Il Corriere della Sera

L’inutilità dell’oro al popolo

09 dicembre 2025

L’inutilità dell’oro al popolo

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Se proprio si volesse piantare quella bandierina e affermare che l’oro (che vale intorno a 280 miliardi di euro) è di proprietà del Popolo Italiano, allora proporrei anche che lo stesso emendamento chiarisca che il debito pubblico (3.000 miliardi) è un debito del Popolo Italiano.

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Ho aspettato un po’ a intervenire sulla questione della proprietà dell’oro detenuto dalla Banca d’Italia perché pensavo che la cosa si sarebbe esaurita presto. Ma non stato è così. L’emendamento alla legge di bilancio presentato da Fratelli d’Italia ha cambiato forma, limitandosi ora ad asserire che "le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d'Italia appartengono al Popolo Italiano". Ma anche così comporta un cambiamento nello status quo e la Banca Centrale Europea sta chiedendo chiarimenti sul perché di tale cambiamento. Cerchiamo di fare chiarezza rispondendo ad alcune domande.

Al momento chi è proprietario delle riserve auree italiane? Secondo il sito della Banca d’Italia, l’oro è di proprietà del nostro istituto di emissione: “Il quantitativo totale di oro di proprietà dell’Istituto è pari a 2.452 tonnellate, costituito prevalentemente da lingotti (95.493) e per una parte minore da monete.” Un’altra parte del sito, in inglese, è ugualmente chiara: “Banca d’Italia owns and manages the country’s official reserves in foreign currency and gold” (La Banca d’Italia possiede e gestisce le riserve ufficiali del Paese in valuta estera e in oro). Del resto, l’oro sta nell’attivo del bilancio della Banca d’Italia e se non fosse di sua proprietà non potrebbe starci, a meno di leggi ad hoc (vedi sotto).

I trattati europei richiedono che le riserve auree debbano necessariamente essere di proprietà della Banca centrale del Paese? No, quello che è richiesto è che le riserve, compreso l’oro, siano detenute e gestite dalla Banca centrale. Per esempio, in Francia secondo la legge, l’oro è di proprietà dello Stato, anche se è detenuto e gestito dalla Banque de France e anche se, sempre per legge, questa è autorizzata a inserirlo nel proprio attivo.

Terzo, perché allora la BCE sembra essere preoccupata dell’emendamento in questione? Il motivo è che si tratta di un cambiamento dello status quo. La BCE si chiede perché governo e parlamento italiani sentano il bisogno di un cambiamento normativo. Cosa segnala questo cambiamento? La tesi che l’emendamento chiarisce la questione della proprietà dell’oro non regge. L’oro appartiene al momento alla Banca d’Italia, come abbiamo visto. Cosa si vuole ottenere con l’emendamento? Fra l’altro, in assenza di un ulteriore intervento legislativo che consentisse alla nostra banca centrale di continuare a includere nel proprio attivo il valore dell’oro anche se di proprietà “del Popolo Italiano”, si creerebbe un buco nel bilancio della Banca d’Italia che dovrebbe essere ricapitalizzata con denaro pubblico.

Che vantaggi ci sarebbero per il Popolo Italiano se diventasse proprietario dell’oro? Bisognerebbe chiederlo a chi ha proposto l’emendamento. Gli effetti pratici, almeno nell’immediato, sarebbero nulli. Visto che, come richiedono i trattati europei, la detenzione e la gestione dell’oro rimarrebbero in ogni caso alla Banca d’Italia, l’oro non potrebbe essere comunque venduto per decisione del governo, del parlamento o “del Popolo Italiano”. E, del resto, sarebbe demenziale vendere l’oro: si tratta di una riserva strategica da usare in caso di gravissime emergenze. Venderlo ora sarebbe un atto di disperazione, del tutto ingiustificato. Forse chi ha proposto l’emendamento lo vede come un atto simbolico. Ma simbolico di cosa? Della potenziale volontà, in un futuro non definito, di vendere l’oro, una volta usciti dai trattati europei, ossia dall’euro? Non credo che nessuno abbia in mente questo, per fortuna. Ma allora perché farlo? Per piantare una bandierina? Sembra che Giorgetti scriverà una lettera alla BCE per spiegare che, anche se la proprietà dell’oro passasse al Popolo Italiano, non cambierebbe nulla per la Banca d’Italia. Magari dovrebbe anche spiegare quali siano i vantaggi per l’Italia della riforma.

In conclusione, ma valeva la pena di fare tutto questo ambaradan per una questione che non cambia nulla? No, anche per evitare fraintendimenti sulla nostra piena e futura adesione ai trattati.

Post scriptum: se proprio si volesse piantare quella bandierina e affermare che l’oro (che vale intorno a 280 miliardi di euro) è di proprietà del Popolo Italiano, allora proporrei anche che lo stesso emendamento chiarisca che il debito pubblico (3000 miliardi) è un debito del Popolo Italiano. Così evitiamo che il popolo si senta troppo ricco.

Un articolo di

Carlo Cottarelli

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