La disciplina vigente prevede che la Legge di Bilancio non contenga interventi di natura localistica o microsettoriale. Il disegno di Legge di Bilancio per il 2026 include molti interventi di piccolo importo (quelli fino a 50 milioni di euro sono 84), per un totale di 681 milioni. Nonostante le finalità condivisibili di molte misure, la presenza di piccoli provvedimenti rende più complesso l’esame parlamentare. Inoltre, la presenza di “microspese” nel disegno di legge incoraggia i parlamentari a presentare altre misure di questo tipo in sede emendativa. Un diverso approccio, focalizzato sulla definizione di fondi dai quali il governo possa trarre per misure di piccolo importo dopo l’approvazione parlamentare, sembrerebbe più coerente con il ruolo di una legge di bilancio e consentirebbe al Parlamento di concentrare la propria azione sulle decisioni di principale importanza.
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Come centro delle decisioni di finanza pubblica, la Legge di Bilancio (LdB) è disciplinata da fonti di rango costituzionale e primario con l’obiettivo di rendere la spesa pubblica controllabile, mantenere i conti dello Stato in ordine, e far sì che la LdB si concentri su misure di grande rilievo economico e di carattere generale. In particolare, l’articolo 15 della legge n. 243 del 2012 (Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio) prevede che la prima sezione del disegno di legge di bilancio (quella che introduce nuove disposizioni o modifica la legislazione vigente) “non possa contenere […] interventi di natura localistica o microsettoriale”. Oltre a evitare che la LdB contenga provvedimenti a beneficio di singoli gruppi di interesse, la norma cerca così di promuovere una programmazione economica ordinata e basata su interventi organici. Quanto il disegno di legge di bilancio inviato alle Camere è coerente con tale disposizione?
Le microspese
Il disegno di legge di bilancio contiene 84 provvedimenti con un effetto sull’indebitamento netto (il “deficit”) del 2026 fino a 50 milioni di euro (“microspese”), delle quali 69 prevedono maggiori spese e 15 minori entrate, per un totale di 681,4 milioni (Tav. 1).
Fra le maggiori spese si contano:
- 31 misure per interventi di ricostruzione post-calamità (di cui 11 legate ai sismi del 2009 e 2016) e per il finanziamento della Protezione Civile;[1]
- 8 misure per il pubblico impiego fra cui una spesa di 678mila euro per l’attribuzione di un gettone di presenza ai membri del “Comitato nazionale per la bioetica” e del “Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita”;[2]
- 5 misure riguardanti gli affari esteri tra cui una spesa di 4,7 milioni per rafforzare il contingente dei Carabinieri presso le sedi diplomatiche, una di 14 milioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero e un aiuto da 50 milioni per la ricostruzione in Ucraina;[3]
- 2 misure per il turismo, per aumentare la retribuzione dei turni straordinari e notturni dei lavoratori con uno stanziamento di 17 milioni e per sostenere, anche tramite sussidi, gli investimenti privati nel settore con una spesa annua di 30 milioni;[4]
- una spesa di 8 milioni nel triennio 2026-28 per l’adeguamento dei sistemi informatici del Mef;[5]
- uno stanziamento di 2,1 milioni per la concessione di crediti d’imposta a favore di investimenti in beni strumentali nel settore dell’agricoltura e della pesca.[6]
Fra le minori entrate:
- 7 misure sono legate a sgravi fiscali per le aree colpite da calamità naturali;[7]
- 3 prorogano al 31 dicembre 2026 le detrazioni per le spese di efficientamento energetico e antisismico delle abitazioni;[8]
- 3 quelle per la decontribuzione a vantaggio di imprese in aree di crisi industriale e dei datori di lavoro che adottano congedi parentali.[9]
Il DDL prevede inoltre una spesa di 90,3 milioni per evitare una riduzione del turnover dei Corpi di polizia, dei vigili del fuoco e delle capitanerie di porto;[10] un contributo annuale di 90 milioni ad Anas s.p.a. per la vigilanza e la manutenzione di alcune strade; il prolungamento della concessione del “servizio idrico integrato dell’ATO 2 Lazio Centrale” e precisazioni sulle attribuzioni del Commissario straordinario per la realizzazione del collegamento intermodale Roma (Tor de’ Cenci) – Latina nord (Borgo Piave).[11]

I problemi per l’esame parlamentare
Nonostante i nobili intenti di molte di queste “microspese”, la presenza di una moltitudine di piccoli provvedimenti rende più difficile l’esame del testo in Parlamento. Nell’esercizio della loro funzione di controllo, i parlamentari, che solitamente non dispongono di uno staff specializzato, si ritrovano a dover scegliere tra svolgere compiti di “micromanagement”, sottraendo risorse all’esame dei provvedimenti più importanti, oppure ignorare porzioni del DDL. Inoltre, un testo legislativo che include diverse microspese sin dalla sua presentazione si presta a ulteriori modifiche inopportune. È infatti stato frequente in passato che durante l’esame parlamentare la LdB venisse emendata con le più disparate voci di spesa, i cosiddetti “assalti alla diligenza”.[12] Presentare alle Camere un testo trasparente farebbe emergere più chiaramente i tentativi di introdurre disposizioni localistiche nella LdB. Quanto alle necessarie microspese del paragrafo precedente, sarebbe opportuno istituire fondi specifici per le diverse materie e delegare a singoli Ministeri la loro gestione per finanziare gli interventi minori, lasciando al Parlamento un controllo indiretto da esercitare in occasioni separate dall’esame della manovra di bilancio.
[1] Art. 112 del Disegno di legge di bilancio per il 2026.
[2] Ibid., artt. 60 e 61.
[3] Ibid., artt. 100-104.
[4] Ibid., artt. 8 e 98.
[5] Ibid., art. 131, comma 6.
[6] Ibid., art. 96.
[7] Ibid., art. 112.
[8] Ibid., art. 9.
[9] Ibid., art. 40, comma 3.
[10] Ibid., art. 62.
[11] Ibid., art. 99 commi 1-3.
[12] Vedi Lasorella, Giacomo, “Il Parlamento: regole e dinamiche”, Giappichelli, 2023, pp. 387 e ss.