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Il costo del programma del Movimento 5 Stelle

09 settembre 2022

Intermedio

Il costo del programma del Movimento 5 Stelle

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Si elencano di seguito le principali misure del programma del M5S. Come altri partiti, anche il programma del M5S non quantifica i costi delle misure e non dice nulla sulle possibili coperture. Il costo annuo da noi stimato delle principali misure è di circa 65 miliardi di euro. Tuttavia, dal momento che molte misure non sono valutabili, il costo reale è più elevato.

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È utile avvisare il lettore che:

  1. il programma del M5S non dice nulla sui costi delle misure proposte o sulle coperture;
  2. di conseguenza, non è presente il vincolo del bilancio pubblico e nulla si sa su come il M5S intenderebbe affrontare la prossima legge di bilancio;
  3. espressioni come “spending review” o “revisione della spesa” sono del tutto assenti;
  4. il programma del M5S cita una sola volta il PNRR, per cui è difficile capire quanto delle spese proposte siano già finanziate in base agli accordi con la Commissione Europea.

Di seguito vengono descritte le principali voci di spesa che siamo riusciti a stimare (si veda Tav. 1). Nel descrivere queste voci, è doveroso sottolineare il fatto che quantificare i costi non implica un nostro giudizio in merito alle misure proposte.

 

  1. Settore idrico. Il linguaggio usato dal M5S sul tema infrastrutture è piuttosto criptico. L’unica misura quantificabile sul tema è l’incremento degli investimenti nel settore idrico, in particolar modo al Mezzogiorno. Il costo previsto di tale manovra dovrebbe essere di circa 8 miliardi.[1]
  2. Cancellazione dell’Irap. Il M5S promette “un fisco semplice e più leggero”. Per raggiungere questo obiettivo si propone di cancellare l’IRAP a beneficio di tutte le imprese. Il costo stimato è poco più di 12 miliardi di euro annui.[2]
  3. Cuneo fiscale. Si propone il taglio del cuneo fiscale per imprese e lavoratori. Perché la misura abbia effetti di rilievo sia sui lavoratori che sulle imprese è difficile che costi meno di 20 miliardi.[3]
  4. Superbonus. La proposta è “lo sblocco e la circolazione dei crediti di imposta legati al Superbonus”. Il costo di questa misura dovrebbe essere attualmente di 2,8 miliardi circa.[4]
  5. Decontribuzione Sud. Il M5S propone di renderla strutturale. Attualmente lo sgravio è previsto nella misura massima (30%) fino al 2025, per poi calare sino a zero nel 2031. Il costo a regime stimato dalla Ragioneria dello Stato è di 4,8 miliardi.
  6. Equiparazione congedo paternità e maternità. Il costo stimato di questa misura è di 630 milioni all’anno, ipotizzando 30 giorni di congedo paterno.[5] Considerando che attualmente sono previsti 10 giorni di congedo paterno, la spesa aggiuntiva sarebbe i due terzi di 630 (ovvero 420 milioni all’anno).
  7. Adeguamento degli stipendi degli insegnanti. Per portare le retribuzioni medie degli insegnanti italiani al livello medio dell’Eurozona occorrono 11,6 miliardi.[6]
  8. Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa. Mantenendo dotazioni in linea con quelle attuali, il costo per le finanze pubbliche di questa misura è tra 250 e 300 milioni annui.
  9. Riscatto gratuito della laurea. Il costo stimato dall’Inps è di 4-5 miliardi.[7]

 

Altri costi

Altri costi potenzialmente rilevanti sono:

  1. misure a favore dei giovani, dell’imprenditoria femminile e per la tutela del made in Italy;
  2. “Smart Road”, ovvero “strade intelligenti” che combinerebbero alto tasso di tecnologia e basso impatto ambientale;
  3. “Progetto Mediterraneo” con l’obiettivo di promuovere e sviluppare l’”economia di mare”;
  4. proroga dello sgravio contributivo al 100 per cento per l’assunzione di donne disoccupate e sgravio per l’assunzione delle donne in gravidanza;
  5. stabilizzazione delle agevolazioni edilizie sugli immobili per migliorare i livelli di risparmio energetico;
  6. anticipo dell’età pensionabile per le mamme lavoratrici e proroga di opzione donna per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro;
  7. “Pensione garanzia giovani” per stanziare risorse necessarie a garantire una pensione dignitosa ai giovani con carriere lavorative discontinue e precarie.

[1] Il costo per colmare il gap con il resto d’Europa nel settore idrico sarebbe di 8 miliardi di euro al netto dei fondi stanziati dal PNRR (4,3 miliardi). Bisogna inoltre aggiungere una cifra di 6 miliardi all’anno per migliorie e manutenzione. Per maggiori dettagli vedi: “Servono oltre 12 miliardi d’investimenti sulla rete idrica”, Il sole 24 ore, 27 Novembre 2021. Di conseguenza, la cifra totale annuale (considerando un’intera legislatura) è di 7,6 miliardi.

[2] Il gettito IRAP del 2021 è stato di 13.3 miliardi di euro. La legge di bilancio 2022 ha però abolito l’IRAP per i lavoratori autonomi, le ditte individuali, e i professionisti per 1,27 miliardi.

[3] Il numero di lavoratori dipendenti e assimilati era di 20,6 milioni di unità. Per maggiori dettagli sul calcolo, si veda la nostra nota della scorsa settimana: https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-la-lista-della-spesa-del-pd

[4] Il risultato è ottenuto da uno studio Enea: al 31 agosto 2022 vi erano 47 miliardi di detrazioni previste a fine lavori e 33 miliardi di detrazioni maturate per lavori conclusi. Lo stanziamento sarebbe di complessivi 14 miliardi che abbiamo suddiviso considerando 5 anni di legislatura. 

[5] Questo si ottiene prendendo i 404.892 nati nel 2020, un reddito medio di 2.100 euro e considerando che solo il 74% degli uomini con figli piccoli è lavoratore dipendente (stime Tortuga).

[6] Si veda la nota OCPI del 10.09.2022: “Quanto costerebbe adeguare lo stipendio degli insegnanti al livello medio europeo?” a cura di Michela Garlaschi.

[7] Questo è il dato fornito dal Presidente dell’Inps in un’audizione alla Commissione Lavoro delle Camera il 12 ottobre 2021. Si veda minuto 50 al link https://webtv.camera.it/evento/19113

Un articolo di

Francesco Bortolamai

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