Gli insufficienti passi avanti di una giustizia civile lumaca
di Sofia Bernardini
15 luglio 2019
La lentezza della giustizia civile italiana è purtroppo nota. Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti, soprattutto in termini di riduzione del numero di casi pendenti e in parte anche in termini di durata, ma la situazione risulta ancora critica rispetto ad altri paesi. In Italia, un procedimento civile che arriva al terzo grado di giudizio dura in media più di 8 anni. A livello europeo siamo ultimi in classifica per i tempi di giudizio di ultima istanza, penultimi dopo la Grecia per il secondo grado e terzultimi dopo Grecia e Bosnia Erzegovina per il primo grado.
* * *
La lentezza della giustizia civile è uno dei problemi strutturali italiani. Il monitoraggio annuale dell’attrattività dell’Italia nel mondo, pubblicato lo scorso aprile dalla Fondazione Censis e dall’Osservatorio AIBE (Associazione Italiana Banche Estere), identifica i tempi della giustizia civile come la seconda causa di scarsa attrattività del nostro Paese per gli investitori esteri, preceduto di poco dal carico normativo e burocratico e seguito dall’efficacia dell’azione di governo.[1] Le conseguenze economiche dei ritardi del sistema sono molteplici. Uno Studio Cer Eures del 2017 dimostra che i ritardi del sistema costano 2,5 punti di Pil e che se la nostra giustizia civile avesse i tempi di quella tedesca si recupererebbero circa 40 miliardi di euro.[2] I benefici non si limiterebbero solo al Pil, ma implicherebbero anche un aumento di circa 100 mila posti di lavoro, un incremento di mille euro all’anno di reddito pro capite e un complessivo miglioramento del grado di fiducia di famiglie e imprese.
L’efficienza della giustizia civile italiana, in termini di velocità con cui i giudizi vengono finalizzati, può essere valutata osservando due indicatori: il tempo richiesto per portare a compimento un procedimento e il numero dei procedimenti pendenti.
Il tempo richiesto per portare a compimento un procedimento
Secondo i dati Cepej del Consiglio d’Europa (Council of Europe European Commission for the efficiency of justice) nel 2016 la durata media di un processo era pari a 514 giorni in primo grado, 993 in Corte d’Appello e 1442 in Corte di Cassazione.[3] La durata del primo grado di giudizio si è ridotta di 76 giorni dal 2012, quella del secondo grado di 275 giorni dal 2010, ma è aumentata di 211 giorni la durata del terzo grado (Figura 1). Inoltre, tra il 2014 e il 2016 si è invertita la tendenza al calo nella durata dei processi, con un aumento della durata sia in secondo sia, soprattutto, in terzo grado.
I dati Cepej consento anche confronti internazionali. A fronte dei 2949 giorni (8 anni e 29 giorni) in Italia, nel 2016 i tempi medi di un procedimento civile che arrivava al terzo grado di giudizio erano meno della metà (1216 giorni) in Francia, circa un terzo (976 giorni) in Spagna e circa un quarto (799 giorni) in Germania (Figura 2).[4] Nella classifica dei paesi, l’Italia è ultima per i tempi di giudizio di ultima istanza, penultima dopo la Grecia per il secondo grado e terzultima dopo Grecia e Bosnia Erzegovina per il primo grado. Anche il rapporto “Doing Business” della Banca Mondiale ci vede indietro nella classifica sul tempo richiesto per il recupero per via giudiziale di un credito commerciale, inclusivo sia dei tempi per ottenere un giudizio finale, sia del tempo necessario per la riscossione. I dati aggiornati al 2018 mostrano che in Italia occorrono 1120 giorni contro i 582 della media dei paesi OCSE ad alto reddito.[5] In questo caso c’è stato un miglioramento rispetto a 15 anni fa: nel 2003 erano necessari 1390 giorni per riscuotere un credito, ma dal 2015 la situazione è rimasta immutata.
