Università Cattolica del Sacro Cuore

Fine del lockdown e ripresa della mobilità

di Raffaela Palomba

17 luglio 2020

In una precedente nota dell’Osservatorio sono stati analizzati gli effetti delle misure di lockdown sulla mobilità dei cittadini di alcuni paesi, in quanto ritenuta rappresentativa della dinamicità delle attività economiche.[1] Seppur con tempistiche diverse, i paesi presi in considerazione hanno allentato gradualmente le misure restrittive e la mobilità è aumentata. L’Italia è però tra i paesi che ancora non hanno recuperato i livelli di mobilità pre-Covid, seguita da Spagna e Regno Unito. Le prime posizioni sono invece occupate da Belgio e Germania, mentre la Francia presenta un recupero particolarmente significativo.

*La nota è stata ripresa da TPI in questo articolo del 17 luglio 2020.

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Mobilità attuale in Italia

A inizio luglio la mobilità in Italia (sulla base dei dati Apple e Google) restava al di sotto di quella pre-crisi (Tav.1). In particolare, mentre il trasporto in auto ha più che recuperato rispetto alla situazione di gennaio (forse anche per effetto della stagionalità), il trasporto pubblico e gli spostamenti a piedi risultano, rispettivamente, più bassi del 38 e del 23 per cento, seppure anche questi dati potrebbero essere influenzati da fattori stagionali (si pensi, ad esempio, alle esigenze di spostamento degli studenti pendolari). Rispetto ai luoghi di destinazione, la mobilità nei parchi è aumentata, ma qui il fattore stagionale è preponderante, mentre le altre categorie stanno ancora al di sotto dei livelli di metà febbraio, tranne che gli spostamenti in luoghi residenziali (che erano ovviamente aumentati durante il lockdown).

 

 

Un confronto tra paesi

I paesi che avevano avuto un impatto del lockdown sulla mobilità di intensità lieve o intermedia hanno recuperato più rapidamente i livelli pre-crisi (Tav. 2 e 3 e Fig.1).[3] Difatti occupano le prime posizioni nelle tavole, in termini di aumento della mobilità (anche se con ordinamento diverso per le due tipologie di dati considerate), Belgio e Germania, identificate tra le meno colpite dal lockdown. Italia e Spagna, invece, che avevano avuto un impatto della chiusura particolarmente forte, sono ancora lontane dall’aver recuperato i livelli pre-crisi. La Francia rappresenta un caso interessante in quanto, nonostante avesse una situazione simile a Spagna e Italia in termini di impatto del lockdown, presenta in media variazioni positive tra le più elevate (terzo e quarto posto nelle tavole); dunque, la mobilità in Francia ha recuperato più rapidamente. L’Olanda assume posizioni molto diverse a seconda dei dati utilizzati: quelli di Apple la vedono appena sopra l’Italia, dunque con livelli ancora bassi rispetto al periodo pre-crisi, mentre i dati Google la posizionano in cima alla classifica.

Tali andamenti sono visibili nella Figura 1. I paesi con un impatto del lockdown meno forte, la cui mobilità è scesa ma si è comunque tenuta al di sopra del 50 per cento, hanno ora livelli di mobilità superiori al periodo pre-crisi (quadrante in alto destra); quelli in cui sono stati raggiunti livelli minori del 50 per cento durante il lockdown (quindi che hanno subìto un impatto più forte) si trovano nel quadrante in basso a sinistra, in corrispondenza di livelli di mobilità attuale ancora inferiori a quelli pre-crisi. La Francia fa eccezione come sopra descritto.

Il Regno Unito è ancora sotto i livelli precedenti per quasi tutte le categorie di mobilità e occupa l’ultima posizione sia per Apple che per Google. Ciò è dovuto al fatto che le misure restrittive sono state allentate solo di recente, dunque non è ancora possibile apprezzare gli effetti della riapertura.

 

 

 


[1] Si veda la nota https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-effetti-del-lockdown-sulla-mobilita-delle-persone-nei-diversi-paesi.

[2] I valori sono i livelli attuali di mobilità corrispondenti alle variazioni ottenute confrontando, per ciascuna categoria, la media di tre giorni pre-crisi con la media di tre giorni post-crisi. Per i dati Apple si tratta di 14-15-16 gennaio e 29-30-1 giugno/luglio; per i dati Google 15-16-17 febbraio e 27-28-29 giugno. Sono espressi in percentuale del livello al giorno di riferimento, pari a 100.

[3] Variazioni ottenute come specificato nella nota 2. I valori della figura sono medie complessive degli impatti del lockdown (misurati al mese di aprile) e dei livelli attuali risultanti dalle due fonti di dati.

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