Università Cattolica del Sacro Cuore

Mini-Bot: inutili e dannosi

di Andrea Gorga

7 giugno 2019

I mini-Bot sono tornati nel dibattito pubblico in seguito all’approvazione della Camera di una mozione nell’ambito della discussione sui tempi di pagamento della PA. Questo strumento non ha alcun impatto positivo sui ritardi della PA perché non aggiunge nulla ai normali titoli di stato, ma certamente avrebbe un grave impatto sulla credibilità del nostro Paese.

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l 28 maggio la Camera ha approvato una mozione che riguarda l’accelerazione del pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione.[1] Nell’ambito di questa mozione, il parlamento ha impegnato il governo a pagare le aziende anche attraverso “la cartolarizzazione dei crediti fiscali, anche attraverso strumenti quali titoli di Stato di piccolo taglio”.[2] I titoli di Stato di piccolo taglio sono i cosiddetti mini-Bot, lo strumento che i sostenitori dell’uscita dall’euro hanno sempre considerato come il primo passo per l’introduzione di una moneta parallela destinata a sostituire l’euro. La tesi dei teorici dell’uscita dalla moneta unica era che i mini-Bot non fossero debito – o comunque non potessero essere qualificati come debito da Eurostat – e non fossero neanche moneta, in quanto tale soggetti all’ovvio divieto della BCE. L’idea, espressa in modo chiaro dall’attuale presidente della Commissione Bilancio della Camera, è che per uscire dall’euro – un’azione non prevista dalla legislazione vigente e dunque illegittima - fosse necessario effettuare dei passi preliminari che si mantenessero nell’ambito delle regole esistenti.

Secondo i proponenti, i mini-Bot sarebbero utili perché rappresenterebbero un’alternativa all’euro pronta per l’uso e alla quale i cittadini avrebbero dovuto abituarsi ben prima dell’effettiva uscita dalla moneta unica. Il loro obiettivo è di far sì che questa moneta sia già presente all’interno del territorio nazionale al momento dell’uscita in modo tale che essa sia facilmente riproducibile in grande scala da parte delle autorità nazionali. Abituare i cittadini all’utilizzo dei mini-Bot faciliterebbe, sempre secondo i proponenti, la costruzione della necessaria fiducia degli operatori nella nuova moneta. La fiducia in una moneta deriva infatti dall’impalcatura istituzionale e giuridica che la sorregge, ma dipende anche in parte dall’abitudine dei cittadini nell’utilizzarla. L’obiettivo dei proponenti è proprio creare quel legame di fiducia tra cittadini e mini-Bot.

Come detto, secondo le iniziali proposte avanzate in campagna elettorale, i mini-Bot non sarebbero né moneta né debito, ma, come chiarito anche recentemente dal Presidente della BCE Mario Draghi, non esiste una terza via:

“O sono moneta, e quindi sono illegali, o sono debito, e quindi aumentano il debito pubblico. Nient’altro.”[3]

In effetti, da un punto di vista giuridico, non è perfettamente chiaro se ricadano nella definizione di moneta o di debito, ma è accertato che non potrebbero avere un impatto economico positivo di alcun tipo.[4] Nel primo caso, l’adozione di mini-Bot sarebbe contraria ai trattati europei, nel secondo caso si tratterebbe di maggiore debito, la cui utilità è tuttavia nulla dal momento che la stessa finalità – pagare gli arretrati delle pubbliche amministrazioni -  può essere conseguita pagando le imprese in euro ed emettendo normali titoli di stato per reperire le risorse. Se l’obiettivo è ridurre i tempi di pagamento della PA quindi, come è nella intenzione della mozione approvata alla Camera, si sta utilizzando uno strumento inutile, ossia che non aggiunge nulla alle possibilità che già esistono usando strumenti ordinari.

La chiara inutilità dei mini-Bot per le finalità dichiarate è stata immediatamente colta dagli operatori di mercato che hanno quindi compreso che l’intenzione della maggioranza di governo o di una sua parte rilevante[5] è di preparare il terreno per abbandonare la moneta unica. L’effetto immediato è stato quello di far aumentare lo spread per via dell’aumento del rischio di ridenominazione. Secondo l’agenzia di rating Moody’s, “il solo fatto che la proposta dei mini-Bot sia stata portata all’attenzione rappresenta un fattore negativo per il rating di credito dell’Italia”.[6]

 

[1] Due anni fa la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia a causa dei ritardi sistematici dei pagamenti della pubblica amministrazione che causano problemi di liquidità alle aziende. Nonostante la questione fosse diventata molto seria a seguito della crisi dei debiti sovrani del 2011, la tendenza degli ultimi anni è rassicurante: fino al 2017 i tempi medi di pagamento sono infatti risultati in regolare diminuzione. Ne parliamo in questa nota: https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-i-ritardi-dei-pagamenti-della-pubblica-amministrazione

[4] Si rimanda qui ad un rapporto di esperti commissionato dalla Commissione Europea che non trova unanimità tra i paesi membri nella definizione di “moneta”. Non è quindi possibile affermare a priori se l’emissione di mini-Bot sarebbero considerati tali. http://ec.europa.eu/economy_finance/articles/euro/documents/elteg_en.pdf

[5] La mozione è stata votata all’unanimità dal parlamento, ma le principali forze di opposizione hanno dichiarato che si è trattato di un incidente parlamentare, derivante da una lettura superficiale del testo che, dopo varie rielaborazione dell’ultimo minuto, è stato messo in votazione.

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