Garanzie statali: quale quota di prestiti bancari è garantita dallo Stato?
di Raffaela Palomba e Federica Paudice
18 dicembre 2020
Le garanzie concesse dallo Stato sui prestiti bancari in conseguenza alla crisi Covid sono state inferiori a quanto inizialmente preventivato, pur essendo state accettate quasi tutte le richieste. Al momento le garanzie statali coprono però solo il 14,5 per cento della consistenza dei prestiti bancari a famiglie e imprese.
La nota è stata ripresa da Repubblica in questo articolo del 20 dicembre 2020.
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Quale quota dei prestiti bancari è coperta dalle garanzie statali? Rispondere a questa domanda è essenziale per capire quali prestiti potrebbero degenerare in NPL (ovvero crediti deteriorati) col prolungarsi della crisi e mettere quindi in difficoltà le banche e, indirettamente, le imprese. Quello degli NPL è un problema da non sottovalutare ed è di recente stato richiamato dal Gruppo dei 30 in un rapporto di un gruppo di lavoro guidato da Mario Draghi e Raghuram Rajan.[1]
Per fronteggiare il problema, nell’attuale contesto di crisi, lo Stato italiano, come gli altri stati, ha concesso ampie garanzie sui prestiti bancari. Questo obiettivo è stato perseguito rafforzando i due canali principali attraverso i quali le garanzie pubbliche vengono erogate: il Fondo di Garanzia per le PMI (c.d. Fondo) e la SACE.
Durante l’emergenza Covid, i decreti Cura Italia, Liquidità e Rilancio sono intervenuti rifinanziando il Fondo, ampliando la copertura delle garanzie e la platea dei beneficiari, e semplificando le procedure di accesso. Tra il 17 marzo e il 7 dicembre sono pervenute al Fondo di Garanzia oltre 1,4 milioni di domande. La quasi totalità delle domande era riferita alle misure introdotte con i decreti Liquidità e Cura Italia e le richieste corrispondevano ad un importo pari a 113,8 miliardi di garanzie; di queste domande ne sono state accolte il 99 per cento, il che suggerirebbe che gli ostacoli operativi riscontrati in prima istanza riguardanti la gestione di una mole significativa di domande e la necessità di effettuare controlli sulle richieste, siano poi stati superati.[2] Inoltre, il Decreto Liquidità ha rafforzato il ruolo di SACE, società a controllo indiretto statale (tramite la Cassa depositi e prestiti S.p.A., che ne detiene il 100 per cento del capitale), il cui ruolo è quello di sostenere l'internazionalizzazione delle imprese italiane. L’attività dell’ente è stata ampliata attraverso Garanzia Italia, strumento introdotto per assistere in via temporanea le imprese medio-grandi danneggiate dalla crisi e le PMI che hanno esaurito la loro capacità di accesso al Fondo di Garanzia. Al 9 dicembre i prestiti garantiti da Garanzia Italia ammontavano a 18,2 miliardi. Se si considera che la copertura varia dal 70 al 90 per cento e ipotizzando una copertura media dell’80 per cento su tutti i finanziamenti, l’importo garantito ammontava a circa 15 miliardi.[3]
Il totale delle garanzie fornite a seguito dei decreti di quest’anno ammonta quindi a circa 130 miliardi. Si tratta di un importo molto inferiore a quello annunciato inizialmente dal Governo e riportato dai media (400 miliardi).[4] Secondo la Banca d’Italia, la ragione risiede principalmente nella scarsità di domande pervenute, che potrebbe essere il segnale di una crisi di liquidità meno generalizzata rispetto a quanto preventivato.[5] É però anche possibile che i criteri per potere aver accesso alla garanzia possano aver frenato le domande.[6]
Per quanto ingenti queste garanzie, e quelle fornite attraverso meccanismi pre-esistenti alla crisi Covid, coprono solo una parte limitata del totale dei prestiti bancari. L’importo totale di tali garanzie al novembre 2020 era di 220 miliardi, di cui, come indicato sopra, quasi 130 sono state fornite a seguito dei predetti decreti.[7] Il valore corrisponde al 14,5 per cento dei prestiti bancari in essere verso imprese e famiglie.[8]
[6] Gli art. 1 comma 2 e 13 comma 1 del Decreto Liquidità prevedono vincoli sulla durata dei prestiti (per esempio, per le garanzie SACE la durata dei prestiti deve essere inferiore a 6 anni), l’importo massimo (legato al fatturato dell’impresa o dei costi del lavoro) e la destinazione (prestiti per finanziare costi del personale, canoni di affitto, eccetera). Inoltre, le garanzie SACE vengono rilasciate solo a fronte di nuovi finanziamenti. Per quelle del Fondo, invece, è concesso il rilascio di garanzie a fronte di prestiti esistenti a condizione che l’erogazione sia stata effettuata non più di 3 mesi prima della richiesta al Fondo e, comunque, non prima del 31 gennaio 2020.