Università Cattolica del Sacro Cuore

Costi della politica: cos'è cambiato per la Presidenza del Consiglio

di Carlo Valdes

14 luglio 2018

L’opera di razionalizzazione dei costi di gestione della Presidenza del Consiglio ha determinato una riduzione della spesa del 27 per cento tra 2011 e 2014. Nei due anni successivi i costi si sono solo leggermente ridotti e sono ripresi a crescere nel 2017.

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Le spese imputate al bilancio della Presidenza del Consiglio (per un totale di 3,5 miliardi nel 2017) includono esborsi per diverse politiche attribuite direttamente alla Presidenza (per esempio le spese in conto capitale per la Protezione Civile o gli interventi relativi alle politiche di coesione) e spese per la gestione ordinaria della Presidenza stessa. Questa nota riguarda queste ultime, che nel 2017 sono state pari a 277 milioni.[1]

I costi di gestione della Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM) sono diminuiti del 27 per cento tra il 2011 e il 2014, passando da 374 milioni di euro a 273 milioni (questi dati sono espressi in euro del 2017, quindi al netto dell’inflazione, per consentirne una migliore interpretazione). Un’ulteriore lieve riduzione si è avuta nel biennio seguente, portando i costi a 262 milioni, ma nel 2017 si è registrato un aumento a 277 milioni (+5,9 per cento rispetto al 2016 Figura 1).

Occorre tener conto, tuttavia, che queste spese non comprendono i servizi usati dalla PCM i cui costi sono a carico di altre amministrazioni. È questo il caso del discusso aereo di Stato acquisito in leasing, le cui spese sono sostenute dal Ministero della Difesa e il cui costo totale si aggira tra i 144 e i 150 milioni nell’arco di circa otto/nove anni.[2]

Concentrandosi sulle sole spese che rientrano nel bilancio della PCM, la riduzione avvenuta tra il 2011 e il 2014 (27 per cento al netto dell’inflazione) è stata notevole, anche in confronto all’andamento della spesa pubblica primaria al netto delle pensioni, scesa di 3 punti percentuali nello stesso periodo.[3] È però da sottolineare l’inversione di tendenza dell’ultimo anno: mentre la spesa pubblica primaria al netto delle pensioni è aumentata dell’1 per cento nel 2017 (rispetto al 2016), i costi di gestione della PCM sono cresciuti del 5,9 per cento nello stesso anno (Figura 2).[4]

Consideriamo ora separatamente le due componenti principali delle spese di gestione.

Le spese per personale

Le spese per personale (che nel 2017 hanno rappresentato l’85 per cento dei costi di gestione) hanno registrato un andamento coerente con quello dei costi di gestione totali. Infatti, dopo una riduzione del 23 per cento tra 2011 e 2014 (da 299 milioni a 231 milioni), la spesa ha registrato solo una lieve diminuzione tra 2015 e 2016 (anno in cui la spesa è scesa fino a 227 milioni), seguita da un nuovo aumento nel 2017 (sono stati raggiunti i 236 milioni, un valore più alto della spesa del 2014).

Il contenimento della spesa avvenuto tra 2011 e 2014 ha coinvolto tutte le voci di spesa relative al personale. Una riduzione delle spese per Autorità di Governo e commissari straordinari (da 2,28 milioni a 719mila euro) è stata ottenuta sia con la riduzione dei componenti nominati tra le autorità politiche, sia con il decreto legge del 2013 ad opera del Governo Letta, che aveva disposto la non cumulabilità di stipendi per Presidente, Ministri e sottosegretari.[5] Le spese per personale di diretta collaborazione (da 23,7 milioni a 8,8 milioni) e per il personale delle strutture di missione e di supporto (da 8,6 milioni a 2,3 milioni) sono diminuite grazie a uno snellimento della struttura della PCM, dovuta principalmente alla riduzione del numero di ministri senza portafoglio, alla soppressione di strutture di missione la cui utilità si era conclusa e alla riorganizzazione delle strutture restanti. Anche le spese per personale di ruolo dirigenziale sono diminuite nello stesso periodo (da 219 milioni a 187 milioni).[6] Lo sforzo di contenimento si nota anche nei dati del conto annuale del Tesoro. Nel periodo 2011 – 2014 il personale è diminuito di oltre il 9,4 per cento, ben di più di quanto accaduto per il personale dei ministeri (calato del 5,8 per cento nello stesso periodo) e per quello totale della PA (diminuito dello 0,7 per cento).

