Altro

Il costo del programma di Azione-Italia Viva

16 settembre 2022

Intermedio

Il costo del programma di Azione-Italia Viva

Condividi su:

Come si è già fatto per gli altri principali partiti, si elencano di seguito le misure del programma di Azione-Italia Viva per le quali è stato possibile effettuare una valutazione quantitativa, sia pure di prima approssimazione. Il costo stimato è tra 73 e 98 miliardi annui. Azione-Italia Viva ha il merito di considerare i costi di molte delle misure previste in modo più preciso e verificabile di quanto facciano altri partiti, e di preoccuparsi delle possibili coperture.

***

In precedenti note abbiamo cercato di fare una valutazione dei costi dei programmi elettorali del PD, del centrodestra e del M5S. Di seguito analizziamo il programma di Azione-Italia Viva concentrandoci sulle voci per le quali è possibile effettuare una valutazione quantitativa (Tav.1). Il costo da noi stimato è tra i 73 e i 98 miliardi di euro. Ribadiamo ciò che abbiamo detto in precedenti occasioni, e cioè che la quantificazione dei costi non implica un nostro giudizio sulle misure proposte.

Azione-Italia Viva ha il merito di considerare i costi di molte delle misure previste in modo più preciso e verificabile di quanto facciano altri partiti.[1] 

Questa coalizione ha inoltre dedicato una sezione del programma al tema delle coperture, ovvero:

  1. il recupero dell’evasione fiscale per 12 miliardi di euro entro il 2024 come previsto dal PNRR da devolvere alla riduzione della pressione fiscale sui contribuenti onesti;[2]
  2. una riduzione di circa 10 miliardi per beni e servizi acquistati dalla PA, in modo da riportarne il valore, al netto dell’inflazione, ai livelli del 2009.

  1. Fisco:
  • imposta negativa. Azione-Italia Viva propone di introdurre un'imposta negativa sul reddito da lavoro: al di sotto di una determinata soglia, definita minimo imponibile, l’imposta personale sul reddito si trasforma in un sussidio. Non essendo specificati ulteriori particolari, si rimanda a una proposta di legge del deputato Ungaro di Italia Viva dove vengono esplicitate le soglie e le aliquote dell’imposta, a fronte di una copertura di 4 miliardi;[3]
  • detassazione per i giovani. La manovra sarebbe realizzata tramite un azzeramento totale dell’Irpef fino a 25 anni, e ridotta del 50 per cento fino a 29 anni. Secondo stime pubblicate su lavoce.info, la misura prevederebbe un esborso di 5 miliardi totali;[4]
  • cancellazione dell’Irap. Si ritiene necessario “un fisco semplice e più leggero” per famiglie e imprese. Per raggiungere questo obiettivo si propone di cancellare l’IRAP a beneficio di tutte le imprese. Il costo stimato è poco più di 12 miliardi di euro annui;[5]
  • decontribuzione al Sud. Azione-Italia Viva propone di renderla strutturale. Attualmente lo sgravio è previsto nella misura massima (30 per cento) fino al 2025, per poi diminuire fino a zero nel 2031. Il costo a regime stimato dalla Ragioneria dello Stato è di 4,8 miliardi.

Tenendo conto dell’intenzione di ridurre l’evasione di 12 miliardi, il costo della voce Fisco dovrebbe essere di 13,8 miliardi di euro.

