Coronavirus e blocco delle attività: cosa succede all’estero?
di Fabio Angei, Edoardo Frattola e Pietro Mistura
8 aprile 2020
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Mentre in Italia si discute quando riaprire gradualmente le attività produttive temporaneamente bloccate, in questa nota sintetizziamo le misure prese finora dagli altri principali paesi. Ad eccezione della Spagna (altro paese fortemente colpito dall’emergenza sanitaria), la tendenza prevalsa finora è stata quella di imporre la chiusura soltanto alle attività commerciali aperte al pubblico; le altre attività hanno invece continuato a operare, in alcuni casi con il solo limite del rispetto di norme igienico-sanitarie più stringenti del normale.
Spagna
Le misure attualmente in vigore in Spagna sono simili a quelle adottate in Italia, e prevedono la chiusura di tutte le attività “non essenziali”, sia commerciali sia produttive. Alcune misure di chiusura erano già in vigore dal 14 marzo, ma sono state rafforzate dal 30 marzo fino (per ora) al 9 aprile. Come in Italia, l’elenco delle attività dichiarate essenziali è piuttosto lungo e comprende, tra gli altri: (a) i servizi sanitari e tutte le attività di approvvigionamento e supporto allo stesso (inclusi ottici e veterinari); (b) i servizi alimentari e le relative filiere di produzione e distribuzione (inclusi i ristoranti che fanno servizio a domicilio); (c) le forze di polizia e di sicurezza e le attività indispensabili per fornire gli equipaggiamenti agli stessi; (d) i trasporti pubblici e privati riferiti sia a persone che merci (compresi aeroporti con una forte riduzione delle rotte); (e) la posta, le telecomunicazioni, i media e i servizi informatici essenziali; (f) i tabacchi; (g) i servizi di approvvigionamento energetico e idrico e di gestione e smaltimento dei rifiuti; (h) i servizi finanziari essenziali (come banche ed assicurazioni); (i) le attività di ricerca e sviluppo; (j) tutte le attività industriali necessarie per il funzionamento degli altri settori “essenziali”; (k) più in generale, qualsiasi altro servizio che abbia “carattere di essenzialità”.
Francia
Tutte le attività produttive non aperte al pubblico restano aperte. Per quanto riguarda invece i locali aperti al pubblico:
- Sono chiusi fino al 15 aprile: (a) sale per audizioni, conferenze, riunioni, spettacoli o multiuso, ad eccezione delle aule di tribunale; (b) punti vendita e centri commerciali, ad eccezione delle attività di consegna e prelievo ordini; (c) ristoranti e bar, ad eccezione delle attività di consegna e vendita da asporto; (d) sale da ballo, discoteche, sale giochi, cinema; (e) biblioteche; (f) stabilimenti sportivi coperti; (g) musei; (h) mercati.
- Restano invece aperti: (a) negozi di natura essenziale: negozi alimentari, farmacie, banche, stazioni di servizio, edicole; (b) servizi pubblici; (c) servizi di trasporto; (d) luoghi di culto (ma senza cerimonie); (e) alberghi, autorimesse, negozi di computer, negozi di ferramenta, tabaccherie, lavanderie, ottici.
Regno Unito
Le attività produttive non aperte al pubblico restano aperte. Per quanto riguarda le attività commerciali aperte al pubblico, sono chiusi fino al 13 aprile: (a) ristoranti, pub, mense (ad esclusione dei servizi per ospedali e forze dell’ordine e di chi consegna a domicilio); (b) parrucchieri e saloni di bellezza; (c) mercati al chiuso e all’aperto (ad eccezione di bancarelle che vendono cibo); (d) alberghi, ostelli e B&B (restano aperti quelli che ospitano persone che non possono viaggiare alla propria residenza); (e) librerie, musei, cinema, teatri, palestre, centri di ricreazione e centri sociali; (f) campi sportivi all’aperto e palestre all’aperto.
Germania
Le attività produttive non aperte al pubblico restano aperte. Per quanto riguarda le attività commerciali aperte al pubblico, fermo restando che ogni Land ha la facoltà di introdurre maggiori restrizioni, sono chiusi fino al 20 aprile: (a) negozi a eccezione di quelli che vendono prodotti alimentari e outlet; (b) bar e club; (c) teatri, cinema, musei; (d) parchi, palestre, piscine; (e) i ristoranti e i caffè dopo le 18.
Belgio
Le attività produttive “non essenziali” sono bloccate solo se non possono essere svolte tramite telelavoro o garantendo le distanze di sicurezza all’interno dell’azienda (1,5 metri tra una persona e l’altra). I numerosi settori ritenuti essenziali (es. industria alimentare, farmaceutica, trasporti, alberghi, logistica, servizi pubblici, telecomunicazioni, energia, servizi finanziari e assicurativi ecc.) possono invece restare comunque aperti, ma anch’essi sono incoraggiati a praticare il telelavoro e a rispettare le distanze. Tutti i negozi e le attività commerciali sono chiusi, ad eccezione di alimentari, farmacie, edicole, stazioni di servizio e parrucchieri; tutti gli altri possono fare solo consegne a domicilio. Queste restrizioni sono in vigore fino al 19 aprile.
Paesi Bassi
Attualmente sono chiusi fino al 28 aprile soltanto i bar, i ristoranti e in generale tutte le attività commerciali non essenziali che richiedono il contatto fisico (come i parrucchieri). Dove possibile viene incentivato il telelavoro. In ogni caso, il governo olandese sembrerebbe per ora seguire una linea meno restrittiva di quella intrapresa dagli altri Paesi europei.
USA
Negli Stati Uniti non ci sono misure omogenee su tutto il territorio nazionale: ciascuno dei 50 Stati ha il potere di decidere in proprio quali misure adottare. Alcuni Stati hanno provveduto a chiudere solamente le scuole, mentre altri come lo Stato di New York (dove si concentra il maggior numero di casi di coronavirus) hanno chiuso bar, ristoranti, cinema e tutte le attività che comportano un contatto fisico (come i parrucchieri). Nessun Stato ha però deciso di fermare le attività produttive.