Cosa sappiamo del periodo successivo al 2016? Il Ministero della Giustizia pubblica informazioni sulla giacenza media in giorni di un sottogruppo di procedimenti civili presso i tribunali ordinari. Questi dati, che sono forniti come parte degli “Indicatori di benessere Equo o Sostenibile” nell’allegato al Documento di Economia e Finanza, si riferiscono ai procedimenti trattati dai Tribunali in prima istanza e agli appelli contro le decisioni del Giudice di pace. Dovrebbero quindi riflettere giudizi dati in primo grado.[6] Questi dati sulla giacenza media sono calcolati seguendo una metodologia diversa da quella riportata sopra per i dati Cepej.[7] Tuttavia, nel periodo per cui i dati sono sovrapponibili, i dati del Ministero mostrano un andamento simile a quelli Cepej per quanto riguarda i tempi di definizione dei procedimenti in primo grado (Figura 3). I dati del Ministero indicano che dal 2016 al 2018 i tempi dei procedimenti si sono ridotti di 30 giorni. Partendo dai dati Cepej per il 2016 e applicando una simile riduzione, si può concludere che anche nel 2018 i processi civili che raggiungevano il terzo grado di giudizio duravano circa 8 anni in media.
Esistono però marcate differenze geografiche all’interno dell’Italia: nel 2018 la durata media dei procedimenti considerati dal Ministero, che come abbiamo detto si riferiscono prevalentemente al primo grado di giudizio, era 610 giorni al Sud, 407 al Centro e 270 giorni al Nord. Si tratta di differenze ancora enormi, anche se si sono ridotte rispetto a quattro anni fa: nel periodo 2014-2018 la riduzione della durata media nel Mezzogiorno è stata del 24 per cento, mentre è rimasta sostanzialmente immutata la durata media nel resto del paese.
Il numero dei procedimenti pendenti
Negli ultimi anni c’è stata però una sostanziale riduzione dei procedimenti pendenti, in particolare nei primi gradi di giudizio. La Figura 4 mostra il totale degli affari civili pendenti a fine periodo per tutti gli Uffici (Corte di Cassazione, Corti d'appello, tribunali ordinari, Giudici di pace e tribunali per i minorenni) e per tutte le materie trattate.[8] Dopo il picco di 5,7 milioni di procedimenti pendenti raggiunto nel 2009, lo smaltimento dei processi è migliorato nell’ultimo decennio e ha portato ad una riduzione del numero dei pendenti del 40 per cento. Nel 2018, infatti, il numero di procedimenti pendenti è stato pari a 3,4 milioni, il valore minimo da inizio anni 2000.[9]
È importante, però, considerare che non tutti i procedimenti pendenti sono ugualmente problematici. Sono particolarmente preoccupanti quelli cosiddetti “a rischio Pinto”, ovvero quelli che hanno superato quella che la legge indica, piuttosto generosamente, come la ragionevole durata di un processo (tre anni in primo grado, due in secondo e uno in terzo) e per i quali, quindi, le parti in causa hanno il diritto di richiedere un'equa riparazione dallo Stato per il danno subito. Tra il 2013 e il 2018 gli ultra-triennali giacenti in Tribunale e gli ultra-biennali in Corte d’Appello si sono circa dimezzati, passando rispettivamente da circa 650mila a 370mila e da 200mila a 110mila (Figura 5). Tuttavia, questo miglioramento è stato solo parziale, in quanto contemporaneamente sono aumentati i procedimenti pendenti a “rischio Pinto” in Corte di Cassazione, passando da 69.916 a 75.206.
La tendenza, quindi, sembra essere una generale riduzione del numero dei procedimenti pendenti spinta da un loro smaltimento più veloce nei tribunali ordinari, ma frenata da un aumento di quelli in Cassazione, dove la durata dei processi si è allungata negli ultimi anni.
Approfondimento a carattere territoriale
Come differiscono i tempi della giustizia all’interno dell’Italia? Abbiamo costruito due classifiche sulla base dei dati pubblicati dal Ministero della Giustizia.[10] Il primo è quello della durata media dei processi stimata con la stessa metodologia usata dal Cepej (vedi nota 3). Il secondo è il tasso di smaltimento (“clearance rate”), calcolato come il rapporto percentuale tra casi definiti in un anno e casi sopravvenuti. Un tasso di smaltimento del 100 per cento indica che, in un dato periodo, il sistema riesce a risolvere approssimativamente tanti casi quanti ne vengono aperti. Una percentuale inferiore al 100 per cento, invece, implica che il sistema non riesce a gestire il flusso, mentre una superiore al 100 per cento significa che vengono risolti più casi di quanti ne vengono aperti in un periodo, riducendo quindi il numero di casi pendenti.
