia per la frequenza delle famiglie percettrici del bonus nel quinto. I nuclei percettori del Bonus luce e gas sono circa 1,5 milioni (dato 2020, fonte ARERA). Si assume che questa cifra cresca del 10 per cento in seguito all’estensione del bonus e che il 70 per cento delle famiglie che accedono al bonus di collochi nel primo quinto e la restante parte nel secondo quinto. Secondo le stime ISTAT del 2019, le famiglie italiane sono circa 26 milioni. Dunque, ci sono circa 5 milioni di famiglie per quinto di spesa. Sotto queste assunzioni, circa il 20 per cento delle famiglie nel primo quinto e il 10 per cento di quelle nel secondo percepirebbe il bonus. Il valore monetario del bonus luce è stabilito prendendo come riferimento gli importi stabiliti da ARERA per una famiglia con al più 2 componenti (496 euro da ottobre 2021 a settembre 2022). Per quanto riguarda il gas, invece, l’importo considerato è quello di una famiglia con al più quattro componenti che usa il gas per riscaldamento, acqua calda sanitaria e uso cottura nella zona climatica D (514 euro da ottobre 2021 a settembre 2022).[7]

Eliminazione oneri di sistema su gas e elettricità, riduzione dell’IVA sul gas e riduzione delle accise sui carburanti: per i sussidi che crescono con il consumo, si determina quante unità di bene siano consumate per quinto di spesa e successivamente si calcola il sussidio per livello di consumo. Il consumo di questi beni per il relativo periodo è calcolato partendo dalle spese equivalenti sostenute nel 2019 e tenendo conto dei prezzi medi nello stesso anno. Il consumo di elettricità è calcolato usando le tabelle che legano spesa e consumo nel mercato tutelato pubblicate da Acquirente Unico.[8] Il consumo di gas è calcolato dividendo la spesa per i prezzi medi per metro cubo nel mercato tutelato.[9] Infine, il consumo di carburanti è calcolato dividendo la spesa per una media ponderata (60/40) tra il prezzo della benzina e del gasolio forniti dal monitoraggio del MITE.[10]

 

La tav. A1 contiene le stime dei consumi nel periodo interessato dai sussidi e la spesa equivalente nel 2019 per quinto di spesa. A partire da questi dati sono calcolati i valori dei sussidi. Per gli oneri di sistema su elettricità e gas il valore dello sconto è posto pari agli oneri che sarebbero stati pagati sostenendo questi livelli di consumo. La sconto sull’IVA del gas è calcolato come la differenza dell’IVA pagata con e senza il sussidio per livello di consumo (tenendo conto della riduzione degli oneri di sistema). Infine, per i carburanti si considera un sussidio di 30,5 centesimi per ogni litro consumato.


[1] Lo stanziamento complessivo da settembre 2021 a giugno 2022 è di circa 38 miliardi, metà dei quali sono diretti alle famiglie e l’altra metà alle imprese. La metodologia usata per determinare gli aiuti diretti alle famiglie si trova nell’appendice alla nota Chi ha beneficiato dei pacchetti di sostegno a famiglie e imprese erogati da settembre 2021 a oggi? del 3 giugno 2022 dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani.

[2] Vedi pag. 107 della relazione annuale ARERA 2021.

[3] Per le case di residenza gli oneri costituiscono un costo aggiuntivo direttamente proporzionale al consumo. Nelle case non di residenza la spesa per oneri comprende anche una quota fissa. Nell’ultimo trimestre 2021 gli oneri sono stati dimezzati, per poi essere completamente annullati dal 2022.

[4] La spesa equivalente è la spesa che sosterrebbe una famiglia nel caso in cui fosse composta da due membri. Ordinando le famiglie per spesa equivalente è possibile dividerle in cinque gruppi di uguale numerosità (i quinti). Per ogni quinto viene riportato il valore medio della spesa e del sussidio. Vedi l’Appendice per la metodologia seguita per assegnare le risorse alle diverse classi di spesa. I risultati della Fig. 2 sono simili a quelli pubblicati dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio che però, al contrario di questa nota, non considera la distribuzione dei sussidi in valore assoluto (Fig. 3).

[6] Vedi la spesa per consumi delle famiglie italiane dell’ISTAT.

Un articolo di

Edoardo Bella

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