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I programmi dei principali partiti sull’energia

16 settembre 2022

Intermedio

I programmi dei principali partiti sull’energia

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Alcune misure in materia di energia sono comuni a tutti i principali partiti: a) l’introduzione di un tetto massimo al prezzo del gas; b) la sostituzione dei combustibili fossili con un maggior utilizzo delle energie rinnovabili; c) l’efficientamento energetico; d) gli aiuti economici alle famiglie e imprese più colpite dall’aumento del prezzo dell’energia. Sulle altre questioni ci sono forti divergenze: a) la creazione di nuovi rigassificatori; b) nuove trivellazioni; c) l’opportunità di trovare fornitori di gas per la completa sostituzione del gas russo; d) l’utilizzo dell’energia nucleare; e) la creazione di nuovi termovalorizzatori; g) gli incentivi edilizi per l’efficientamento energetico. Per quanto riguarda le coperture e i costi, soltanto un partito ha quantificato, seppur parzialmente, le sue proposte.

La nota è stata ripresa da Repubblica in questo articolo del 17 settembre 2022.

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I programmi elettorali dei principali partiti politici italiani in materia di energia sono generalmente piuttosto vaghi, e solo in rari casi  sono corredati da stime di costi degli interventi e di compatibilità con il bilancio pubblico. Spesso non è chiaro quali interventi siano considerati necessari nell’immediato per affrontare l’emergenza e quali abbiano un orizzonte di più lungo periodo, per garantire la transizione energetica e il rispetto degli obiettivi europei sulla riduzione dell’emissione di gas tossici. Va anche detto che lo spazio dedicato al tema nei programmi dei diversi partiti è anche molto diverso, il che a sua volta si riflette sul grado di elaborazione delle proposte. Si va dalle 16 pagine del programma della Lega  ad una sola slide per il programma del Movimento 5 Stelle. Ciò nonostante, alcuni punti interessanti emergono dall’analisi dei diversi programmi (si veda la Tav. 1).

Innanzitutto, ci sono cose su cui tutti i partiti sono d’accordo e altri invece dove la differenziazione, soprattutto per il lungo periodo, è massima (Tav.1). Nel breve tutti i partiti sono d’accordo nell’introdurre aiuti economici alle famiglie e imprese più colpite dall’aumento del prezzo dell’energia, anche se tipicamente mancano stime che consentano di capire fino a che punto i diversi partiti vogliono ancora spingere in questa direzione. Il PD avanza una proposta un po' più articolata, che prevede l’introduzione di un contratto particolare (“Luce Sociale”) per le famiglie più bisognose. L’idea è quella di introdurre un Acquirente Pubblico che dovrebbe acquistare l’energia (prodotta solamente da fonti rinnovabili) e distribuirla gratuitamente alle famiglie più bisognose fino ad un certo livello minimo di consumo, per proseguire poi con tariffe agevolate successivamente.

 

Tutti i partiti sono anche favorevoli all’introduzione di un tetto (europeo) al prezzo del gas, in linea con una proposta avanzata dal governo Draghi già ad aprile e che sta incontrando molte difficoltà a livello europeo. Ma già su come sostituire il gas russo nei prossimi anni, i partiti si dividono nettamente. Qui il discrimine principale è tra chi sostiene la costruzione di nuovi rigassificatori, necessari per poter importare il gas liquefatto via mare (e quindi, aprendosi ad altri fornitori oltre a quelli che già riforniscono l’Italia tramite oleodotti, Russia inclusa) e chi è contrario. Azione-Italia Viva e il centro destra sono nettamente a favore; la sinistra e i Cinque Stelle nettamente contrari. Il PD è in una posizione intermedia; sì per ora, ma solo finché non troveremo il modo di sostituire il gas con energie più pulite. Divisioni simili riappaiono su un altro tema, la costruzione dei termovalorizzatori per l’eliminazione dei rifiuti urbani; sì senza se e senza ma per PD, Azione-Italia Viva e centro-destra; no da Cinque stelle e Sinistra che la considerano una tecnologia obsoleta per il trattamento dei rifiuti urbani. 

 

Ma le differenze più interessanti emergono quando si affrontano i problemi delle prospettive. Naturalmente, tutti i partiti si dichiarano favorevoli ad un uso più intensivo delle energie rinnovabili e tutti i partiti sono favorevoli a semplificare le procedure per attivare impianti per la produzione delle energie pulite. I dettagli degli interventi sono spesso imprecisati, per cui è difficile capire quanto in concreto i diversi partiti siano effettivamente d’accordo, ma almeno sull’obiettivo finale c’è convergenza piena. Invece, sul tema su come coprire le eventuali carenze nella produzione di energia derivante dalle tecnologie pulite, cioè su quali combustibili alternativi puntare nel medio periodo se la produzione delle energie rinnovabili non fosse sufficiente, ci  sono opinioni molto divergenti.   

Per esempio, solo Azione-Italia Viva si dichiara esplicitamente a favore di una ripresa delle trivellazioni nel mediterraneo per incentivare la produzione nazionale di gas combustibile. Tiepidi i partiti di centro destra (sebbene a favore di una riattivazione della produzione nazionale dove possibile), silente il PD (almeno così sembra leggendo il programma), fortemente contrari Movimento 5 Stelle e la sinistra con i verdi. Per quest’ultimi, la transizione energetica deve essere accelerata, evitando fin da ora l’utilizzo di tecnologie dannose per l’ambiente e dandosi obiettivi più ambiziosi (una produzione al 100% da rinnovabili entro il 2050) di quelli fissati dal green deal europeo. Per questi partiti, il tema vero della transizione energetica è puntare sull’economia rigenerativa, recuperando i rifiuti della produzione industriale e domestica per nuovi cicli produttivi, incentivando se necessario anche con sussidi pubblici l’economia circolare. Il tema del risparmio energetico è centrale anche nella proposta del PD, che prevede anche il lancio di un Piano nazionale in questa direzione, con obiettivi e tempi definiti. Non a caso, sempre questi stessi partiti e, soprattutto, il Movimento Cinque Stelle si dichiarano favorevoli a mantenere gli incentivi alla riqualificazione energetica degli edifici domestici, compreso l’attuale costosissimo (per le finanze pubbliche) superbonus al 110%.  

Sempre in un’ottica di medio lungo periodo, l’altro grande tema di dissenso è l’utilizzo dell’energia nucleare. Il centro-destra e Azione-Italia Viva sono a favore, con la Lega che presenta il piano più articolato, basato sulla creazione di diverse nuove centrali nucleari di piccola taglia. Queste dovrebbero sostituire interamente l’utilizzo di gas (definito nel programma della Lega “energia ponte”) entro il 2050. PD, Movimento 5 Stelle e la sinistra-verdi sono invece nettamente contrari. In una posizione intermedia, si pongono altri partiti compresi Fratelli d’Italia e Più Europa: no ad una preclusione a priori all’uso del nucleare e sì a investimenti sulla ricerca sul nucleare di nuova generazione, ma senza vincolarsi ad una scelta precisa a favore di questa fonte energetica. 

Quasi nessun partito menziona la questione del razionamento energetico, malgrado, al momento, questo tema sia centrale nella discussione all’interno dell’Unione Europea. L’unico partito che cita la quesitone è Fratelli d’Italia che afferma esplicitamente che uno degli obiettivi principali è “liberare l’Italia e l’Europa dalla dipendenza dal gas russo, e mettere al riparo la popolazione e il tessuto produttivo da razionamenti e aumenti dei prezzi ”. 

Un articolo di

Francesco Scinetti

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