Consideriamo prima i Tribunali Ordinari. Nel 2017 l’indicatore di durata media era nettamente inferiore nel Nord Italia rispetto al resto del paese, essendo pari a 300 giorni, contro 405 giorni al Centro e 520 giorni al Sud. I primi posti della classifica (partendo dai tribunali con durata più bassa) sono occupati dal Tribunale di Aosta (160 giorni), seguito da quello di Gorizia (207) e di Ferrara (209) (Tavola 1). I tribunali più lenti d’Italia sono quelli di Tempio Pausania (819 giorni), Vibo Valentia (863) e Vallo della Lucania (996).
Questo indicatore è, per costruzione, influenzato molto dal passato, essendo dato dal rapporto tra casi pendenti a fine anno e casi smaltiti durante l’anno: se un tribunale ha ereditato molti arretrati, potrebbe risultare indietro in classifica anche se, in un singolo anno, è relativamente veloce. Per questo è utile guardare anche la classifica in base al tasso di smaltimento. Considerando questo indicatore nel 2017 i Tribunali del Sud avevano una percentuale media di casi risolti pari a 104,5 per cento, migliore sia di quella dei Tribunali del Centro (104 per cento) che di quelli del Nord (102,8). Occorre notare anche che la media nazionale era pari al 103,8 per cento, quindi in quell’anno il sistema riusciva a risolvere più casi di quanti ne venivano aperti. Le migliori performance erano quelle dei Tribunali di Isernia (145,8 per cento), Foggia (130,2) e Palmi (126,4), mentre le peggiori sono state quelle dei Tribunali di Tempio Pausania (86,6), Napoli Nord (85,3) e Vallo della Lucania (84,8) (Tavola 2). Questi andamenti suggeriscono che diversi tribunali al Sud hanno migliorato notevolmente il proprio rendimento nello smaltire i flussi di casi pendenti, ma risultano ancora indietro in termini di durata media dei processi, avendo ereditato dal passato un numero elevato di casi pendenti.
Per le Corti d’Appello si osservano trend simili rispetto a quelli dei Tribunali Ordinari: i tempi medi stimati della durata dei procedimenti erano inferiori nelle Corti del Nord rispetto a quelle del resto d’Italia (550 giorni rispetto a 665 al Centro e 803 al Sud). Le prime cinque posizioni della classifica, infatti, sono occupate da Perugia (275 giorni), Trento (288), Torino (298), Trieste (329) e Milano (457) (Tavola 3). Al contrario, nelle ultime cinque posizioni troviamo Reggio Calabria (884 giorni), Palermo (905), Napoli (980), Caltanissetta (1292) e Taranto (1477). Tuttavia, le Corti d’Appello del Centro-Sud hanno performance migliori rispetto a quelle del Nord in termini di tasso di smaltimento (la media era pari al 142,1 per cento al Centro, 109,2 al Mezzogiorno e 102,2 al Nord). Ai primi posti di questa classifica troviamo la Corte d’Appello di Perugia (216,6 per cento), prima anche come durata media, seguita da quella di Lecce (153,3) e da quella di Roma (136,5) (Tavola 4). Nelle ultime posizioni, invece, troviamo le Corti d’Appello che hanno una percentuale di casi risolti inferiore al 100 per cento (circa un terzo del totale): Trento (98,3), Ancona (97,8), Sassari (96,6), Palermo (96,1), Taranto (93,3), Cagliari (88,2), Venezia (86,8), Brescia (84,2), Caltanissetta (78,0) e Bolzano (76,1).