  1. Sanità. Azione-Italia Viva propone di portare la quota di spesa per il Servizio Sanitario nazionale (SSN) su pil al livello medio dei sistemi sanitari dell’UE. Considerando che nel 2019 il rapporto spesa sanitaria/pil dell’Eurozona era al 7,1 per cento mentre quello dell’Italia era al 6,8 per cento (dati Eurostat), per adeguarsi alla media europea occorrerebbero circa 5,3 miliardi. In alcuni interventi di Azione si è parlato di cifre più elevate.[6] È possibile che chi parla di medie europee abbia come riferimento la media dei maggiori paesi europei (Francia, Germania e Regno Unito). In tal caso, la differenza con l’Italia è di 1,7 punti percentuali di Pil e l’adeguamento avrebbe un costo più elevato, pari a 30,5 miliardi (dati 2019). Con l’obiettivo di aumentare l’indipendenza dagli approvvigionamenti di materie prime ed intermedie per la produzione di farmaci da paesi extra UE si vogliono inoltre investire 2 miliardi nel campo dell’innovazione e dei dispositivi medicali in aggiunta al miliardo già stanziato nella Legge di Bilancio 2022.[7]
  2. Ricerca di base e applicata. Al fine di allinearci alle percentuali europee, si intende aumentare la spesa in ricerca e sviluppo di 1,5 miliardi all’anno per i prossimi sei anni.
  3. Incremento di 589 milioni del Fondo per la progettazione territoriale. La Legge di Bilancio 2022 ha istituito un Fondo da 161 milioni a disposizione dei comuni che, per mancanza di professionisti, non riescono a presentare progetti in ambito urbanistico o di innovazione sociale necessari per partecipare all’assegnazione delle risorse del PNRR. Azione-IV ritiene che queste risorse non siano sufficienti e che il Fondo vada incrementato fino a 750 milioni.
  4. Trattamento dei rifiuti: è stata indicata la necessità di realizzare entro il 2035 70 nuovi impianti per la gestione dei rifiuti. Il valore previsto degli investimenti è di 10 miliardi di euro ma, dal momento che le riforme del PNRR prevedono “solo” 2,1 miliardi di euro nel settore dei rifiuti, è necessario aumentare gli investimenti. Vi sarebbe dunque una spesa aggiuntiva di circa 600 milioni l’anno.
  5. Settore idrico. Azione-Italia Viva intende incrementare gli investimenti nel settore idrico per un costo stimato di 7,6 miliardi.[8]
  6. Transizione ecologica. Per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2030 si prevedono:
  • investimenti in trasporti sostenibili e innovativi per diminuire l’uso di mezzi privati inquinanti. Si vuole investire a) 1 miliardo di euro l’anno per potenziare la costruzione di metropolitane e tram, b) 5 miliardi (in tre anni) per svecchiare il parco autobus, c) 2 miliardi per svecchiare il parco treni e d) 8 miliardi di euro complessivi per integrare le reti ferroviarie italiane nei corridoi europei;
  • costruzione di edifici che utilizzino il teleriscaldamento. Si prevede il prolungamento di 900 km entro il 2030 della rete di condutture che trasportano calore ed energia elettrica proveniente da una centrale di produzione, per un costo complessivo di 2,5 miliardi. Si pone inoltre l’obiettivo di costruire 250 impianti di teleriscaldamento alimentati con legno cippato nei piccoli comuni montani, al costo di 125 milioni di euro l’uno;
  • creazione di centrali di biogas per immettere il biometano nella rete di riscaldamento. Il costo previsto totale è di 1,2 miliardi;
  • garantire la manutenzione delle foreste e rafforzare la filiera del legno. L’obiettivo è formare del personale preparato e specializzato nel mestiere del legno tramite il potenziamento di percorsi scuola-lavoro negli istituti tecnici. La misura avrebbe un costo totale di 6,6 milioni a cui vanno aggiunti altri 25 milioni di euro per la realizzazione di 50 piattaforme logistico-commerciali.

Il costo totale delle misure per la transizione ecologica è quindi di 14,3 miliardi.

  1. Energia nucleare. Per raggiungere l’obiettivo di “emissioni zero” al 2050, si propone di servirsi dell’energia nucleare nel lungo periodo. In particolare, per sopperire al fabbisogno di energia, si vogliono costruire 7 centrali nucleari da 40 GW totali. Il costo iniziale sarebbe di 7 miliardi per reattore, ma il processo di costruzione potrebbe richiedere un incremento delle risorse fino al 50 per cento rispetto alla cifra iniziale, rendendo impossibile attuare la misura in una sola legislatura.[9] Il costo stimato è quindi di 14,7 miliardi annui.
  2. Difesa. Si intende incrementare il budget per la difesa per raggiungere il target del 2 per cento del pil italiano entro il 2025. Il costo previsto è di 2,6 miliardi annui.
  3. Equiparazione congedo paternità e maternità. Il costo stimato di questa misura è di 630 milioni all’anno, ipotizzando 30 giorni di congedo paterno.[10] Considerando che attualmente sono previsti 10 giorni di congedo paterno, la spesa aggiuntiva sarebbe i due terzi di 630 (ovvero 420 milioni all’anno).
  4. Istruzione. In particolare, si intende:
  • innalzare l’obbligo scolastico da 16 a 18 anni. L'intervento è quantificato nel programma di Azione dedicato ai giovani.[11] La proposta richiederebbe un aumento del corpo docente per coprire il maggior numero di studenti, per un costo di 690 milioni a regime;
  • estendere il tempo pieno per tutte le scuole primarie. L'attuazione di questa misura comporterebbe l'assunzione di nuovi docenti e personale ATA (per un costo annuo di 1,27 miliardi di euro), la creazione di nuove strutture (al costo annuo di 6,4 miliardi) e nuovi servizi come mensa e trasporti (per un costo annuo di 6 miliardi euro) all’interno delle scuole. Il costo totale stimato è di 13,7 miliardi di euro annui;[12]
  • supporto all’autonomia abitativa degli studenti fuori sede. Erogazione di 200 euro mensili a tutti i giovani che lavorano o studiano in un comune diverso da quello di residenza della famiglia e vivono in affitto. Anche in questo caso, nel programma di Azione dedicato ai giovani si prevede che l’intervento interessi per i primi quattro anni undici classi d’età (19-29 anni) per un costo totale di 4,7 miliardi annui e per gli anni successivi solo quattro coorti di giovani ad un costo di 1,6 miliardi di euro all’anno;[13]
  • asili nido. Oltre all’attuazione del piano asili nido e scuola dell’infanzia previsto dal PNRR (stanziamento di 4,6 miliardi), Azione-Italia Viva intende rendere il nido gratuito per i nuclei con ISEE inferiore a 25.000 euro, garantendo un sussidio decrescente alle famiglie con ISEE tra i 25.000 e 40.000 euro. Ancora una volta la quantificazione è presente nel volume di Azione dedicato ai giovani. Il costo aggiuntivo è di 1,29 miliardi annui.

