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Le spese militari nel mondo dagli anni Sessanta

04 marzo 2022

Intermedio

Le spese militari nel mondo dagli anni Sessanta

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La spesa militare nel mondo si è tendenzialmente ridotta dal 1960 al 1994, restando successivamente piuttosto stabile intorno al 2½ per cento del Pil mondiale. Nella classifica per paese, nel 2020 l’Italia si posiziona al centoduesimo posto (1,17 per cento del Pil). Gli Stati Uniti rimangono la prima economia avanzata in classifica (3,74 per cento del Pil), ben al di sopra della mediana NATO (1,82 per cento del Pil). Se, in conseguenza di crescenti tensioni geopolitiche, la spesa militare tornasse sui livelli degli anni sessanta, l’impatto sulle finanze pubbliche sarebbe molto elevato.

La nota è stata ripresa da Repubblica in questo articolo del 5 marzo 2022.

* * *

Quanto del Pil globale viene impiegato per spese militari e qual è stato l’andamento della spesa militare mondiale negli ultimi 60 anni? Quali paesi spendono di più? E come si posizione l’Italia per spesa militare?

La spesa militare nel mondo dal 1960 al 2020

Dal 1960, l’andamento della spesa militare nel mondo (in rapporto al Pil) è stato caratterizzato da cinque fasi (Fig. 1) [1]:

  • Nella maggior parte degli anni sessanta dello scorso secolo (apice della guerra fredda e guerra del Vietnam), la spesa è rimasta vicino al 6 per cento del Pil mondiale.
  • Tra la fine degli anni sessanta e la metà degli anni settanta, la spesa militare è scesa verso il 4 per cento.
  • Dalla metà degli anni settanta alla fine degli anni ottanta la spesa è rimasta intorno al 4 per cento, seppure con un repentino aumento nella prima metà degli anni ottanta, con l’accelerazione decisa dal Presidente Reagan alle spese statunitensi.
  • Tra la fine degli anni ottanta e la metà degli anni novanta, la spesa militare su Pil scende rapidamente: è il risultato della fine della guerra fredda.
  • Dalla seconda metà degli anni novanta la spesa resta relativamente stabile intorno a valori di circa il 2,5 per cento del Pil. Il leggero aumento osservato nel 2020 è dovuto alla caduta del Pil mondiale connessa alla crisi Covid-19. 

Questi andamenti medi nascondono però alcuni importanti fatti. Focalizziamoci sulla spesa dei paesi NATO a partire del 1980. Se si escludono gli Stati Uniti, l’andamento è stato tendenzialmente decrescente per tutto il periodo (Fig. 2).[2] La spesa degli Stati Uniti, che nella media del periodo è stata di circa il doppio di quella degli altri paesi NATO, è scesa sensibilmente con la fine della guerra fredda, ma ha ripreso a crescere dal 3 al 5 per cento del Pil nel primo decennio del nuovo secolo (la presidenza Bush figlio). La successiva discesa la lasciava comunque a poco meno del 4 per cento del Pil nel 2020, circa un punto percentuale al di sopra del minimo raggiunto dopo la fine della guerra fredda.

Per quanto riguarda la spesa militare delle nazioni attualmente in conflitto, la Russia ha notevolmente incrementato le proprie spese militari in termini assoluti (di 9,5 volte tra il 1999 e il 2020), ma il prodotto interno del paese è altrettanto cresciuto. Si noti però il forte aumento anche rispetto al Pil tra il 2008 e il 2016 (oltre due punti percentuali). Naturalmente, nel caso della Russia restano dubbi maggiori sulla qualità delle stime, per un settore così sensibile come la spesa militare.[3] La spesa dell’Ucraina è molto inferiore a quella Russa in termini assoluti (6 miliardi contro 62 miliardi, nel 2020). Il rapporto sul Pil ucraino è incrementato poco prima della crisi della Crimea (2014), e poi è tendenzialmente cresciuto.

Chi ha la spesa militare maggiore nel 2020?

Nella classifica dei paesi per spesa militare in rapporto al Pil, molti dei primi posti sono occupati da paesi del Medio Oriente e dell’Africa (Tav. 1). Tra i paesi avanzati, gli Stati Uniti sono al primo posto (3,74 per cento del Pil). Russia e Ucraina compaiono però più in alto degli Stati Uniti, spendendo rispettivamente 4,26 e 4,13 per cento del Pil e rappresentando i primi due paesi europei dell’elenco (sono al decimo e undicesimo posto in classifica).[4] Al secondo posto tra i BRICS c’è l’India, mentre, almeno in base a queste stime, Cina e Brasile stanno su valori molto più bassi (rispettivamente 1,75 e 1,44 per cento del Pil). Va sottolineato però che, in termini di valori assoluti, la Cina investe undici volte di più oggi rispetto all’inizio del secolo: simile al caso russo, la crescita imponente delle spese militari cinesi si affianca all’esplosione del rispettivo Pil degli ultimi vent’anni.

Per quanto riguarda i paesi europei, la prima economia avanzata è la Grecia, col 2,8 per cento del Pil, valore ben più alto della mediana dell’Unione Europea (1,6 per cento) e sullo stesso livello della Turchia, con cui si è spesso storicamente confrontata. Da notare che, anche nel periodo di massima “austerità” (2010-2015) la Grecia ridusse la spesa militare solo dello 0,8 per cento del Pil.

Il Regno Unito figura tra le prime cinquanta nazioni della classifica (2,25 per cento del Pil), con un trend decrescente iniziato nella seconda metà degli anni ottanta, ma in lieve risalita dal 2017. Tra gli altri grandi paesi europei la Francia sta sopra il 2 per cento del Pil, mentre la Germania sta ben al di sotto (1,4 per cento), anche se ha recentemente deciso di portarsi al 2 per cento.

Nonostante l’aumento registrato nel 2020 (Fig. 3) , per metà dovuto alla caduta del Pil e per metà all’aumento degli stanziamenti, l’Italia sta su livelli molto inferiori (1,17 per cento), classificandosi al centoduesimo posto, sotto tutti i G7 tranne il Giappone, e sotto la mediana UE (1,6 per cento) e NATO (1,8 per cento).[5]


[1] Fonte: World Bank, su dati SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute). Vedi: https://data.worldbank.org/indicator/MS.MIL.XPND.GD.ZS?locations=1W.

[2] La serie storica NATO è ottenuta come somma delle spese militari su somma dei Pil dei paesi che fanno parte della NATO al 2022 (dati assenti per l’Islanda, ma trascurabili).

[3] Vedi “How reliable are the sources for Russian military expenditure?” in https://www.sipri.org/commentary/topical-backgrounder/2020/russias-military-spending-frequently-asked-questions.

[4] Secondo la classificazione di reddito pro-capite dell’International Monetary Fund, sia Russia che Ucraina rappresentano economie “emerging market and middle-income”, quindi non economie avanzate.

[5] I dati dell’Italia sono quelli riportati nel bilancio del Ministero della Difesa al netto delle spese di quel ministero relative alla Funzione Sicurezza del Territorio (la spesa per l’Arma dei Carabinieri e delle Guardia forestale) e incrementate per le spese per le missioni all’estero (che appaiono nel bilancio del Ministero dell’Economia e delle Finanze) e di alcune spese per armamenti che appaiono nel bilancio del Ministero dello Sviluppo Economico.

Un articolo di

Michela Garlaschi e Giacomo Ricciardi

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