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Tav. 1A: Classifica dei Tribunali Ordinari
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(dati anno 2017, indicatore: durata media dei procedimenti)
|
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|
Posizione
|
Sede Tribunale
|
Durata media
|
Posizione
|
Sede Tribunale
|
Durata media
|
1
|
Aosta
|
160,5
|
36
|
Milano
|
302
|
2
|
Gorizia
|
207
|
37
|
Lanciano
|
309
|
3
|
Ferrara
|
209
|
38
|
Lucca
|
310
|
4
|
Mantova
|
225
|
39
|
Prato
|
316
|
5
|
Chieti
|
226
|
40
|
Biella
|
319
|
6
|
Savona
|
232
|
41
|
Verona
|
320
|
7
|
Ravenna
|
238
|
42
|
Macerata
|
324
|
8
|
Cuneo
|
243
|
43
|
Bologna
|
324
|
9
|
Rovereto
|
246
|
44
|
Udine
|
325
|
10
|
Verbania
|
247
|
45
|
Massa
|
325
|
11
|
Vercelli
|
248
|
46
|
Novara
|
326
|
12
|
Rovigo
|
251
|
47
|
Cremona
|
327
|
13
|
Busto Arsizio
|
263
|
48
|
Sondrio
|
334
|
14
|
Trento
|
269
|
49
|
Pescara
|
335
|
15
|
Como
|
273
|
50
|
Sassari
|
335
|
16
|
Torino
|
273
|
51
|
Pordenone
|
335
|
17
|
Bolzano
|
274
|
52
|
Treviso
|
336
|
18
|
Ivrea
|
279
|
53
|
Avezzano
|
337
|
19
|
Lodi
|
279
|
54
|
La Spezia
|
342
|
20
|
Alessandria
|
285
|
55
|
Forlì
|
342
|
21
|
Trieste
|
285
|
56
|
Varese
|
343
|
22
|
Padova
|
286
|
57
|
Frosinone
|
345
|
23
|
Modena
|
286
|
58
|
Vasto
|
349
|
24
|
Livorno
|
288
|
59
|
Marsala
|
349
|
25
|
Asti
|
288
|
60
|
Ancona
|
353
|
26
|
Monza
|
289
|
61
|
Lecco
|
353
|
27
|
Arezzo
|
291
|
62
|
Terni
|
359
|
28
|
Sulmona
|
291
|
63
|
Piacenza
|
361
|
29
|
Pesaro
|
294
|
64
|
Trapani
|
361
|
30
|
Belluno
|
295
|
65
|
Parma
|
362
|
31
|
Rimini
|
295
|
66
|
Isernia
|
366
|
32
|
Reggio Emilia
|
295
|
67
|
Bergamo
|
373
|
33
|
Genova
|
297
|
68
|
Palermo
|
373
|
34
|
Rieti
|
298
|
69
|
Campobasso
|
375
|
35
|
L'Aquila
|
302
|
70
|
Pavia
|
378
|
Fonte: elaborazione Osservatorio CPI su dati Ministero della Giustizia
|
Tav. 1B: Classifica dei Tribunali Ordinari
|
|
|
(dati anno 2017, indicatore: durata media dei procedimenti)
|
|
|
|
|
|
|
|
Posizione
|
Sede Tribunale
|
Durata media
|
Posizione
|
Sede Tribunale
|
Durata media
|
71
|
Roma
|
379
|
106
|
Teramo
|
529
|
72
|
Vicenza
|
383
|
107
|
Brindisi
|
529
|
73
|
Brescia
|
393
|
108
|
Foggia
|
530
|
74
|
Larino
|
395
|
109
|
Lecce
|
530
|
75
|
Sciacca
|
399
|
110
|
Salerno
|
536
|
76
|
Oristano
|
399
|
111
|
Caltanissetta
|
538
|
77
|
Ascoli Piceno
|
401
|
112
|
Gela
|
541
|
78
|
Palmi
|
404
|
113
|
Crotone
|
546
|
79
|
Venezia
|
408
|
114
|
Siracusa
|
548
|
80
|
Pistoia
|
408
|
115
|
Cagliari
|
556
|
81
|
Viterbo
|
408
|
116
|
Avellino
|
558
|
82
|
Imperia
|
412
|
117
|
Cosenza
|
568
|
83
|
Tivoli
|
415
|
118
|
Ragusa
|
575
|
84
|
Catanzaro
|
415
|
119
|
Enna
|
582
|
85
|
Fermo
|
418
|
120
|
Caltagirone
|
584
|
86
|
Velletri
|
429
|
121
|
Santa Maria Capua Vetere
|
592
|
87
|
Siena
|
430
|
122
|
Nocera Inferiore
|
608
|
88