Il costo totale delle misure previste per l’istruzione è quindi di 19,7 miliardi.

 

[1] Questa circostanza può avere l’effetto di indurre l’analista ad aumentare un po’ la stima del totale delle spese, quantomeno nel confronto con altri partiti che non forniscono appigli per formulare delle quantificazioni.

[2] Questa misura è stata inserita nella Tav.1 in riduzione alla voce “Fisco”.

[3] Per maggiori dettagli, vedere la proposta di legge del deputato Ungaro (2021).

[4] Più precisamente, 2,7 miliardi sarebbero destinati all’azzeramento dell’Irpef per i giovani lavoratori fino a 25 anni e 2,4 miliardi per l’abbattimento dell’Irpef per chi ha fino a 29 anni. Per maggiori dettagli, si veda: “Azzerare l’Irpef ai giovani? Un’idea sbagliata”, Lavoce.info, 28.07.2022.

[5] Il gettito IRAP del 2021 è stato di 13.3 miliardi di euro. La legge di bilancio 2022 ha però abolito l’IRAP per i lavoratori autonomi, le ditte individuali, e i professionisti per 1,27 miliardi.

[6] Per maggiori dettagli, vedi: “Sanità, cosa farete? Le risposte dei vari schieramenti verso le elezioni”, la Repubblica, 23.08.2022.

[7] Fondo destinato all'acquisto di farmaci innovativi, art. 88, Titolo VI, Legge di Bilancio 2022.

[8] Il costo per colmare il gap con il resto d’Europa nel settore idrico sarebbe di 8 miliardi di euro al netto dei fondi stanziati dal PNRR (4,3 miliardi). Bisogna inoltre aggiungere una cifra di 6 miliardi all’anno per migliorie e manutenzione. Per maggiori dettagli vedi: “Servono oltre 12 miliardi d’investimenti sulla rete idrica”, Il sole 24 ore, 27 Novembre 2021. Di conseguenza, la cifra totale annuale (considerando un’intera legislatura) è di 7,6 miliardi.

[9] Il costo da noi stimato dovrebbe essere di 73,5 miliardi per l’intera legislatura. Per maggiori dettagli, vedi: “Centrali nucleari, la denuncia dei Verdi: «Quelle proposte da Salvini e Calenda costerebbero fino a 400  miliardi»”, l’Espresso, 31 agosto 2022.

[10] Questo risultato si ottiene prendendo i 404.892 nati nel 2020, un reddito medio di 2.100 euro e considerando che solo il 74% degli uomini con figli piccoli è lavoratore dipendente (stime Tortuga).

[11] Vedi Next Generation Italia, Volume I, pag.84.

[12] Vedi: Tuttoscuola, Il tempo pieno a scuola: un sogno da oltre 12 miliardi di euro comune a diverse forze politiche, 02.09.2022.

[13] Vedi Next Generation Italia, Volume I, pag.65. Per un’intera legislatura sono quindi 20,4 miliardi di euro totali (circa 4 miliardi annui).

Un articolo di

Francesco Bortolamai e Michela Garlaschi

Condividi su:

Newsletter

Vuoi essere aggiornato
sui temi più importanti
di economia e conti pubblici?