La Banca Centrale Europea (BCE) ha parlato. Ieri, oltre all’aumento dei tassi di interesse (da zero a 0,50 per cento), ha anche annunciato il nuovo strumento anti spread. Basterà a proteggere da un attacco speculativo i nostri BTP, in un momento in cui l’Italia si trova in una congiuntura politica ed economica, diciamo, un po’ delicata?
L’aumento dei tassi d’interesse è stato più alto del previsto, ma, con un’inflazione all’8,6 per cento non si può certo parlare di eccesso di prudenza se la BCE presta soldi al tasso dello 0,5 per cento. Al netto dell’inflazione si tratta di tassi di interesse fortemente negativi.
Commento quindi l’aspetto più interessante dell’annuncio della BCE, lo scudo anti spread. Si chiama Transmission Protection Instrument (TPI) perché proteggere la trasmissione della politica monetaria. Che vuol dire? Quando la BCE aumenta i tassi di interesse a cui presta alle banche perché l’inflazione è troppo alta vorrebbe che questo aumento fosse trasmesso a tutti i paesi senza troppe differenze. Se però, all’annuncio di un aumento di un punto percentuale dei tassi della BCE, quelli sui titoli tedeschi aumentano di un punto percentuale e quelli sui BTP aumentano di due punti percentuali, le cose si complicano soprattutto perché l’Italia, paese molto indebitato, mal digerisce un aumento dei tassi. Questo può rendere riluttante la BCE ad alzare i tassi per combattere l’inflazione.
Uno strumento anti spread (il cui acronimo è OMT) la BCE già ce lo aveva. Era stato introdotto da Draghi nel 2012. Era potentissimo perché comportava acquisti di titoli del paese in crisi potenzialmente illimitati. E con acquisti illimitati, la speculazione alla vendita si arrende subito. Il problema è che l’OMT è volto a paesi che hanno bisogno di un aggiustamento macroeconomico ed è infatti attivabile solo se un paese richiede un prestito e un programma di aggiustamento dal MES. Con tutto quello che si è detto contro il MES in Italia negli ultimi due anni, è chiaro che il ricorso al MES sarebbe piuttosto difficile, per lo meno per noi.
La BCE ha quindi introdotto il TPI che condivide col l’OMT la caratteristica fondamentale di non avere un tetto ai potenziali interventi, ma non richiede un programma di aggiustamento col MES. Non ci sono quindi condizioni? Si, ce ne sono, ma sono volte ad accertare che il paese sia una vittima innocente della speculazione. Infatti, nel decidere di attivare il TPI la BCE valuterà se il paese si sta comportando bene, non deviando dai propri impegni con le istituzioni europee in termini di aggiustamento dei conti pubblici o macroeconomico e se, in generale, applica buone politiche economiche, rispettando fra l’altro gli impegni contratti con il PNRR. Questi criteri non saranno applicati meccanicamente. Rimarrà nella discrezione della BCE valutare se un paese si trova in una situazione da meritare il TPI perché “innocente”.
La reazione dei mercati all’annuncio non è stato ottima. Ieri il nostro spread è salito intorno ai 240 punti. Ma ieri i mercati reagivano anche alla crisi del governo Draghi. Io penso che quello che la BCE ha annunciato è il meglio che potesse fare. E’ essenziale che gli interventi siano potenzialmente illimitati. Ed era inevitabile che si ponessero dei “paletti” per circoscrivere l’azione di sostegno a paesi che si stanno comportando relativamente bene. Importante è anche aver evitato un approccio meccanicistico.
Resta però un problema: come ho detto, l’attivazione del TPI richiede una decisione discrezionale da parte della BCE e questo non renderà facile il rapporto con i paesi. Già me lo vedo un paese che magari non si sta comportando tanto bene e che vorrebbe un intervento della BCE accusare quest’ultima di non attivare il TPI per puri motivi politici. A qualcuno in quello stesso paese potrebbe poi venir in mente, in assenza di un aiuto, di muoversi verso un’uscita dall’euro, soprattutto se, in quel paese un’ampia quota della popolazione rimpiange ancora il vecchio conio. Non c’è bisogno che vi dica a che paese mi riferisco.