Università Cattolica del Sacro Cuore

A riveder le stelle: quanto sprechiamo sull’illuminazione pubblica!

di Carlo Valdes[1]

26 agosto 2019

Un nuovo studio conferma l’eccessivo ricorso all’illuminazione pubblica in Italia. Ordinando le province europee per quantità di illuminazione pubblica sprecata pro capite dalla più virtuosa alla meno virtuosa, solo tre province italiane rientrano nella prima metà della classifica mentre ben 58 “province” italiane su 110 (il 53 per cento) stanno nell’ultimo 20 per cento.[2]

* * *

In una nota del 21 maggio 2018 (https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-illuminazione-pubblica-spendiamo-troppo) avevamo mostrato che in Italia il consumo di energia elettrica pro capite per l'illuminazione pubblica è il doppio di quello della media europea e che la spesa complessiva è di molto superiore rispetto a quella dei principali paesi europei.

È utile tornare su questo tema in base a un lavoro, guidato da Fabio Falchi e Riccardo Furgoni, recentemente pubblicato sul Journal of Environmental Management dal titolo Light Pollution in USA and Europe: The good, the bad and the ugly (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0301479719309296) che permette un confronto sui consumi per illuminazione pubblica tra l’Italia e gli altri paesi europei. Due mappe proposte nel lavoro mostrano i flussi luminosi diretti verso il cielo (che, quindi, possono essere considerati flussi di luce sprecata perché non hanno effetti positivi sulla vita della popolazione e creano esclusivamente inquinamento luminoso) in rapporto alla popolazione e al Pil.[3]

Nella mappa della Figura 1, per ogni provincia europea sono stati rapportati i flussi luminosi alla popolazione della provincia. Se si escludono i paesi scandinavi, il cui rapporto è particolarmente elevato a causa della bassa popolosità (il denominatore è molto basso ed esiste probabilmente un minimo di illuminazione necessaria indipendentemente dalla popolazione), si nota che i paesi in cui la quantità di luce sprecata pro capite è più elevata sono Portogallo, Spagna e Italia. I paesi più virtuosi sono invece quelli dell’Europa centrale e orientale.

Nella mappa della Figura 2 i flussi di luce sprecata sono invece rapportati al prodotto interno lordo. Anche in questo caso si nota che Portogallo, Spagna e Italia sono i paesi meno virtuosi, mentre i paesi del Centro Europa e dell’Europa dell’Est appaiono più virtuosi. Nonostante in questo caso il dato possa essere condizionato dal denominatore (per esempio, città come Londra e Berlino risultano particolarmente virtuose a causa del reddito molto elevato e, anche in questo caso, esistono probabilmente delle non linearità nelle necessità di energia al crescere del Pil) la mappa mostra che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, lo spreco di illuminazione pubblica non riguarda i paesi più ricchi. In altri termini, le regioni più ricche sono proprio quelle in cui si spreca meno corrente per illuminazione pubblica, mentre nelle regioni del sud Europa gli sprechi sono maggiori nonostante le peggiori condizioni economiche.[4]

Come si comportano le province italiane rispetto a quelle degli altri paesi europei? Nel lavoro è riportata una classifica delle 1359 province europee ordinate secondo i flussi di luce sprecata pro capite (al primo posto stanno le province con una minore quantità di luce sprecata—definita come luce che va verso l’alto—in rapporto alla popolazione).

Nel primo 40 per cento più virtuoso della classifica non compare neanche una provincia italiana. La più “virtuosa” è Napoli, 567esima su 1359 province europee (Tavola 1). Oltre Napoli, solo Bolzano (578esima) e Genova (660esima) stanno nella prima metà della classifica europea. Tutte le altre nostre province stanno nella seconda metà della classifica e ben 58 province italiane su 110 (il 53 per cento) stanno nell’ultimo 20 per cento della classifica europea.[5] Tra le meno virtuose compaiono Olbia-Tempio (1305esima), L’Aquila (1263esima) e Aosta (1262esima).

Nonostante al primo posto in termini di minor spreco di luce per illuminazione pubblica Napoli (e Palermo sia al quarto posto), in generale le province del Sud sono sottorappresentate nei primi posti della classifica. Per esempio, nei primi trenta posti sono presenti solo sei province del Sud: oltre a Napoli e Palermo, sono presenti anche Catania, Reggio Calabria, Messina e Caserta, quindi il venti per cento del totale quando invece le province del Sud rappresentano il 38 per cento delle province italiane. Le province del centro sono solo leggermente sotto rappresentate nelle prime trenta posizioni: in questo caso sono presente cinque province (Prato, Massa-Carrara, Pistoia, Roma e Firenze), il 16,7 per cento del totale quando invece le province del centro rappresentano il 18,2 per cento del totale delle province italiane. Le province del Nord sono invece ampiamente sovra rappresentate, con 19 casi (il 63,3 per cento del totale quando le province del Nord sono invece il 43,6 per cento del totale delle province).

