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L’Ecofin e la (quasi) quadratura del cerchio

11 dicembre 2023

L’Ecofin e la (quasi) quadratura del cerchio

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Disciplina di bilancio sì, ma solo per il futuro.

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Forse l’Ecofin è quasi riuscito a quadrare il cerchio. La disciplina di bilancio che vogliono i nordici inizierà con la prossima legislatura, nel 2026 o nel 2027 o anche dopo. Per questa legislatura ci saranno tante eccezioni: per tenere conto dell’aumento dei tassi di interesse, degli impegni presi con i Piani nazionali di ripresa e resilienza, dell’esigenza di continuare a sostenere l’Ucraina e di aumentare le spese militari. Un accordo di questo tenore si rende necessario perché vari Paesi, tra cui l’Italia e la Francia, non hanno programmato alcuna riduzione dei deficit o del debito o lo hanno fatto in maniera assai poco credibile, rinviando tutto l’aggiustamento alla fine dell’orizzonte di programmazione e iscrivendo a bilancio generici tagli di spesa la cui credibilità è pressoché nulla. Nel caso della Francia, il debito pubblico rimarrebbe invariato nel 2024 rispetto al 2023 e la riduzione programmata del deficit, nel giudizio della Commissione, è del tutto insufficiente. Nel caso dell’Italia, il deficit si riduce in misura ritenuta soddisfacente, ma le riduzioni del debito, così come i tagli di spesa sono quasi tutti rinviati al 2026. E l’argomento di Giorgetti (è colpa del Superbonus 110%) non è molto convincente, perché ogni governo deve farsi carico della nazione, con tutte le sue eredità positive e negative. Forse, alla luce del gran guaio del Superbonus, questo governo non avrebbe dovuto prometterete il taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef.

E certamente il prossimo governo, se sarà diverso dall’attuale, potrà dire che non riesce a ridurre il debito per via dell’eredità dei tagli fatti da questo governo (pressoché impossibili da azzerare) e così via, di governo in governo. In ogni caso, questi piani sono stati già approvati dai rispettivi Parlamenti nazionali. E come può un ministro delle finanze o anche un capo di governo smentire una decisione del Parlamento? Ecco quindi la quadratura del cerchio: la riduzione del debito la si farà nella prossima legislatura. Le regole che si fissano adesso servono per il futuro. Per ora ognuno fa più o meno come vuole. Spetta al prossimo Ecofin straordinario trovare una formula che eviti di cadere nel ridicolo. E su questo la fantasia della politica saprà fare miracoli. Sperando, ovviamente, che nel frattempo i mercati siano clementi.

Leggi l’articolo completo qui.

Un articolo di

Giampaolo Galli

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