Università Cattolica del Sacro Cuore

Età pensionabile e occupazione giovanile

di Silvia Gatteschi

4 ottobre 2018

* * *

Nel dibattito sulle riforme del sistema pensionistico spesso viene sostenuto che permettendo ai più anziani di andare in pensione prima, si migliorerebbe la situazione dell’occupazione giovanile liberando posti di lavoro. Questa affermazione non è confermata né dalla teoria né dall’evidenza empirica, come sostenuto da un lavoro su questo tema pubblicato alcuni anni fa nella parte dedicata alla revisione della letteratura.1 La linea di ragionamento per cui un posto di lavoro liberato dal pensionamento di un anziano viene direttamente occupato da un giovane, pecca di una serie di dubbie assunzioni implicite.

  1. Il numero di posti di lavoro è fisso. Non è così: un sistema economico in crescita dovrebbe generare lavoro sia per i più anziani che per i più giovani. Anzi, all’aumentare dell’età pensionabile aumenta l’offerta di lavoro e quindi il Pil e la crescita, e questo genera nuovi posti di lavoro per i giovani. Assumere che il numero di posti di lavoro sia fisso equivale ad accettare una economia senza crescita.2
  2. Un lavoratore anziano può essere sostituito senza costi con uno più giovane. Non è così: esistono costi fissi nel licenziamento di un lavoratore più anziano, sia per motivi fiscali sia per il costo del trasferimento di conoscenze da un lavoratore più anziano a uno più giovane. Di fronte a questi costi l’impresa potrebbe semplicemente decidere di non sostituire il lavoratore anziano che va in pensione, a meno di incentivi, per esempio fiscali, che superino questi costi fissi. Questo però aumenterebbe la spesa pubblica, aumento che a sua volta graverebbe sui lavoratori (a meno di non pensare di versare una pensione più bassa al lavoratore che va in pensione, scelta politica difficile).3
  3. Non ci sono costi aggiuntivi per i più giovani se i più anziani vanno prima in pensione. Non è così: i contributi da versare per sostenere un numero più elevato di anziani aumenterebbero se l’età pensionabile diminuisse, e quindi anche il costo del lavoro aumenterebbe, rendendo più difficile l’assunzione di nuovi lavoratori.4

Dal punto di vista dell’evidenza empirica, alcuni studi mettono in relazione per vari paesi il tasso di attività dei lavoratori più anziani e il tasso di disoccupazione giovanile (o il tasso di occupazione della fascia più giovane). I risultati mostrano che più in un paese è alto il tasso di attività degli anziani, minore è il tasso di disoccupazione giovanile. Non necessariamente le due variabili hanno tra loro una relazione causale, bensì sono segnali dello stato di salute dell’economia e sono semplicemente correlate.5

Altri studi hanno cercato di analizzare il trend nel tempo di un singolo paese: in un lavoro sul Belgio gli autori hanno cercato di mettere in relazione l’anticipazione dell’età pensionabile e l’occupazione giovanile senza trovare un collegamento forte fra le due.6 Nei lavori riguardanti solo l’Italia, si è piuttosto messo sotto osservazione il fenomeno inverso, ossia se un aumento dell’età pensionabile possa peggiorare la condizione dei giovani. Due punti emergono da questi lavori:

  • Nel caso di un paese che sta decrescendo e con un mercato del lavoro particolarmente rigido, una riforma che improvvisamente aumenti l’età pensionabile potrebbe avere effetti negativi sul tasso di occupazione giovanile nel breve periodo.7
  • Appena si considera però un periodo di crescita positiva, il collegamento diventa o nullo oppure solo leggermente negativo nel breve periodo.8

In sintesi, l’aumento dell’occupazione giovanile può riflettere un miglioramento della situazione economica, una riduzione della pressione fiscale, un aumento della produttività, ma non una accelerazione dei termini di pensionamento dei più anziani, soprattutto se si desiderano effetti di lungo periodo.9


1 Casamatta, Georges, et Caroline De Paoli. « Choosing the legal retirement age in presence of unemployment », Recherches économiques de Louvain, vol. 78, no. 1, 2012, pp. 5-25.

2 https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-09-05/pensioni-fornero-quota-100-salvini-solo-slogan-pagare- saranno-giovani-132813.shtml?uuid=AERxIDkF&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

3 http://www.lavoce.info/archives/9825/quella-confusione-tra-staffetta-ed-eta-pensionabile/

4 http://www.lavoce.info/archives/9546/per-una-vera-staffetta-generazionale/

5 http://noisefromamerika.org/articolo/occupazione-ricambio-intergenerazionale

6 Jousten, Alain, et al. "The effects of early retirement on youth unemployment: The case of Belgium." Social security programs and retirement around the world: The relationship to youth employment. University of Chicago Press, 2010. 47-76.

7 Boeri, T, Garibaldi, P and Moen, E. 2016. 'A clash of generations? Increase in Retirement Age and Labor Demand for Youth'. London, Centre for Economic Policy Research.

8 Bertoni, Marco; Brunello, Giorgio (2017): Does Delayed Retirement Affect Youth Employment? Evidence from Italian Local Labour Markets, IZA Discussion Papers, No. 10733, Institute of Labor Economics (IZA), Bonn

9 Boeri, T. e J. van Ours (2008) The Economics of Imperfect Labour Markets, Princeton University Press, 1a edizione; 2a edizione nel 2013

Articoli correlati