Legge di Bilancio 2020: cosa è cambiato dal Disegno di Legge?
di Osservatorio CPI
10 gennaio 2020
Il 23 dicembre è stata approvata la Legge di Bilancio (LDB) 2020.[1] Gli emendamenti parlamentari non hanno modificato sostanzialmente la manovra. La maggior parte delle risorse erano state infatti impiegate per la disattivazione delle clausole IVA e questo non ha consentito di trovare altri spazi di intervento.[2] I valori complessivi delle misure espansive e delle coperture sono rimasti pressoché invariati (pari rispettivamente a 30,9 e a 14,6 miliardi quest’anno): il saldo è stato assorbito da un aumento del deficit, rispetto al tendenziale, di 16,3 miliardi. Conseguentemente, il deficit complessivo previsto per il 2020 è pari a 40 miliardi (2,2 per cento del Pil), in linea con quello del 2019. Anche la pressione fiscale (al 42 per cento del Pil) non ha subìto particolari variazioni né rispetto a quanto stimato nel Disegno di Legge (DDL) di bilancio, né rispetto al 2019.
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La Tavola 1 mette a confronto la quantificazione delle misure contenute nel DDL di bilancio e nella LDB definitiva. Passiamo in rassegna le modifiche più rilevanti.
Coperture (maggiori entrate e minori uscite)
Sul fronte delle coperture, il maxiemendamento ha ridotto il gettito di alcune misure al centro del dibattito mediatico nei mesi scorsi, come la plastic tax, gli interventi sulle auto aziendali e la sugar tax. Per compensare queste modifiche, è stata ulteriormente aumentata la tassazione sul gioco d’azzardo e sono state riviste al rialzo le stime per le entrate fiscali del triennio, alla luce di nuove informazioni sugli andamenti correnti. Altre coperture derivano da minori uscite. Più in dettaglio:
- La variazione più significativa è stata il taglio della nuova plastic tax. Nel DDL erano state previste maggiori entrate per 1,1 miliardi nel 2020 e 2,2 miliardi annui nel 2021 e 2022. La LDB prevede invece un gettito di soli 140 milioni nel 2020, 500 milioni nel 2021 e 450 milioni nel 2022. Questo soprattutto perché il valore dell’imposta è stato più che dimezzato (da 1 euro al kg a 0,45 euro al kg) e perché sono stati esentati gli imballaggi contenenti materia plastica che proviene da processi di riciclo. Inoltre, si prevede che la norma entri in vigore dal 1 luglio 2020 (non più dal 1 aprile) e che l’imposta venga versata a partire da ottobre 2020, determinando per quest’anno un gettito ancora più contenuto.
- La revisione dei fringe benefit per le auto aziendali, secondo il DDL, avrebbe dovuto comportare maggiori entrate per 333 milioni nel 2020 e 385 circa nel 2021 e 2022, ma queste entrate sono state pressoché azzerate con il maxiemendamento. La nuova formulazione della norma dovrebbe quindi generare soltanto un ricambio del parco auto a favore dei veicoli meno inquinanti, ma non avrà effetti sui saldi di finanza pubblica.
- Una terza retromarcia ha riguardato la sugar tax, anch’essa al centro di polemiche dopo la presentazione del DDL: la sua introduzione è slittata al 1 ottobre 2020, e a causa di questo posticipo il gettito per quest’anno sarà di soli 59 milioni, 175 in meno rispetto alla previsione iniziale. A partire dal 2021, il valore della misura è invece rimasto pari a circa 350 milioni annui.
- Per far fronte a queste minori entrate, come già avvenuto anche con la manovra dello scorso anno, il governo ha ulteriormente incrementato la tassazione sul gioco d'azzardo per circa 300 milioni annui nel triennio 2020-2022 (in aggiunta a quanto già previsto dal decreto fiscale del 26 ottobre scorso). In particolare, l’aliquota del Prelievo Erariale Unico sulle slot machine sale dal 21,68 al 23,85 per cento del totale giocato a partire dal 1 gennaio 2020 e dal 21,75 al 24 per cento a partire dal 1 gennaio 2021; per le videolottery, l’aliquota passa invece dal 7,93 all’8,5 per cento nel 2020 e dall’8 all’8,6 per cento dal 2021. Allo stesso tempo, per entrambe le categorie di giochi viene ridotto il payout minimo (cioè la percentuale minima di raccolta che deve essere restituita ai giocatori sotto forma di montepremi). Ciò consente alle imprese del settore di scaricare almeno in parte sui giocatori la maggiore tassazione. Non si può non notare che questi ripetuti aumenti della tassazione sui giochi finiscono per pesare sui consumatori finali, compresi quelli, affetti da ludopatia, la cui domanda è probabilmente poco elastica agli aumenti di tassazione.[3]
- Grazie a un aggiornamento dei dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate sulle entrate in corso, sono state previste inoltre maggiori entrate fiscali per 841 milioni per ciascun anno del triennio 2020-2022, in larga parte dovute al miglioramento delle entrate IRPEF.
