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Anche nel 2025 le entrate dello Stato stanno andando meglio del previsto

26 giugno 2025

Intermedio

Anche nel 2025 le entrate dello Stato stanno andando meglio del previsto

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Nel 2024, le entrate della Pubblica Amministrazione sono state molto più alte del previsto. I dati del primo quadrimestre del 2025 per le entrate tributarie e contributive suggeriscono che queste potrebbero eccedere significativamente sia le previsioni della Legge di Bilancio sia quelle del Documento di Finanza Pubblica dello scorso aprile.

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Nel 2024, le entrate della Pubblica Amministrazione hanno superato di 43 miliardi le previsioni dell’ottobre 2023.[1] Le prime indicazioni sul 2025 suggeriscono che anche quest’anno le entrate eccedano le previsioni.

Le previsioni per il 2025

La Legge di Bilancio del 2025 prevedeva entrate totali per 1.065 miliardi nel 2025, in aumento del 4,2% rispetto al 2024. Quando la Legge venne chiusa, non erano però ancora disponibili i dati definitivi sul 2024. Questi sono risultati più alti del previsto per 11 miliardi. Alla luce di questo sviluppo, il Documento di Finanza Pubblica (DFP) dell’aprile 2025 ha rivisto verso l’alto sia il dato delle entrate per il 2024 sia la previsione per il 2025. Le entrate previste sono adesso 1.073 miliardi, in crescita del 3,8% rispetto al 2024 (Tav.1), contro un aumento del Pil nominale previsto per il 2025 del 2,9%.[2]

Al maggiore aumento delle entrate previste rispetto al Pil nominale contribuiscono l’aumento dei contributi a fondo perduto del PNRR per 7 miliardi e il modo con cui è stato rivisto il taglio del cuneo fiscale, che aumenta le entrate per 2 miliardi (con un incremento della spesa che più che compensa l'aumento delle entrate).

I primi dati del 2025

I dati contenuti nei bollettini mensili del Mef sulle entrate tributarie e contributive suggeriscono che le entrate nel 2025 saranno più elevate di quanto previsto sia dalla Legge di Bilancio sia dal DFP di aprile. Secondo il DFP, nel 2025 le entrate tributarie e contributive dovrebbero crescere del 3,1% (contro il sopracitato 3,8% per le entrate totali). Tuttavia, tra gennaio e aprile queste sono aumentate del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Le imposte dirette, contrariamente alla leggera diminuzione prevista (-0,1%), sono aumentate del 4,2%. Meno marcato, ma comunque notevole, è il miglioramento rispetto alle previsioni delle indirette (3,8% contro 1,9%). Solo la crescita dei contributi (8,1%) è leggermente inferiore a quella del DFP (8,3%).[3]

Se questo scarto nei tassi di crescita fosse mantenuto per il resto dell’anno, le entrate tributarie e contributive dovrebbero eccedere quelle previste nel DFP di 26 miliardi e quelle della Legge di Bilancio di 31 miliardi.

 


[1] Le maggiori entrate sono spiegate da vari fattori, principalmente: le maggiori entrate del 2023, che hanno spinto in alto la base di partenza; l’ottimo andamento dei mercati finanziari, che ha aumentato le ritenute complessive su rendite finanziarie e da capitale: l’andamento sopra le aspettative del mercato del lavoro, che ha aumentato la base imponibile IRPEF. Per approfondire, vedi la nostra precedente nota “Boom di entrate tributarie nel 2024: perché?”, 15 maggio 2025.

[2] Le nuove previsioni del DFP superano le vecchie di 8 miliardi, anche se le maggiori entrate per il 2024 sono 11: i 3 miliardi di differenza sono riferibili a un ribasso nelle previsioni sulle imposte indirette, dovuto al peggioramento delle condizioni macroeconomiche.

[3] È cresciuto molto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno il recupero dell’evasione (8,8%), per il quale il governo non fa previsioni specifiche: i dati riportati si riferiscono alla somma di versamenti diretti, ossia avvenuti a seguito della segnalazione, da parte dell’Agenzia delle Entrate, di discrepanze o irregolarità nelle dichiarazioni fiscali, e alla rottamazione cartelle. In valore assoluto, l’impatto del maggiore recupero dell’evasione rispetto al 2024 (401 milioni) è però modesto.

Un articolo di

Gianmaria Olmastroni

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