Università Cattolica del Sacro Cuore

Quanto ci è già costato e quanto ci costerà l’aumento dello spread?

di Osservatorio CPI

23 dicembre 2018

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Dopo l'accordo con l'UE lo spread è sceso a 250-260 punti base. Resta però più elevato del livello della prima metà di maggio (130 punti). Inoltre, nel periodo giugno-novembre sono stati emessi titoli con spread anche più elevati e su questi, indipendentemente da quello che accadrà in futuro ai tassi di interesse, si pagheranno interessi più elevati di quanto sarebbe stato ipotizzabile a inizio maggio. Abbiamo quindi aggiornato le nostre stime del maggior costo del debito pubblico dovuto all'aumento dello spread. Queste stime (espresse in miliardi di euro) sono riassunte nella tavola seguente.

La prima riga indica la maggior spesa di interessi per il 2018 e i prossimi anni ipotizzando che lo spread resti a un livello di 250 punti base (rispetto alla spesa che si sarebbe verificata se lo spread fosse rimasto al livello della prima metà di maggio). Rispetto a stime precedenti (quando lo spread era intorno ai 300 punti base), la stima della maggiore spesa è scesa: per il 2019 l'aggravio è di circa 4 miliardi (contro una precedente stima di 5-6 miliardi), che crescono a 6,6 miliardi nel 2020 e a 8,6 miliardi nel 2021.

La seconda riga indica il maggior costo per i titoli che sono stati già emessi e che quindi non sarebbero più recuperabili anche se lo spread scendesse ulteriormente. La maggior spesa per il solo 2019 è di 1,5 miliardi. Per il quadriennio 2018-21 la maggior spesa cumulata è di oltre 4 miliardi.

 

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