|
Termini Imerese
|
431
|
123
|
Civitavecchia
|
608
|
89
|
Torre Annunziata
|
432
|
124
|
Lanusei
|
619
|
90
|
Taranto
|
436
|
125
|
Paola
|
621
|
91
|
Urbino
|
442
|
126
|
Locri
|
623
|
92
|
Grosseto
|
452
|
127
|
Catania
|
636
|
93
|
Trani
|
453
|
128
|
Reggio Calabria
|
647
|
94
|
Benevento
|
454
|
129
|
Latina
|
658
|
95
|
Pisa
|
457
|
130
|
Nola
|
659
|
96
|
Nuoro
|
459
|
131
|
Messina
|
660
|
97
|
Agrigento
|
460
|
132
|
Castrovillari
|
686
|
98
|
Napoli
|
467
|
133
|
Lamezia Terme
|
688
|
99
|
Perugia
|
468
|
134
|
Barcellona Pozzo di Gotto
|
731
|
100
|
Matera
|
469
|
135
|
Patti
|
746
|
101
|
Napoli Nord
|
477
|
136
|
Potenza
|
781
|
102
|
Bari
|
483
|
137
|
Lagonegro
|
800
|
103
|
Firenze
|
485
|
138
|
Tempio Pausania
|
819
|
104
|
Spoleto
|
486
|
139
|
Vibo Valentia
|
863
|
105
|
Cassino
|
505
|
140
|
Vallo della Lucania
|
996
|
Fonte: elaborazione Osservatorio CPI su dati Ministero della Giustizia
|
Tav. 2A: Classifica dei Tribunali Ordinari
|
|
|
|
(dati anno 2017, indicatore: tasso di smaltimento)
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Posizione
|
Sede Tribunale
|
Tasso di smaltimento
|
Posizione
|
Sede Tribunale
|
Tasso di smaltimento
|
1
|
Isernia
|
145,8
|
36
|
Verona
|
107,3
|
2
|
Foggia
|
130,2
|
37
|
Monza
|
107,2
|
3
|
Palmi
|
126,4
|
38
|
Messina
|
107,2
|
4
|
Matera
|
118,5
|
39
|
Trani
|
106,7
|
5
|
Caltagirone
|
118,4
|
40
|
Siena
|
106,5
|
6
|
Patti
|
117,6
|
41
|
Parma
|
106,5
|
7
|
Barcellona Pozzo di Gotto
|
117,2
|
42
|
Macerata
|
106,4
|
8
|
Locri
|
115,8
|
43
|
Terni
|
106,3
|
9
|
Vicenza
|
115,6
|
44
|
Cuneo
|
106,0
|
10
|
Salerno
|
115,6
|
45
|
Piacenza
|
106,0
|
11
|
Bari
|
114,2
|
46
|
Ancona
|
105,6
|
12
|
Catanzaro
|
113,7
|
47
|
Pordenone
|
105,6
|
13
|
Rieti
|
113,2
|
48
|
Taranto
|
105,3
|
14
|
Ascoli Piceno
|
112,4
|
49
|
Pistoia
|
105,2
|
15
|
Lamezia Terme
|
111,8
|
50
|
Lodi
|
105,1
|
16
|
Larino
|
111,2
|
51
|
Livorno
|
105,0
|
17
|
Avezzano
|
111,1
|
52
|
Sondrio
|
104,9
|
18
|
Agrigento
|
110,7
|
53
|
Cremona
|
104,8
|
19
|
Paola
|
110,3
|
54
|
Rimini
|
104,4
|
20
|
Nuoro
|
109,7
|
55
|
Milano
|
104,4
|
21
|
Lucca
|
109,7
|
56
|
Padova
|
104,3
|
22
|
Prato
|
109,5
|
57
|
Massa
|
103,9
|
23
|
Savona
|
109,4
|
58
|
Torre Annunziata
|
103,9
|
24
|
Alessandria
|
109,4
|
59
|
Belluno
|
103,8
|
25
|
Castrovillari
|
109,2
|
60
|
Cosenza
|
103,7
|
26
|
Crotone
|
108,4
|
61
|
Ravenna
|
103,5
|
27
|
Frosinone
|
108,3
|
62
|
Cagliari
|
103,4
|
28
|
Sulmona
|
108,2
|
63
|
Gorizia
|
103,4
|
29
|
Benevento
|
108,1
|
64
|
Lecce
|
103,4
|
30
|
Viterbo
|
107,7
|
65
|
Varese
|
103,3
|
31
|
Modena
|
107,6
|
66
|
Sassari
|
103,3
|
32
|
Napoli
|
107,6
|
67
|
Novara
|
103,2
|
33
|
Arezzo
|
107,5
|
68
|
Pavia
|
103,2
|
34
|
Grosseto
|
107,5
|
69
|
Treviso
|
103,2
|
35
|
Biella
|
107,4
|
70
|
Palermo
|
103,1
