Università Cattolica del Sacro Cuore

Quanto sono stati utilizzati i bonus?

di Raffaela Palomba

27 febbraio 2021

Tra i vari bonus disponibili per incentivare la spesa durante la pandemia, il bonus per le auto a basse emissioni, il bonus per connessione a internet e il Cashback sono quelli che hanno maggiormente interessato i cittadini. Anche il bonus mobilità e il bonus baby-sitting sono stati utilizzati in misura significativa finora e possono essere considerate misure di successo. Gli altri bonus sono partiti meno rapidamente e non promettono bene, compreso il Superbonus del 110% sulle ristrutturazioni verdi.

La nota è stata ripresa da Repubblica in questo articolo dell'1 marzo 2021.

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Tra 2020 e 2021 (e in alcuni casi anche nel 2022) vari bonus sono stati messi a disposizione dal governo per sostenere la domanda in un momento di pesante crisi. Quanto sono stati utilizzati questi bonus? La Figura 1 mostra quanta parte delle risorse stanziate è stata utilizzata (barra blu) e quanta ne sarebbe utilizzata potenzialmente entro le rispettive scadenze se il ritmo delle richieste si mantenesse costante (barra blu più barra gialla).

Tra i bonus precedenti la pandemia, c’è l’Ecobonus per l’acquisto di veicoli a emissioni ridotte, introdotto nel 2019 e modificato e rifinanziato nel corso del 2020. Il totale delle risorse stanziate per il 2021 è pari a 732 milioni.[1] Di queste risorse sono disponibili al 25 febbraio 473 milioni e sono state utilizzate per il 36 per cento. In particolare, le agevolazioni che più stanno interessando i consumatori sono quelle per acquisti di veicoli a zero emissioni non esclusivamente elettrici e di veicoli con emissioni comprese tra i 61 e i 135 g/km di CO2: i fondi per i primi sono terminati, mentre quelli per i secondi sono stati usati al 58 per cento. Di questo passo, è ragionevole aspettarsi che le risorse per il 2021 verranno impiegate totalmente.

Le risorse per il bonus per l’acquisto di connessioni internet con annesso pc o tablet, pari a 200 milioni, sono state utilizzate finora per 62 milioni (il 30 per cento delle risorse complessive), di cui 20 sono stati prenotati ma non ancora spesi.[2] La misura è partita a novembre 2020, quindi ha prodotto tali risultati in tre mesi e mezzo e dovrebbe durare fino a esaurimento delle risorse e non oltre l’anno dall’introduzione. Tenendo conto di ciò e ipotizzando, inoltre, che i bonus prenotati vengano tutti attivati e che il ritmo si mantenga costante nei successivi trimestri (circa 50 milioni per trimestre), la misura riuscirebbe a utilizzare tutte le risorse messe a disposizione entro un anno dall’introduzione.

Il Cashback è la misura introdotta allo scopo di incentivare la spesa se effettuata con pagamenti elettronici. Tra l’8 e il 31 dicembre 2020 si è svolta la fase sperimentale. Il primo semestre di Cashback vero e proprio ha avuto inizio il 1° gennaio scorso e si concluderà il 30 giugno 2021. Le risorse stanziate per la fase sperimentale, pari a 227,9 milioni, sono state utilizzate quasi completamente, per 222,6 milioni di rimborsi a oltre 3,2 milioni di persone (su 5,8 milioni di iscritti).[3] Per quanto riguarda il 2021 e il primo semestre del 2022, le risorse a disposizione sono pari a circa 4 miliardi, egualmente ripartite per i tre semestri. Finora è stato utilizzato il 5,2 per cento delle risorse complessivamente disponibili. Il numero di iscritti è aumentato di 1,8 milioni in due mesi; con questo ritmo arriverebbe a 11 milioni in sei mesi e, considerato il più lungo arco di tempo per effettuare le transazioni minime necessarie, gli aventi diritto al rimborso potrebbero eccedere (in percentuale) quelli della fase sperimentale.[4] Sulla base di queste ipotesi, la percentuale di risorse utilizzate arriverebbe al 90 per cento.

Il bonus mobilità, cioè quello per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici e altri mezzi di trasporto sostenibili, è stato finanziato con 215 milioni di euro. La prima tornata di richieste si è svolta il 3 novembre in un cosiddetto “click-day” che ha esaurito tutti i fondi messi a disposizione. In realtà, però, secondo un rapporto del Ministero dell’Ambiente del 15 dicembre 2020, sono stati spesi effettivamente 170 milioni in questa prima fase, poiché richieste per 44 milioni non sono state accettate per diversi motivi. Per la seconda fase, che è durata dal 14 gennaio al 15 febbraio, la legge di bilancio 2021 ha stanziato ulteriori 100 milioni di euro (che si aggiungono ai 45 inutilizzati nella prima fase). Rispetto alle risorse complessive, pari a 315 milioni, l’utilizzo è attualmente al 54 per cento. Ipotizzando che per le nuove risorse ci sia lo stesso grado di utilizzo delle passate, la percentuale di utilizzo complessiva sarebbe del 79 per cento.

