Università Cattolica del Sacro Cuore

Dati MEF sulle dichiarazioni dei redditi relative al 2018

di Federica Paudice

12 maggio 2020

I dati sulle dichiarazioni dei redditi relative al 2018 segnalano un aumento del reddito dichiarato molto più forte del Pil, il che potrebbe suggerire un calo dell’evasione fiscale. Al tempo stesso, però, la quota dei dichiaranti con redditi pari a 2¼ volte il reddito medio (50.000 euro nel 2018) è stata particolarmente bassa nel 2018.

* La nota è stata ripresa da TPI in questo articolo del 12 maggio 2020.

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Il 23 aprile il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato i dati sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche (IRPEF) per il 2018, da cui emergono diversi interessanti aspetti.[1]

Per cominciare, il reddito dichiarato complessivo (880 miliardi) è in forte crescita (5 per cento) rispetto all’anno precedente (Tavola 1). Questa crescita è stata molto più elevata del tasso di crescita del Pil (Figura 1), il che potrebbe essere dovuto ad un aumento relativo dei redditi personali rispetto a quelli d’impresa, oppure segnalare un aumento della compliance.

Il reddito imponibile è invece aumentato in modo più contenuto (+3,2 per cento). La crescita inferiore del reddito imponibile rispetto a quella del reddito complessivo è dovuta al forte aumento delle deduzioni (+45,8 per cento). A riportare verso l’alto il gettito, hanno però contribuito un piccolo aumento dell’aliquota media di tassazione (dal 27,2 al 27,3 per cento) e un basso tasso di crescita delle detrazioni (2,1 per cento). Il gettito netto è così cresciuto del 4,3 per cento e, alla fine, il reddito disponibile è aumentato solo di poco più del reddito dichiarato (5,1 per cento contro il sopracitato 5 per cento).

Quanti italiani hanno presentato la dichiarazione IRPEF? 41,4 milioni se si considerano quelli che hanno assolto l’obbligo sia in via diretta, attraverso i modelli “Redditi Persone Fisiche” e 730, sia in via indiretta attraverso Certificazione Unica, lo 0,4 per cento in più rispetto al 2017. Si tratta del 78 per cento della popolazione di età superiore ai 14 anni. Vi è però un divario pronunciato tra le diverse regioni (Figura 2). In Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta la partecipazione è rispettivamente del 94 e 88 per cento. Seguono Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia con un 87 per cento. Agli ultimi posti Sicilia e Campania con una partecipazione al 65 e 64 per cento. Queste differenze riflettono anche il diverso grado di partecipazione al mercato del lavoro.

Tav. 1: Dichiarazioni 2017 e 2018 (valori in miliardi)

 

2017

2018

Variazione

Reddito complessivo

838,2

880,0

5,0%

Deduzioni[2]

34,6

50,5

45,8%

Reddito imponibile

803,6

829,5

3,2%

Imposta lorda

218,6

226,7

3,7%

Detrazioni

61,1

62,5

2,1%

Imposta netta

157,5

164,2

4,3%

Reddito disponibile

680,7

715,7

5,1%

Fonte: Elaborazione Osservatorio CPI su dati MEF, aprile 2020

 

I media hanno sottolineato che solo il 5,7 per cento di chi ha presentato la dichiarazione IRPEF dichiara un reddito superiore a 50.000 euro (Figura 3), il che confermerebbe l’elevato grado di evasione fiscale. È allora utile andare a vedere come è cambiata la distribuzione delle dichiarazioni nel tempo, anche se eventuali variazioni nella distribuzione potrebbero non riflettere un diverso grado di evasione, ma piuttosto cambiamenti nella distribuzione del reddito. Prendiamo come punto di riferimento un reddito di 50.000 nel 2018. Tale reddito è pari a circa 2,3 volte il reddito medio (21.660 euro nel 2018). Moltiplicando il reddito medio di ogni anno per 2,3 è possibile calcolare una soglia equivalente a quella di 50.000 euro per il decennio 2008-17. Dalle distribuzioni dei redditi dichiarati passati si può quindi calcolare la percentuale di dichiaranti che eccedevano un reddito equivalente a 50.000 euro nel 2018. Tale percentuale ha raggiunto, dopo un temporaneo recupero nel 2017, il livello minimo di 10 anni, il che non conferma la tesi per cui nel 2018 l’evasione si sia ridotta particolarmente (Figura 4).

 


[2] Deduzioni e detrazioni non corrispondono a quelle riportate dal MEF, ma sono state ricavate come residui.

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