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Fonte: elaborazione Osservatorio CPI su dati Ministero della Giustizia
|
Tav. 2B: Classifica dei Tribunali Ordinari
|
|
|
|
(dati anno 2017, indicatore: tasso di smaltimento)
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Posizione
|
Sede Tribunale
|
Tasso di smaltimento
|
Posizione
|
Sede Tribunale
|
Tasso di smaltimento
|
71
|
Perugia
|
103,0
|
106
|
Bergamo
|
99,3
|
72
|
Fermo
|
102,9
|
107
|
Vasto
|
99,3
|
73
|
Lecco
|
102,9
|
108
|
Caltanissetta
|
99,0
|
74
|
Vercelli
|
102,6
|
109
|
Nocera Inferiore
|
98,9
|
75
|
Gela
|
102,6
|
110
|
Tivoli
|
98,9
|
76
|
Avellino
|
102,5
|
111
|
Velletri
|
98,9
|
77
|
Oristano
|
102,3
|
112
|
Potenza
|
98,8
|
78
|
Chieti
|
102,0
|
113
|
Venezia
|
98,8
|
79
|
Udine
|
101,9
|
114
|
La Spezia
|
98,7
|
80
|
Mantova
|
101,9
|
115
|
Como
|
98,5
|
81
|
Firenze
|
101,9
|
116
|
Rovigo
|
98,1
|
82
|
Brescia
|
101,7
|
117
|
Nola
|
98,0
|
83
|
Pescara
|
101,6
|
118
|
Civitavecchia
|
98,0
|
84
|
Forlì
|
101,6
|
119
|
Cassino
|
97,8
|
85
|
Lanciano
|
101,6
|
120
|
Teramo
|
97,8
|
86
|
Ferrara
|
101,5
|
121
|
Rovereto
|
97,7
|
87
|
Verbania
|
101,4
|
122
|
Ragusa
|
97,5
|
88
|
Catania
|
101,2
|
123
|
Siracusa
|
97,5
|
89
|
Trapani
|
101,1
|
124
|
Bolzano
|
97,0
|
90
|
Reggio Emilia
|
100,9
|
125
|
L'Aquila
|
96,7
|
91
|
Latina
|
100,9
|
126
|
Trieste
|
96,3
|
92
|
Torino
|
100,8
|
127
|
Santa Maria Capua Vetere
|
96,1
|
93
|
Bologna
|
100,8
|
128
|
Spoleto
|
95,9
|
94
|
Aosta
|
100,6
|
129
|
Termini Imerese
|
95,8
|
95
|
Imperia
|
100,6
|
130
|
Ivrea
|
95,7
|
96
|
Genova
|
100,3
|
131
|
Lagonegro
|
95,4
|
97
|
Urbino
|
100,2
|
132
|
Vibo Valentia
|
94,8
|
98
|
Pisa
|
100,2
|
133
|
Campobasso
|
94,5
|
99
|
Pesaro
|
100,1
|
134
|
Reggio Calabria
|
93,4
|
100
|
Sciacca
|
100,0
|
135
|
Enna
|
91,9
|
101
|
Brindisi
|
99,9
|
136
|
Marsala
|
91,9
|
102
|
Busto Arsizio
|
99,7
|
137
|
Lanusei
|
89,4
|
103
|
Asti
|
99,7
|
138
|
Tempio Pausania
|
86,6
|
104
|
Trento
|
99,7
|
139
|
Napoli Nord
|
85,3
|
105
|
Roma
|
99,4
|
140
|
Vallo della Lucania
|
84,8
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Fonte: elaborazione Osservatorio CPI su dati Ministero della Giustizia
Tav. 3: Classifica Corti d'Appello
|
Tav. 4: Classifica Corti d'Appello
|
(dati anno 2017, indicatore: durata media dei procedimenti)
|
(dati anno 2017, indicatore: tasso di smaltimento)
|
|
|
|
|
|
|
Posizione
|
Sede Corte d'Appello
|
Durata media
|
Posizione
|
Sede Corte d'Appello
|
Tasso di smaltimento
|
1
|
Perugia
|
275
|
1
|
Perugia
|
216,6
|
2
|
Trento
|
288
|
2
|
Lecce
|
153,3
|
3
|
Torino
|
298
|
3
|
Roma
|
136,5
|
4
|
Trieste
|
329
|
4
|
Napoli
|
129,1
|
5
|
Milano
|
457
|
5
|
Messina
|
128,9
|
6
|
Lecce
|
520
|
6
|
Torino
|
123,1
|
7
|
Messina
|
540
|
7
|
Catanzaro
|
121,5
|
8
|
Bolzano
|
596
|
8
|
Firenze
|
117,6
|
9
|
Cagliari
|
597
|
9
|
Genova
|
117,2
|
10
|
Catanzaro
|
604
|
10
|
