Why restructuring of the Italian public debt should be avoided
Un intervento del Vicedirettore Giampaolo Galli sul perchè la ristrutturazione del debito pubblico italiano andrebbe evitata.
di Osservatorio CPI
16 marzo 2018
A gennaio 2018 le disponibilità liquide del Tesoro sono quasi raddoppiate rispetto al mese precedente, con un conseguente aumento del debito pubblico che raggiunge i 2.280 miliardi di euro (132,8 per cento del Pil). Il forte calo della liquidità iniziato a novembre 2017 e proseguito a dicembre, che ha fatto registrare una diminuzione del debito pubblico a fine 2017 (131,5 per cento del Pil), appare come una riduzione temporanea orientata a un window dressing di fine anno per migliorare la posizione dello Stato prima del giudizio della Commissione europea di inizio marzo e della redazione del Documento di Economia e Finanza.
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Secondo i dati della Banca d’Italia, a gennaio le disponibilità liquide del Tesoro sono aumentate dell’85 per cento rispetto al mese precedente.[1] Il debito pubblico è aumentato di conseguenza, arrivando a 2.280 miliardi di euro (132,8 per cento del Pil, +24 miliardi rispetto a dicembre 2017). La forte diminuzione della liquidità del Tesoro iniziata a novembre 2017 e proseguita a dicembre, aveva fatto registrare un calo del rapporto debito Pil (131,5 per cento a fine 2017, -0,5 punti rispetto all’anno precedente). La temporanea diminuzione della liquidità appare quindi legata a un window dressing per migliorare la posizione dello Stato a fine anno, in vista sia del parere della Commissione europea di inizio marzo che della redazione del Documento di Economia e Finanza attesa per aprile 2018.[2]
Difatti, se la liquidità del Tesoro a dicembre fosse rimasta al livello del 2016, il rapporto tra debito pubblico e Pil a fine 2017 sarebbe risultato pari al 132,2 per cento, in leggero aumento rispetto all’anno precedente. 3 Sebbene in crescita, il valore della liquidità a gennaio 2018 è ancora del 36 per cento inferiore rispetto al gennaio precedente e del 15 per cento più basso della media degli ultimi 6 anni.[3]
[1] Banca d’Italia, Fabbisogno e debito, Collana Statistiche, marzo 2018.
[2] Il valore del debito pubblico considerato dalla contabilità nazionale ed europea è quello registrato alla fine dell’anno.
[3] Si veda la nota dell’Osservatorio CPI “Conti Nazionali e indebitamento delle Amministrazioni Pubbliche”
Un intervento del Vicedirettore Giampaolo Galli sul perchè la ristrutturazione del debito pubblico italiano andrebbe evitata.
Lunedì 13 maggio al Collegio Carlo Alberto di Torino sono stati presentati i risultati di una ricerca di Carlo Cottarelli, Giampaolo Galli, Sofia Bernardini, Carlo Valdes, sulla riduzione del debito pubblico nelle economie avanzate negli ultimi 70 anni.
Questa nota commenta l’andamento dei titoli di Stato italiani nel primo trimestre 2019.