Il piano francese di rilancio dell’economia
di Giulio Gottardo
11 settembre 2020
Il Governo francese ha pubblicato il piano di rilancio dell’economia per i prossimi anni. Il piano contiene 100 miliardi di misure negli ambiti di sostenibilità ambientale, competitività e coesione sociale e territoriale. La quasi totalità degli interventi sono investimenti mirati a modernizzare il tessuto economico, con un’attenzione particolare all’innovazione, all’efficienza energetica, alla formazione e alle politiche attive per il lavoro. È presente anche un sostanziale taglio delle imposte sulle imprese. Il piano sarà in parte finanziato dai fondi europei del Recovery Fund (40 miliardi), in parte dallo Stato francese (60 miliardi), probabilmente tramite debito.
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Il piano France Relance
Il Governo francese ha recentemente pubblicato un dettagliato piano di rilancio dell’economia per il biennio 2021-2022, chiamato France Relance. L’obiettivo complessivo di France Relance, secondo il presidente Macron, è di “costruire la Francia del 2030”. In pratica si tratta di sfruttare la ripresa post-covid-19 per modernizzare il paese nel medio periodo. Il costo del piano è di 100 miliardi, ripartito in due anni. Le priorità principali di questo piano sono l’ambiente (che assorbirà 30 miliardi), la competitività (34 miliardi) e la coesione sociale e territoriale (36 miliardi), anche se alcuni interventi in un dato ambito possono indirettamente riguardarne altri. Non è chiarissimo ancora come i 100 miliardi siano ripartiti tra i due anni, ma sembrerebbe ci sia un certo frontloading, con un costo un po’ superiore ai 50 miliardi (2 per cento del PIL 2019) nel 2021 e un po’ inferiore nel 2022. Consegue che il piano graverà sui conti pubblici per un periodo limitato, dato che la stragrande maggioranza delle misure non avrà bisogno di essere rifinanziata dopo il 2022. Il piano è riassunto in un documento di 48 pagine e dettagliato in un volume di 296 pagine.[1]
Le misure principali
In sintonia con il Green New Deal della Commissione europea, France Relance ritaglia un ampio spazio per gli investimenti sulla sostenibilità ambientale. In questo campo, le misure principali sono 6,7 miliardi destinati all’efficientamento energetico di edifici pubblici, di abitazioni popolari e di abitazioni private; 4,7 miliardi di investimenti nella rete e nei servizi ferroviari e 7 miliardi a favore della diffusione e del miglioramento delle tecnologie inerenti ai combustibili a idrogeno.
Per quanto riguarda la competitività, il piano si concentra su due grandi misure: taglio delle tasse alle imprese (20 miliardi su due anni) e investimenti in ricerca e sviluppo (11 miliardi distribuiti tra imprese e università).[2]
Infine, per quanto riguarda la coesione, 6 miliardi sono destinati all’ammodernamento delle strutture e delle apparecchiature sanitarie; 8,8 miliardi alle politiche attive del lavoro; 7,6 miliardi al rafforzamento della cassa integrazione e 5 miliardi al sostegno degli enti locali (Fig. 1).
Finanziamento del piano
La Francia dovrebbe utilizzare 40 miliardi di risorse provenienti dal Next Generation EU (Recovery Fund), di cui circa 32 miliardi saranno ‘a fondo perduto’, mentre la parte restante saranno crediti. La copertura necessaria per la rimanenza (60 miliardi) dovrà provenire dalle future manovre finanziarie. Poiché Macron ha dichiarato di non voler ricorrere ad aumenti delle imposte per finanziare il piano, è verosimile che lo Stato francese si indebiti con le istituzioni europee o sui mercati. All’interno dello stesso piano si sostiene che nel medio periodo “il piano sarà rimborsato … dalla crescita e dalle trasformazioni che genererà”. Si tratterebbe quindi di un tentativo di ‘fare debito buono’, ovvero di usare il deficit per fare investimenti che saranno ripagati grazie al proprio impatto positivo sull’economia. Anche se la maggioranza delle misure renderebbe necessario indebitarsi solo una tantum, il taglio delle tasse sulle imprese (10 miliardi annui) è permanente, quindi continuerebbe a gravare sui conti pubblici dopo il 2022.[3]
Conclusione
Le misure contenute nel piano France Relance sono principalmente investimenti per trasformare il tessuto economico, piuttosto che per riportarlo alla situazione prima della pandemia. Anche le misure per la coesione sociale sono generalmente concepite per aumentare il dinamismo del mercato del lavoro, con una particolare attenzione all’inserimento dei giovani (6,7 miliardi sono destinati a progetti con questo specifico obiettivo). Tentare un paragone con l’Italia è difficile: il piano francese contiene i dettagli specifici di ogni misura, assieme a costi, modalità e tempistiche di implementazione. Il piano italiano corrispondente, invece, è ancora in fase embrionale, anche se i macro-obiettivi (ambiente, competitività e coesione) sembrano coincidere.[4]
[2] Altri 2,9 miliardi sono destinati alla ricerca tra le misure per la coesione.
[3] Questo taglio delle imposte è giustificato nel piano dal fatto che le imprese francesi pagano, in media, molte più tasse rispetto alla media europea.
[4] Al momento sono disponibili soltanto le “Linee guida per la definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza” del Comitato interministeriale per gli Affari Europei. Questo documento include delle indicazioni generali per selezionare ed elaborare le misure specifiche da inserire nel piano italiano.