I primi segnali di un’inversione di tendenza nelle spese per personale sono arrivati tra il 2015 e il 2016, anni in cui la diminuzione iniziata negli anni precedenti ha subito una battura d’arresto. Infatti, mentre alcune voci hanno continuato a registrare diminuzioni (come le spese per personale di ruolo dirigenziale, per personale di prestito da altri comparti e per buoni pasto), nuovi aumenti hanno caratterizzato le spese per personale delle strutture di missione e di supporto, del personale di diretta collaborazione e delle spese per il trattamento accessorio del personale di prestito.[7] Questi nuovi aumenti sono dovuti principalmente ad un nuovo appesantimento della struttura della PCM causata dall’istituzione di nuove strutture e ad aumenti del personale di prestito avvenuti tra 2015 e 2016.[8]

Nel 2017 è stata registrata la definitiva inversione di tendenza. Ulteriori aumenti della struttura della PCM hanno spinto verso l’alto tutte le voci di spesa e il livello delle spese per personale (236 milioni di euro) è tornato al di sopra di quello registrato nel 2014. Infatti, le voci che già avevano registrato incrementi tra 2015 e 2016 sono aumentate ulteriormente. È il caso delle spese per strutture di missione e supporto (aumentate del 66 per cento nel solo 2017), per personale di diretta collaborazione e per trattamento accessorio del personale di prestito. A queste si sono aggiunte le voci restanti: spese per autorità di governo e commissari straordinari, per personale di prestito da altri comparti e per buoni pasto.[9]

Le spese per beni e servizi

Le spese per beni e servizi (pari, nel 2017, a 42 milioni di euro) sono state caratterizzate da un andamento simile a quello registrato per il personale. In questo caso, però, i costi sono diminuiti significativamente dal 2011 fino al 2015, registrando una battuta di arresto nel 2016 e un nuovo aumento nel 2017. Il contenimento dei costi avvenuto tra 2011 e 2015 ha portato a un calo delle spese del 55 per cento (da 75 milioni di euro a 34 milioni) e ha coinvolto la quasi totalità delle voci di spesa. I risparmi maggiori sono stati ottenuti grazie alle minori spese per affitto dei locali (-11 milioni), per eventi istituzionali (-10 milioni), e a un insieme di risparmi minori.

La battuta di arresto del 2016 è spiegata dal fatto che mentre alcune voci hanno continuato a diminuire (come le spese per utenze), per altre è stato registrato un aumento.  È il caso delle spese di funzionamento per le strutture di missione e di supporto, aumentate a seguito del rafforzamento delle strutture esistenti e all’istituzione di nuove strutture già indicate sopra.

Nel 2017 le spese sono tornate ad aumentare in maniera decisa, raggiungendo un valore simile a quello del 2014. Oltre la metà delle voci considerate sono state caratterizzate da un aumento. La variazione è da imputare principalmente alle maggiori spese per esperti e studi (a causa dell’istituzione e delle spese di funzionamento di strutture di missione e di supporto), a quelle per gestione e manutenzione degli apparati tecnologici e a quelle per coperture assicurative.[10] Oltre a queste variazioni più grandi, un insieme di altre voci di spesa minori che erano in gran parte diminuite tra 2016 e 2015, risultano nuovamente in aumento. È il caso degli oneri di mobilità (una parte dell’aumento è dovuta all’assegnazione di un’auto ad uso esclusivo al Ministro dello Sport) e delle spese di rappresentanza (aumentate a seguito delle maggiori spese sostenute per gli incontri del Presidente del Consiglio e del Ministro per le politiche della coesione).[11]

 

In definitiva, dall’analisi dei costi (sia con riferimento alle spese per il personale che a quelle per beni e servizi) emerge come l’opera di razionalizzazione iniziata nel 2011 sia stata efficace e trasversale, portando a un alleggerimento di quasi tutte le voci di spesa (Figura 3). Ma i recenti aumenti sembrano suggerire che i costi (tornati oggi a livelli superiori di quelli del 2014) potrebbero salire ulteriormente. Infatti, gli aumenti sono distribuiti tra numerose voci e sembrano dovuti principalmente alla creazione di nuove strutture. Sarebbe importante, quindi, analizzare periodicamente l’effettiva utilità delle strutture esistenti e l’efficiente impiego delle risorse a queste destinate, in modo da evitare nuovi significativi incrementi dei costi che potrebbero rendere vani gli sforzi compiuti con successo dopo il 2011.

Appendice

 

[1] Le voci classificate come costi di gestione sono presentate nella Tavola 1 dell’appendice. In questa analisi non si è tenuto conto di spese straordinarie dovute principalmente a: contenziosi, Semestre Europeo e pregresse gestioni commissariali della Regione Campania.

