Università Cattolica del Sacro Cuore

Gli ultimi dati sulla crescita e l’andamento del rapporto tra debito pubblico e Pil

di Stefano Olivari e Carlo Valdes

1 febbraio 2019

Secondo i dati pubblicati ieri dall’Istat, il Pil nel quarto trimestre del 2018 è sceso dello 0,2 per cento. Nella situazione di bassa crescita in cui si è aperto il 2019, esiste il rischio concreto che quest’anno non si registri alcuna riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil. Anzi, il rapporto debito/Pil a fine 2019 potrebbe crescere di circa un punto percentuale, arrivando al 132,6 per cento.

***

Cerchiamo innanzitutto di valutare le implicazioni degli ultimi dati per la crescita del Pil nel 2019. La riduzione dello spread nelle ultime settimane potrebbe migliorare il clima delle aspettative, il che potrebbe, nel contesto di una economia europea che continua a crescere, far tornare in positivo il tasso di crescita del nostro Pil. Ipotizziamo nel primo trimestre del 2019 un aumento dello 0,1 per cento. Nei trimestri successivi, l’introduzione del reddito cittadinanza e della quota 100, e il permanere dello spread ai livelli più bassi raggiunti di recente, potrebbe portare a un aumento dello 0,25 per cento nel secondo trimestre e, volendo essere generosi, dello 0,4 nei due trimestri successivi. In questo caso, il tasso di crescita nel 2019 nel suo complesso sarebbe dello 0,4 per cento contro l’1 per cento previsto dal governo.

Con una crescita più bassa, il tasso di inflazione potrebbe essere un po’ più contenuto. Tutto sommato, la crescita del Pil nominale potrebbe essere dell’1,6 per cento, 0,7 per cento più bassa di quanto previsto dal governo.

Che effetti avrebbe questo sui conti pubblici? Stimiamo un deficit di circa il 2,3-2,4 per cento del Pil, prevalentemente per effetto delle minori entrare dello Stato. Per quanto riguarda il rapporto tra debito pubblico e Pil, abbiamo ipotizzato che il governo non raggiunga l’obiettivo di 18 miliardi (1 per cento del Pil) come entrate da privatizzazioni. Ipotizziamo entrate dello 0,3 per cento del Pil, valore comunque più elevato della media degli ultimi anni.

Alla luce di queste ipotesi, il rapporto tra debito pubblico e Pil potrebbe salire di quasi un punto percentuale nel prossimo anno (passando dai 131,7 punti del 2018 a 132,6 a fine 2019). [1]

Le ipotesi fatte in questo esercizio hanno naturalmente un peso fondamentale: se la crescita nell’anno fosse più bassa di quella prevista, anche a causa di shock esterni, il rapporto tra debito pubblico e Pil tenderebbe a crescere significativamente. Allo stesso modo, potrebbero non realizzarsi nemmeno gli 0,3 punti percentuali di introiti da privatizzazioni e dismissioni o la spesa per interessi potrebbe attestarsi a un livello più alto.

 


[1] Si è assunto che l’aggiustamento stock-flussi (cioè la parte di variazione del debito non spiegata dal deficit o da entrate da privatizzazioni) resti invariato rispetto alle stime ufficiali. Per chiarimenti su cosa sia l’aggiustamento stock-flussi e su come venga trattato nei documenti del governo, una recente nota dell’Osservatorio è disponibile al link https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-NADEF_2018_SFA_OssCPI.pdf