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L’andamento della spesa sanitaria per i paesi del G7 negli ultimi cinquant’anni

14 gennaio 2022

Intermedio

L’andamento della spesa sanitaria per i paesi del G7 negli ultimi cinquant’anni

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In un biennio in cui la spesa sanitaria è esplosa in tutti i paesi avanzati per effetto della crisi Covid, è utile analizzare il comportamento del rapporto tra spesa sanitaria e Pil nei decenni precedenti. Negli ultimi cinquant’anni il rapporto tra la spesa sanitaria e Pil ha avuto un trend crescente per tutti i paesi del G7. Una delle cause trainanti di questo processo è stata sicuramente il progresso tecnologico. Tuttavia, la crescita del rapporto è stata più modesta nel periodo 2011-19. Questo è in buona parte spiegato dal fatto che il rapporto tra spesa sanitaria e Pil ha avuto un salto durante la crisi globale 2008-09, poiché la spesa sanitaria era stata mantenuta elevata nonostante il crollo del Pil. Nel 2019 il rapporto era vicino ai livelli tendenziali degli ultimi 50 anni. Poi il Covid ha colpito…

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Durante gli anni Settanta il rapporto tra spesa sanitaria corrente (pubblica e privata) e Pil è cresciuto rapidamente: nella media (semplice) per i paesi del G7 (Fig. 1) è passato dal 5,5 per cento nel 1971 all’11,5 per cento nel 2019.[1] La dinamica del rapporto è stata però diversa all’interno di questo periodo.

Gli anni del boom

L’aumento del rapporto è avvenuto a un passo relativamente stabile dal 1970 al 2007, diventando una delle due principali cause (insieme all’aumento della spesa pensionistica) della crescita del rapporto tra spesa primaria e Pil in questo periodo.[2]

I principali fattori che spiegano l’aumento della spesa sanitaria in quel periodo sono:[3]

  • L’invecchiamento della popolazione: più anziani ci sono, più alta è la spesa sanitaria, perché la spesa pro-capite è più elevata per gli anziani che per il resto della popolazione.
  • L’alta intensità del lavoro in sanità e il basso tasso di crescita della produttività: i salari infatti tendono a crescere in modo simile in tutti i settori. Questo comporta un aumento del costo relativo dei settori a bassa crescita della produttività rispetto alla media. Esso è il cosiddetto “effetto Baumol” ed è più forte in sanità, in quanto settore ad alta componente lavorativa.
  • Il progresso tecnologico, ovvero il costante sviluppo di nuovi processi e trattamenti applicati in campo medico: negli ultimi decenni sono stati introdotti nuovi prodotti e procedure sanitarie, di qualità molto superiore a quella disponibile alla metà del secolo scorso. Questo ha portato a un aumento dei costi. Il progresso tecnologico solitamente implica una riduzione delle spese, ma questo è stato compensato in sanità dall’aumento della qualità dei prodotti.  Molti ricercatori ritengono che la crescita della spesa sanitaria sia dovuta soprattutto a questo fattore.[4]

Il rapporto spesa sanitaria/Pil tra il 2008 e il 2019

Ha destato un certo interesse il fatto che tra il 2010 e il 2019 nella media dei G7 il rapporto tra spesa sanitaria e Pil è cresciuto solo modestamente. Cambiamenti tecnologici potrebbero aver spiegato questo rallentamento.[5] Un fattore che potrebbe aver influito è la progressiva riduzione nella durata delle ospedalizzazioni in tutti i paesi avanzati, che ha consentito di ridurre i costi.