L'Aquila
|
117,2
|
11
|
Bari
|
632
|
11
|
Potenza
|
115,8
|
12
|
Genova
|
653
|
12
|
Milano
|
114,9
|
13
|
L'Aquila
|
682
|
13
|
Reggio Calabria
|
113,0
|
14
|
Catania
|
689
|
14
|
Bologna
|
112,3
|
15
|
Brescia
|
696
|
15
|
Catania
|
109,5
|
16
|
Campobasso
|
711
|
16
|
Trieste
|
106,5
|
17
|
Sassari
|
718
|
17
|
Bari
|
105,3
|
18
|
Firenze
|
760
|
18
|
Salerno
|
100,9
|
19
|
Potenza
|
791
|
19
|
Campobasso
|
100,9
|
20
|
Roma
|
801
|
20
|
Trento
|
98,3
|
21
|
Bologna
|
809
|
21
|
Ancona
|
97,8
|
22
|
Venezia
|
821
|
22
|
Sassari
|
96,6
|
23
|
Ancona
|
825
|
23
|
Palermo
|
96,1
|
24
|
Salerno
|
827
|
24
|
Taranto
|
93,3
|
25
|
Reggio Calabria
|
884
|
25
|
Cagliari
|
88,2
|
26
|
Palermo
|
905
|
26
|
Venezia
|
86,8
|
27
|
Napoli
|
980
|
27
|
Brescia
|
84,2
|
28
|
Caltanissetta
|
1292
|
28
|
Caltanissetta
|
78,0
|
29
|
Taranto
|
1477
|
29
|
Bolzano
|
76,1
|
Fonte: elaborazione Osservatorio CPI su dati Ministero della Giustizia
[3] I dati Cepej misurano i tempi della giustizia in termini di “disposition time”, ovvero:
365 * [procedimenti pendenti a fine anno/ numero procedimenti completati nell’anno]
Ipotizzando che ogni anno ci sia lo stesso numero di procedimenti completati, l’indice viene interpretato come il tempo necessario per smaltire i procedimenti pendenti alla fine di un dato anno. Inoltre, i dati più recenti sono stati pubblicati nel 2018 e si riferiscono all’anno 2016 (https://rm.coe.int/rapport-avec-couv-18-09-2018-en/16808def9c). Intuitivamente se ogni anno smaltisco 10 procedimenti e a fine anno ce ne sono 80 pendenti, per smaltirli tutti mi serviranno 8 anni. Se questa sequenza si prolunga nel tempo, alla fine in media i procedimenti dureranno 8 anni.
[4] Per la Germania i dati sulla Cassazione si riferiscono al 2014.
[7] I dati del Ministero esprimono durate effettive dei procedimenti calcolate come differenza dalla data di iscrizione del procedimento alla data in cui viene emesso provvedimento di definizione o sentenza. Dati Cepej forniscono una stima della durata media di risoluzione dei procedimenti, utilizzando una “formula di magazzino”, basata sul rapporto tra numero di casi pendenti a una certa data e numero di casi smaltito in un certo periodo. Inoltre, come indicato, i dati del Ministero considerano solo i procedimenti civili del registro SICID presso i tribunali ordinari senza distinzione di grado, mentre i dati Cepej comprendono procedimenti civili e commerciali, escludendo i procedimenti “non contenziosi”, e distinguono i gradi di giudizio ma non il tipo di ufficio.
[8] L’unica eccezione riguarda l’attività del Giudice tutelare e degli Accertamenti Tecnici Preventivi (ATP) in tema di previdenza, poiché questa attività ha una natura di lunga durata indipendentemente dagli adempimenti del magistrato. Infatti le tutele, di solito, durano per tutta la vita del soggetto.