- Infine, sul lato della spesa, maggiori risparmi per il 2020 sono stati garantiti dall’abolizione di un finanziamento di 460 milioni a Ferrovie dello Stato per investimenti infrastrutturali, introdotto di recente dal decreto fiscale, e dalla riduzione di alcuni fondi (come il Fondo per gli interventi strutturali di politica economica e il Fondo contributi pluriennali, entrambi ridotti di 200 milioni nel 2020).
Misure espansive (minori entrate e maggiori uscite)
Sul fronte delle misure espansive, invece, si trovano soprattutto tante piccole nuove maggiori uscite, oltre ad interventi su investimenti (pubblici e privati), pubblico impiego e clausole di salvaguardia relative alle accise sui carburanti. Nel dettaglio:
- La legislazione vigente prima della Legge di Bilancio prevedeva aumenti delle accise sui carburanti per 400 milioni all’anno nel triennio 2020-2022. Il DDL di bilancio era intervenuto su questo tema sterilizzando completamente gli aumenti per il 2020 e lasciando in essere aumenti per soli 50 milioni nel 2021 e 100 milioni nel 2022. La LDB ha confermato la sterilizzazione per quest’anno, ma ha aumentato nuovamente il valore delle clausole per il 2021-2022, che ora valgono rispettivamente 1,2 e 1,7 miliardi. Rispetto alla previsione del DDL, quindi, l’aumento è stato di 1,2 miliardi per il 2021 e 1,4 miliardi per il 2022. Considerando anche le clausole IVA, ad oggi il valore totale delle clausole di salvaguardia da disinnescare è di circa 20,1 miliardi nel 2021 e 27,1 miliardi nel 2022.
- Sono stati ripristinati il super ammortamento, l’iper ammortamento e l’agevolazione software per il biennio 2021-2022 (il DDL prevedeva che queste misure non fossero più rinnovate). Il costo complessivo è di 500 milioni nel 2021 e di 200 milioni nel 2022. Questa è stata una modifica positiva perché consente una migliore programmazione delle scelte di investimento.
- Gli incentivi a Industria 4.0 sono stati aumentati di 227 milioni annui per il periodo 2021-2023, ma è stato soppresso un altro credito d’imposta per l’attività di ricerca e sviluppo del valore di 974 milioni nel 2021.
- Sul fronte degli investimenti pubblici, solo nel 2021 si registra un leggero aumento rispetto al DDL dovuto a una riduzione degli stanziamenti per il Fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e un conseguente maggiore stanziamento per un’altra ventina di iniziative di importo limitato.
- Le maggiori risorse per rinnovo del contratto pubblico impiego valgono 100 milioni nel 2020 e 200 milioni nel 2021 e 2022, a cui si aggiungono una serie di micro stanziamenti per assunzioni ad hoc.
- In ultimo, nella voce “Altre maggiori uscite” si trovano tante piccole voci tra cui i restauri di una villa a Cernusco sul Naviglio (300mila euro), di Villa Candiani a Erba (300mila euro) e di Palazzo Piozzo a Rivoli (300mila euro), contributi alla Regione Lombardia per la realizzazione del museo della diga del Gleno (300mila euro), un sostegno a Padova come capitale europea del volontariato 2020 (500mila euro), contributi per la promozione della lingua italiana all’estero (500mila euro), contributi per campagne di informazione e sensibilizzazione degli animali di affezione (500mila euro) e per piani straordinari di prevenzione e controllo del randagismo (1 milione), 1,5 milioni nel 2021 per il “Progetto Transaqua” per salvare il Lago Ciad e tante altre misure che per la loro specificità non dovrebbero far parte della Legge di Bilancio.