La questione degli asili nido nel PNRR
di Federica Paudice
14 maggio 2021
Le “schede tecniche” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) indicano l’intenzione di rendere disponibili 152.000 nuovi posti negli asili nido. L’intervento presenta però tre criticità: (i) l’obiettivo è modesto considerata l’attuale situazione italiana; (ii) i vincoli posti alla realizzazione del piano nel PNRR sono definiti in modo poco stringente; (iii) mancano i dettagli circa l’allocazione dei nuovi posti sul territorio nazionale.
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Nella missione 4, componente 1, del PNRR è incluso un piano per gli asili nido, scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.[1] L’investimento, come specificato nel PNRR, si propone di costruire, rinnovare e mettere in sicurezza asili nido e scuole allo scopo di sostenere la natalità, investire nell’educazione e nel benessere dei bambini, e incoraggiare la partecipazione femminile al mondo del lavoro.
Il PNRR presentato il 30 aprile alla Commissione Europea indicava l’intenzione di creare 228.000 nuovi posti per asili nido e scuola dell’infanzia, con un costo di 4,6 miliardi, senza però fare distinzione tra le due scuole.[2] La distinzione è però fondamentale: mentre la disponibilità di posti in Italia è nella media europea per le scuole dell’infanzia, siamo molto indietro per gli asili nido: la copertura è al 25,5 per cento.
Nelle bozze di schede tecniche allegate al PNRR che sono state diffuse successivamente (ma non pubblicate da fonti ufficiali) è però specificato che i posti destinati agli asili nido sono 152.000. Tuttavia, anche con questa specificazione, permangono alcune criticità relative all’intervento che riguardano tre punti.
1. L’ambizione dell’obiettivo finale
Assumendo che l’offerta di posti negli asili nido sia rimasta invariata rispetto al 2019 (355.289 posti in 13.335 asili nido) e che il numero di bambini tra 0 e 3 anni sia pari a quello stimato dalle previsioni demografiche Istat per il 2026, aggiungendo i 152.000 posti previsti dal piano, la copertura arriverebbe al 37 per cento, appena al di sopra dell’obiettivo del 33 per cento stabilito dal Consiglio Europeo di Barcellona nel 2002 (e che doveva essere raggiunto nel 2010). Come termine di confronto, si pensi che il Piano Colao fissava un obiettivo di copertura del 60 per cento da raggiungere in 3 anni.
2. I vincoli proposti al raggiungimento dell’obiettivo
Una delle funzioni delle schede è di definire in modo preciso le condizioni che, se soddisfatte, consentiranno l’erogazione dei finanziamenti del NGEU. Da qui l’importanza di cosa è scritto nelle schede e specificatamente nella parte che fissa certi “target” e certe “milestone” relativamente ai vari progetti.
Relativamente agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, le schede includono solo:
i. un milestone per il secondo trimestre del 2023, che prevede l’adozione di un unico piano per gli asili e per le scuole dell’infanzia con i dettagli circa il numero di opere aggiudicate per tipologia e distribuzione territoriale e tutti i contratti lavorativi relativi agli asili e ai servizi della prima infanzia;
ii. un target per il quarto trimestre del 2025 che prevede la disponibilità di 228.000 posti senza distinguere tra asili nido e scuola di infanzia. Quindi l’obiettivo è ritardato nel tempo, senza tappe intermedie, e senza un obiettivo specifico per gli asili nido. Come indicato, nel testo delle schede si parla di 152.000 posti destinati esclusivamente agli asili nido, ma quello che conta per l’erogazione delle risorse (e, quindi, il vero vincolo) è quello che viene riportato come target e quest’ultimo non contiene nulla di specifico sugli asili nido.
3. La suddivisione dei posti sul territorio nazionale
Ad oggi l’offerta di servizi per la prima infanzia in Italia è molto eterogenea. Come si è detto, la copertura a livello nazionale è del 25,5 per cento, ma in Calabria è solo del 10 per cento, mentre in Valle d’Aosta è del 47 per cento. Allo stato attuale il PNRR non presenta dettagli circa la divisione dei 152.000 posti sul territorio nazionale. Tale informazione sembrerebbe dover essere inclusa nel piano menzionato al punto (i) della precedente sezione e quindi si dovrebbe conoscere entro il 2023. Ma anche in questo caso, l’effettiva conformità della distribuzione territoriale dei posti creati rispetto a tale piano non sarebbe rilevante al fine del raggiungimento del target fissato per il 2025, che si riferisce, al momento, solo all’intero territorio nazionale.
[1] Con “asili nido” ci si riferisce ai servizi per l’educazione dei bambini sotto i 3 anni, mentre per “scuola dell’infanzia” si fa riferimento ai servizi per l’educazione dei bambini da 3 ai 6 anni.
[2] Vedi: https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-l-istruzione-nel-pnrr.