Il bonus baby-sitting prevedeva la possibilità di richiedere, in alternativa al congedo parentale, un contributo per l’acquisto di servizi di baby-sitting o, dal decreto Rilancio in poi, per il pagamento delle rette di centri estivi. Le prestazioni dovevano essere eseguite entro il 31 agosto 2020 e le domande per l’accredito devono essere presentate entro il 28 febbraio 2021.[5] Il numero di domande pervenute al 21 gennaio è pari a 1,3 milioni; ipotizzando un valore medio di 860 euro, la spesa complessiva ammonterebbe a circa 1,1 miliardi. L’utilizzo, quindi, sarebbe pari al 70 per cento dello stanziamento, pari a 1,6 miliardi.[6] Tenendo conto del forte rallentamento nelle domande registrato nelle prime settimane del 2021, è difficile che l’utilizzo finale si scosti molto da questa cifra.

Il bonus vacanze ha generato 1,89 milioni di richieste per un valore pari a 829,4 milioni di euro, 440 euro per bonus in media.[7] I bonus già utilizzati sono pari a circa 335 milioni di euro (tenendo conto dell’importo medio di 440 euro) a fronte di 2,4 miliardi stanziati per il 2020 e il 2021. La misura, quindi, appare poco utilizzata rispetto a quanto preventivato: finora solo il 14 per cento delle risorse messe a disposizione è stato speso. Visto che la scadenza per l’inoltro delle richieste era il 31 dicembre 2020, se anche venissero spesi tutti i buoni generati entro la scadenza (attualmente il 30 giugno 2021), le risorse utilizzate corrisponderebbero solo al 35 per cento di quelle disponibili.

Il bonus tv, partito il 18 dicembre 2019, ha portato a un anno dalla sua introduzione all’acquisto di 300 mila dispositivi tra tv e decoder, per 15 milioni di euro erogati;[8] dopo due mesi, al 16 febbraio, gli acquisti sono pari a 415 mila, per un valore complessivo di 21 milioni.[9] Visto l’incremento delle risorse previsto per il 2021 dalla recente legge di bilancio, le risorse complessive per il bonus tv sono pari a 251 milioni. La quota di risorse già utilizzate, quindi, è l’8,3 per cento. Se l’andamento delle richieste dovesse continuare con questo ritmo (maggiori bonus per 6 milioni di euro in due mesi), al 31 dicembre 2022 si avrebbero richieste per circa 90 milioni complessivi, pari al 35 per cento delle risorse.

Il Superbonus 110% riconosce un credito d’imposta per interventi di isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale e ristrutturazione antisismica. I crediti d’imposta maturati dall’inizio del provvedimento (luglio 2020) fino all’8 febbraio ammontano a 340 milioni (2,3 per cento dei maggiori oneri previsti).[10] La lentezza iniziale potrebbe essere in parte imputata alla minore spesa che ha caratterizzato i primi mesi in cui è diventata operativa; il ritmo delle richieste, infatti, è aumentato a inizio 2021: in un mese ci sono stati nuovi crediti d’imposta per 140 milioni. Ipotizzando che questo ritmo venga mantenuto fino a giugno 2022, l’utilizzo potenziale sarebbe del 19 per cento, comunque molto basso. Infatti, va sottolineato che contribuiscono alle poche richieste anche l’eccesso di burocrazia e la complessità normativa: secondo un’indagine svolta da mUp Research e Norstat per Facile.it, oltre 3 milioni di italiani che erano interessati alla misura hanno poi rinunciato per la quantità di documenti necessaria, mentre più di 6 milioni ha dichiarato di non capire bene come funzioni l’agevolazione.[11]

L’efficacia dei bonus analizzati, dunque, è stata molto eterogenea. Il bonus per auto a emissioni ridotte, per connessione a internet e il Cashback sono le misure che sembrano aver interessato maggiormente i cittadini. Seguono il bonus mobilità e il bonus baby-sitting. I bonus che hanno avuto la partenza più lenta sono stati il bonus tv, il Superbonus 110% e il bonus vacanze. Per quest’ultimo, poi, il tempo per le richieste è terminato ed è quindi certo che tale misura non ha funzionato come previsto.


[2] Si veda: https://bandaultralarga.italia.it/scuole-e-voucher/dashboard-voucher/. Il dato è aggiornato quotidianamente.

[4] Si ipotizza che gli aventi diritto al rimborso siano l’80 per cento dei partecipanti mentre nella fase sperimentale sono stati il 55 per cento. Inoltre, si ipotizza una diversa distribuzione delle diverse fasce di rimborso, con maggior numero di persone avente diritto alle fasce più alte, in ragione del maggior tempo a disposizione.

[5] Si veda: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=54729. Nelle zone rosse le prestazioni potevano essere eseguite anche tra il 9 novembre e il 3 dicembre, come stabilito dal decreto Ristori-bis.

[6] Si veda: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=54792. Il valore medio di 860 euro è ottenuto come media pesata per i contributi previsti per il bonus per i dipendenti del settore privato (600 euro nel Cura Italia e 1000 euro nel Decreto Rilancio) e di quello pubblico (1000 euro nel Cura Italia e 1200 euro nel decreto Rilancio), tenendo conto che i dipendenti del settore pubblico costituiscono circa il 20 per cento del totale.

[9] Dati Mise.

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