In realtà, la minor crescita del rapporto negli ultimi anni pre-Covid sembra essere in gran parte spiegata dal balzo che il rapporto aveva avuto nel 2008-09 quando la crescita della spesa sanitaria era stata largamente protetta dalla caduta del Pil (Fig. 2). In quel periodo, il Pil dei paesi si è contratto rapidamente, mentre la spesa ha continuato a crescere, sebbene ad un ritmo minore rispetto al passato. L’effetto combinato di questi due fattori ha fatto sì che il rapporto tra spesa sanitaria e Pil sia passato dal 9,9 per cento nel 2007 all’11,1 per cento nel 2009, l’aumento più rapido osservato in un biennio negli ultimi cinquant’anni.

Dopo un tale balzo appare comprensibile che, negli anni seguenti, la crescita della spesa sanitaria sia stata tenuta a un livello solo di poco superiore a quella del Pil, con un aumento modesto del rapporto tra i due: nel decennio 2010-2019 il tasso di crescita della spesa sanitaria è stato molto vicino a quello dei redditi nazionali (rispettivamente 4,1 per cento e 3,7 per cento in media). Si noti che nel 2019 il rapporto della spesa sanitaria era più o meno sui livelli della tendenza cinquantennale, il che conferma come il periodo 2010-19 sia stato un periodo di correzione rispetto al balzo osservato nel 2008-09.

Naturalmente, i bassi tassi di crescita della spesa nel periodo 2010-19, rispetto al passato, possono essere visti come una correzione rispetto alle minori risorse disponibili in termini di Pil: è infatti noto che la crisi del 2008-09 non è mai stata riassorbita completamente, avendo portato a una riduzione permanente del livello del Pil, rispetto al trend pre-crisi.[6]

Detto ciò, per verificare se la bassa crescita del rapporto tra spesa sanitaria e Pil, sia stato un fenomeno duraturo o meno, anche una volta riportato quel rapporto ai livelli tendenziali, sarebbe stato utile verificare cosa sarebbe avvenuto dopo il 2019 in assenza di shock. Ma nel 2020, il Covid ha colpito.

La crisi pandemica e le prospettive future

Nel 2020 i governi hanno intrapreso azioni straordinarie per contenere l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, con un generale aumento della spesa sanitaria pubblica e totale. Per i paesi per cui dati finali sono disponibili (Italia, Francia, Germania e Regno Unito), il rapporto tra spesa sanitaria pubblica e Pil è aumentato (in media semplice) dall’8,4 per cento nel 2019 al 9,5 per cento nel 2020. Anche la spesa sanitaria privata è aumentata, ma in maniera più lieve (in rapporto al Pil è passata dal 2,0 per cento al 2,3 per cento in media). Di conseguenza, la spesa sanitaria totale in rapporto al Pil è cresciuta dal 10,4 all’11,8 per cento. Questa variazione è dovuta naturalmente non solo a un rapido aumento della spesa sanitaria in termini assoluti (più 7,5 per cento in media), ma anche alla riduzione del Pil (meno 5,7 per cento in media).

 

[1] Se non specificato, il termine “spesa sanitaria” è utilizzato per indicare le spesa corrente totale (pubblica e privata) in sanità. La definizione tiene conto del valore del consumo dei beni e servizi sanitari, escludendo però gli investimenti.

[2] Vedi “Long-Term Trends in Public Finances in the G-7 Economies” di C. Cottarelli e A. Schaechter, IMF Staff Position Notes, 2010.

[3] Vedi “The impact of technological advancement on health spending – a literature review” di A. Marino e L. Lorenzoni, OECD Health Working Paper No. 113, 2019.

[4] Vedi “Medical Care Costs: How Much Welfare Loss?”, J. P. Newhouse, Journal of Economics Perspectives, 1992.

[5] Per un approfondimento sugli USA, vedi “Is This Time Different? The Slowdown in Healthcare Spending”, A. Chandra et al., The Brookings Institution, 2013.

[6] Vedi, per esempio, “The Global Economic Recovery 10 Years After the 2008 Financial Crisis” di W. Chen, M. Mrkaic, and M. Nabar, Working Paper WP/19/83, Fondo Monetario Internazionale, 2019.

Un articolo di

Edoardo Bella

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