[2] Il Doc. CCXLV n. 2, presentato dal Ministro della Difesa alla Presidenza del Senato il 24 ottobre 2017, indica per il programma “Funzioni esterne – Trasporto aereo di Stato” un onere globale di € 149.557.812,00 per il periodo 2016 - 2023. La descrizione del programma è la seguente: “Il programma prevede l’acquisizione di un servizio di disponibilità di ore di volo basato su un velivolo […] per garantire le esigenze di trasporto e i frequenti impegni istituzionali in campo internazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri”. Il Fatto Quotidiano (4 luglio 2018), che sostiene di aver preso visione del contratto, ha riportato un importo complessivo di oltre 144 milioni tra il 2016 e il 2024. Il contratto non è disponibile pubblicamente.

[3] Anche la spesa primaria al netto delle pensioni, come tutti i valori di questa nota, è al netto dell’inflazione.

[4] L’aumento della spesa pubblica primaria al netto delle pensioni è cominciata dopo il 2013. Tuttavia, l’aumento tra 2013 e 2017 è stato pari al 5,2 per cento, quindi minore dell’aumento delle spese di gestione della PCM del solo 2017.

[5] Decreto legge n. 54 del 2013 in tema di trattamento economico di Ministri e Sottosegretari parlamentari e non parlamentari.

[6] Le diminuzioni sono imputabili al minor numero di Vice Segretari nominati nel 2014, ai minori compensi attribuiti al Segretario Generale e ai Vice Segretari, alle cessazioni per collocamento a riposo del personale e al trasferimento di alcune funzioni dalla PCM al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Le diminuzioni relative a quest’ultima azione, quindi, non sono da intendersi come azioni di contenimento della spesa ma come trasferimento di risorse da un’istituzione ad un’altra.

[7] Le spese per personale in prestito ad altri comparti e per trattamento accessorio del personale di prestito rientrano a pieno titolo nei costi di gestione, ma la loro analisi deve essere condotta con prudenza: le amministrazioni di provenienza del personale possono chiedere i rimborsi in anni diversi da quello di svolgimento dell’incarico.

[8] In particolare, nel 2016 è stato aumentato il budget per gli uffici di diretta collaborazione del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, è stato istituito l’ufficio Sherpa, è stata istituita la Struttura di missione Casa Italia per la cura e valorizzazione del patrimonio abitativo, la Struttura di missione “Delegazione per l’organizzazione della Presidenza italiana del vertice del gruppo dei paesi più industrializzati” e la struttura di missione della Struttura a supporto del Commissario straordinario del Governo per l’attuazione dell’Agenda digitale.

[9] Nel dicembre 2016 sono stati nominati il Ministro dello sport e il Ministro per la coesione territoriale e il mezzogiorno, con conseguente istituzione delle strutture di supporto. Nel 2017 è stata istituita la struttura a supporto del Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi infrastrutturali e di sicurezza connessi alla Presidenza Italiana del gruppo dei paesi più industrializzati ed è stato istituito il Dipartimento Casa Italia, anche a seguito degli eventi sismici avvenuti nel centro Italia (a causa di questi eventi negli ultimi anni erano già aumentate spese per personale e per consulenze di esperti). Inoltre, l’aumento delle spese è riconducibile anche: (i) alla piena operatività della struttura di missione per l’organizzazione della Presidenza italiana del gruppo dei paesi più industrializzati; (ii) alla piena operatività della struttura a supporto del Commissario del Governo per l’attuazione dell’Agenda digitale per cui è stato disposto un incremento del personale; (iii) alla gestione da parte della Presidenza del Programma straordinario di interventi per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie. È anche aumentato il personale di altre strutture (tra cui la struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale) ed è avvenuta l’immissione in ruolo di nuovo personale.

[10] Per la spesa per Esperti e studi, la variazione è dovuta principalmente all’istituzione delle strutture indicate nella nota 9; per le spese di gestione e manutenzione degli apparati tecnologici, una parte dell’aumento (4,6 milioni) è dovuto alla definizione di un contenzioso con Telecom Italia; la voce “coperture assicurative” identifica le coperture assicurative integrative per le spese sanitarie del personale.

[11] Risultano in aumento anche le Spese per Organismi Cipe/Dipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica), acquisto di pubblicazioni, corsi di formazione, Relazioni pubbliche, convegni e mostre, Commissioni, comitati e organismi.

 

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