Pubblichiamo un aggiornamento delle serie storiche di finanza pubblica dal 1861 al 2024. Abbiamo ricostruito le serie dei principali aggregati (Pil, debito, indebitamento netto, saldo primario, spesa per interessi) a partire dalle basi di dati pubblicate da diverse fonti ufficiali. In questa nota presentiamo le scelte metodologiche effettuate per rendere omogenee le diverse fonti.
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Coerentemente con la missione dell’Osservatorio di promuovere la trasparenza sui conti pubblici italiani, pubblichiamo un aggiornamento delle serie storiche di finanza pubblica a partire dall’Unità d’Italia a oggi (1861-2024).
Le serie storiche sono disponibili in formato Excel a questo link. Nel primo foglio sono riportate le fonti per ogni misura e periodo, con le informazioni per risalire alle basi originarie dei dati e una sintesi delle scelte metodologiche effettuate, descritte in dettaglio nel seguito di questa nota.
Note metodologiche
Le serie storiche principali sono:
- Popolazione: popolazione residente al 1° gennaio di ogni anno, ai confini attuali. Fonti: serie storiche dell’Istat per il periodo 1862-2014 e banca dati Istat per gli anni più recenti (2018-2024); serie storiche Banca d’Italia per gli anni 1861 e 2015-2017.[1]
- Pil nominale: Prodotto Interno Lordo a prezzi correnti. Fonti: banca data Istat per gli anni 1995-2024 (Conti economici nazionali, edizione marzo 2025); banca dati AMECO (Commissione europea) per gli anni 1960-1994; serie storiche della Banca d’Italia per gli anni 1861-1959.[2] La serie della Banca d’Italia (che si ferma al 2017) è corretta per la differenza percentualmente costante (+0,56%) rispetto alla serie AMECO negli anni 1960-1995, quest’ultima considerata più precisa viste le revisioni più recenti.
- Pil reale: Prodotto Interno Lordo a prezzi costanti del 2020. Fonti: le stesse del Pil nominale. Per trasformare la serie a prezzi costanti, nel periodo 1960-1994 si moltiplica la serie a prezzi correnti per il rapporto tra il deflatore del Pil in base 2015 (AMECO) e il deflatore in base 2020 (Istat) – costante tra il 1995 e il 2021; mentre per il periodo 1861-1959 si moltiplica la serie della Banca d’Italia a prezzi costanti del 2010 prima per il rapporto tra il deflatore in base 2010 (Banca d’Italia) e il deflatore in base 2015 (AMECO) – costante tra il 1960 e il 1994 – e poi per il rapporto tra deflatore in base 2015 e quello in base 2020.[3]
- Saldi di finanza pubblica: indebitamento o accreditamento netto (“deficit” o “surplus” di bilancio), saldo primario e spesa per interessi. Le serie originali sono espresse in percentuale al Pil. Fonti: base dati Istat per gli anni 1995-2024 (Conti economici nazionali, edizione marzo 2025); base dati della Banca d’Italia per gli anni 1980-1994; base di dati “Public Finance in History” del Fondo Monetario Internazionale per gli anni 1862-1979. I dati si riferiscono alle “amministrazioni pubbliche” ossia al bilancio dello Stato, dell’INPS e degli enti territoriali (e relative agenzie).
- Debito: debito lordo delle amministrazioni pubbliche, in valuta nazionale e in valute estere (vedi la serie storica del rapporto debito/Pil in Fig. 1). Fonte: base dati della Banca d’Italia.
Altre serie
Dalle serie principali abbiamo ricavato, con semplici formule, le seguenti misure.
- Pil pro capite a prezzi costanti (Fig. 2): rapporto tra il Pil reale nell’anno in corso e la media della popolazione residente all’inizio dell’anno in corso e all’inizio dell’anno successivo.
- Deflatore del Pil: rapporto tra il Pil a prezzi correnti e il Pil a prezzi costanti in ogni anno. È pari a 1 nell’anno di riferimento (2020).
- Aggiustamento stock-flussi: variazione della consistenza del debito (a prezzi correnti) durante l’anno in corso meno il saldo di bilancio dell’anno in corso.
- Tasso di inflazione: tasso di crescita del deflatore del Pil.[4] Corrisponde al rapporto tra la differenza del tasso di crescita del Pil nominale e del Pil reale e il tasso di crescita del Pil reale più uno.
- Tasso di interesse implicito: rapporto tra la spesa per interessi sul debito nell’anno in corso e il volume del debito alla fine dell’anno precedente.
- Deficit operativo: indebitamento netto corretto per l’erosione del valore dei titoli di debito emessi dovuta all’inflazione. Corrisponde dell’indebitamento netto nell’anno in corso meno il prodotto tra il tasso di inflazione e il volume del debito alla fine dell’anno precedente.
[1] Vedi “La contabilità nazionale in Italia dall’Unità a oggi, 1861-2017”, gennaio 2020.
[2] La serie AMECO e la serie Istat coincidono fino al 2021.
[3] La doppia conversione della serie fino al 1959 – prima a prezzi del 2015, poi a prezzi del 2020 – è necessaria in quanto il rapporto tra il deflatore in base 2010 e quello in base 2020 non è costante ma varia leggermente (tra 1,12 e 1,13) negli anni in cui entrambe le serie sono disponibili (1995-2017).
[4] Si tratta di una tra le tante possibili misure di inflazione.