Pubblichiamo di seguito le slide presentate dal Vice Direttore Giampaolo Galli all'assemblea annuale di LibertàEguale (Orvieto, 28 settembre 2019) e al convegno dell'associazione "Riformismo&Libertà" (Roma, 24 settembre 2019): Le sfide economiche del nuovo governo e l'Europa.
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Nel suo intervento al Parlamento Europeo, Ursula Von der Leyen ha esposto un programma molto europeista e ha proposto riforme utili per l’Italia. Ma non ha detto quasi nulla sulla governance dell’Eurozona; il motivo è che le decisioni cruciali erano già state prese nel giugno scorso dall’Eurogruppo, con l’approvazione di massima dell’Eurosummit. Queste decisioni spostano l’asse del potere decisionale nell’eurozona dalla Commissione all’ESM (o MES, Meccanismo Europeo di Stabilità) che è un organismo intergovernativo esterno ai Trattati dell’UE. Le innovazioni appaiono in larga misura motivate dalla grande paura dei paesi del Nord che l’Italia non ce la faccia e sia costretta a ristrutturare il debito pubblico. Le principali novità riguardano: a) la riesumazione esplicita del concetto di “Private Sector Involvement” (ossia la ristrutturazione del debito pubblico) per i paesi che si rivolgono all’ESM e che hanno debiti giudicati non sostenibili, b) l’introduzione in tutti i titoli che verranno emessi dagli Stati membri della clausola “single limb”, in base alla quale con un solo voto dei creditori si può ristrutturare l’intero debito pubblico di un paese, c) la definizione di un ruolo speciale dell’ESM rispetto alla Commissione nel giudicare i debiti dei paesi (l’ESM giudica secondo “la prospettiva del prestatore”), d) il rafforzamento delle linee di credito precauzionali a favore di Stati membri che hanno i conti in ordine, ma subiscono effetti di contagio al di fuori del loro controllo, e) la maggioranza qualificata che viene attribuita solo a Germania e Francia. Di seguito, proviamo ad argomentare che il debito italiano è sostenibile, se si fanno le politiche giuste. Ricordiamo inoltre che l’approvazione definitiva della riforma dell’ESM è attesa per dicembre 2019 e che modifiche sono ancora possibili se l’Italia saprà avere il ruolo che le spetta in Europa.