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Quei soldi all’energia sporca

24 settembre 2021

Quei soldi all’energia sporca

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Il governo ha varato un sussidio, in buona parte generalizzato, di importo pari a 3-3,5 miliardi per contenere l’aumento dei prezzi delle bollette di elettricità e gas nel quarto trimestre di quest’anno (dopo il sussidio di 1,2 miliardi per il terzo trimestre). Un forte aumento delle bollette andava evitato per chi non se lo può permettere, per i poveri, gli indigenti. Ma alcune componenti del sussidio sono molto più ampie coinvolgendo, per esempio nella parte che riguarda l’azzeramento dei cosiddetti “oneri di sistema”, ben 29 milioni di utenze elettriche domestiche e un taglio per tutti dell’Iva sul gas. Purtroppo, sussidi generalizzati sono molto costosi e favoriscono più i ricchi (che consumano più energia) dei poveri. Vediamo le cose più da vicino, con il caveat che il dettaglio delle misure non è ancora disponibile e resta un non trascurabile margine di incertezza su quanto è stato deciso.

Secondo il ministro Cingolani, in assenza di interventi le bollette sarebbero aumentate del 40 per cento nel quarto trimestre di quest’anno a causa del maggior costo dell’approvvigionamento energetico. Per l’80 per cento il maggior costo rifletteva l’aumento del prezzo internazionale dei prodotti energetici, in particolare del gas, e solo per il restante 20 per cento l’aumento del costo che le imprese fronteggiano per comprare permessi di emissione di C02 (sulla base dell’Emission Trading System dell’Unione Europea). Dico questo perché non si incolpi del maggior costo dell’energia la lotta al cambiamento climatico e i “burocrati di Bruxelles”. Il grosso riflette altre cause (le scorte di gas sono state erose dal lungo inverno scorso, la Russia ha ridotto le esportazioni di gas verso l’Europa, le pale dell’eolico girano meno rapidamente in Nord Europa per un calo dei venti). L’aumento dei prezzi dell’energia e delle altre materie prime riflette anche la forte ripresa della domanda che il mondo sta sperimentando. L’aumento dei prezzi serve proprio a contenere i consumi di un prodotto che sta diventando scarso di fronte a una domanda in crescita. Già di per sé questo suggerisce che un sussidio è inappropriato, a meno di esigenze di carattere superiore. Tre esigenze possono essere considerate come rilevanti.

La prima è quella di non frenare la ripresa. La ripresa però sta procedendo più rapidamente del previsto. Inoltre se misure per compensare l’effetto frenante dei maggior costo energetico dovevano essere prese, queste non dovevano necessariamente essere realizzate sussidiando l’energia. Altre misure potevano essere considerate per sostenere l’attività economica.

Seconda esigenza: la tutela ambientale. Qui non si scappa: un sussidio energetico va a sussidiare il consumo di energia “sporca”. Il costo per le finanze pubbliche, direttamente o indirettamente, non è irrilevante, anche se i dettagli delle “fonti di copertura” non sono chiarissimi. 3-3,5 miliardi al trimestre, 12-14 miliardi all’anno, sono tanti per i nostri conti pubblici, che già non sono messi bene (per fare un confronto il reddito di cittadinanza è costato 7 miliardi nel 2020). La domanda è sempre la stessa: chi paga? Il maggior gettito dalle aste dei permessi di emissione copre solo in piccola parte il costo complessivo del provvedimento.

Terza esigenza: proteggere gli indigenti. Giusto. Ma allora perché contenere il costo della bolletta per tutti? Dato che chi ha un reddito alto consuma più energia di chi ha un reddito basso, i primi beneficeranno maggiormente della parte dei sussidi che è generalizzata. Il governo ha introdotto anche sussidi mirati solo alle famiglie povere. Bene, ma perché farlo anche verso le famiglie che si potrebbero permettere di pagare di più l’energia?

Per anni le istituzioni internazionali e tutti coloro che hanno a cuore il futuro del pianeta hanno sottolineato le conseguenze negative di sussidi generalizzati (all’energia e non). Qui, per giunta, si sussidia l’energia “sporca”. L’incoerenza con le politiche di transizione ecologica è evidente. Questo vale soprattutto per la parte dell’aumento dovuta al maggiore costo dei permessi di emissione, il cui scopo è quello di scoraggiare i consumi. Ma l’incoerenza è presente qualunque sia la causa dell’aumento dei prezzi. Si dirà che il sussidio serve a rendere meno brusco l’aumento della bolletta. Se così fosse, si tratterebbe di un sussidio temporaneo. Questo lo renderebbe più accettabile. Ma in Italia le cose transitorie tendono a durare nel tempo. Si dirà che altri Paesi europei fanno la stessa cosa. Ma come è compatibile una politica di sussidio all’energia sporca con gli obiettivi della transizione energetica che, a parole, i Paesi europei considerano come fondamentale? Vale allora la pena di ricordare che la Commissione Europea ha raccomandato di limitare i sussidi solo a chi ne ha davvero bisogno.

Un articolo di

Carlo Cottarelli

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