Tav.1: Classifica delle pronvince italiane per efficienza dell'illuminazione pubblica*
Provincia Posizione in europa Classifica Italia
Napoli 567 1
Bolzano-Bozen 578 2
Genova 660 3
Palermo 716 4
Milano 757 5
Como 806 6
Prato 815 7
Monza e della Brianza 818 8
Trieste 827 9
Varese 829 10
Lecco 846 11
Massa-Carrara 856 12
Pistoia 859 13
Roma 879 14
La Spezia 881 15
Catania 887 16
Verbano-Cusio-Ossola 902 17
Torino 907 18
Biella 916 19
Firenze 918 20
Imperia 924 21
Sondrio 942 22
Vicenza 950 23
Bologna 954 24
Belluno 956 25
Reggio di Calabria 957 26
Messina 959 27
Treviso 961 28
Bergamo 962 29
Caserta 974 30
Venezia 998 31
Trento 1014 32
Vibo Valentia 1017 33
Barletta-Andria-Trani 1018 34
Siena 1023 35
Carbonia-Iglesias 1025 36
Savona 1027 37
Arezzo 1030 38
Novara 1036 39
Pesaro e Urbino 1038 40
Ogliastra 1042 41
Perugia 1044 42
Viterbo 1051 43
Frosinone 1055 44
Padova 1057 45
Lucca 1060 46
Brescia 1067 47
Cagliari 1072 48
Gorizia 1073 49
Salerno 1078 50
Livorno 1081 51
Bari 1085 52
Benevento 1088 53
Cosenza 1089 54
Forlì-Cesena 1090 55
Modena 1094 56
Sassari 1095 57
Terni 1107 58
Medio Campidano 1112 59
Avellino 1114 60
Agrigento 1119 61
Pisa 1125 62
Pavia 1128 63
Udine 1130 64
Alessandria 1132 65
Ancona 1136 66
Lodi 1138 67
Verona 1139 68
Reggio nell'Emilia 1141 69
Latina 1147 70
Oristano 1148 71
Rimini 1151 72
Ferrara 1153 73
Pordenone 1155 74
Asti 1157 75
Cremona 1158 76
Potenza 1159 77
Lecce 1164 78
Catanzaro 1167 79
Caltanissetta 1168 80
Trapani 1171 81
Nuoro 1175 82
Grosseto 1176 83
Crotone 1178 84
Foggia 1185 85
Enna 1187 86
Pescara 1188 87
Cuneo 1190 88
Brindisi 1191 89
Macerata 1198 90
Isernia 1204 91
Rovigo 1205 92
Ascoli Piceno 1206 93
Siracusa 1209 94
Vercelli 1210 95
Matera 1211 96
Campobasso 1214 97
Ravenna 1215 98
Chieti 1220 99
Taranto 1221 100
Rieti 1222 101
Piacenza 1227 102
Parma 1233 103
Fermo 1236 104
Ragusa 1245 105
Teramo 1250 106
Mantova 1254 107
Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 1262 108
L'Aquila 1263 109
Olbia-Tempio 1305 110

* La tavola riporta la posizione in classifica tra le province europee (prima colonna) e le province italiane (seconda colonna) in base al minor spreco di energia luminosa (al primo posto stanno le province più virtuose), dove lo spreco è misurato in base alla luminorità inviata verso l'alto rispetto alla popolazione. Per "provincia" si intende il terzo livello della Nomenclatura delle unità territoriale statistiche (NUTS3). La classifica è tratta da "Falchi, F., Furgoni, R., Gallaway, T. A., Rybnikova, N. A., Portnov, B. A., Baugh, K., ... & Elvidge, C. D. (2019). Light pollution in USA and Europe: The good, the bad and the ugly. Journal of environmental management, 248, 109227".


[1] Si ringraziano Fabio Falchi e Riccardo Furgoni per il prezioso supporto offerto per la realizzazione di questa nota.

[2] Il termine “provincia” è qui usato in senso lato, in linea con lo studio citato, ed è riferito al terzo livello della Nomenclatura delle unità territoriali statistiche (NUTS3).

[3] Il metodo di rilevazione non può scartare la luce che, pur correttamente indirizzata, viene riflessa da terra verso l’alto. Questo limite non incide sui risultati discussi in questa nota

[4] È inoltre disponibile un confronto globale in cui si mostra che l’Italia è il paese con il territorio più inquinato tra tutti i paesi del G20 (https://advances.sciencemag.org/content/2/6/e1600377).

[5] A causa dell’impiego della Nomenclatura delle unità territoriali statistiche (NUTS3), le province Italiane risultano ancora 110 (al posto delle attuali 107) perché non si tiene conto della soppressione di tre province sarde avvenuta dopo il 2016.

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